Valter Zara: “Il mio Antonello mi parla da lassù e compie miracoli!”

Edicola Ottobre 2, 2013

Valter Zara: “Il mio Antonello mi parla da lassù e compie miracoli!”

La notte del 7 agosto 2008 il tronista Antonello Zara perdeva la vita in un’incidente stradale, a 31 anni. Oggi, a distanza di cinque anni, suo padre Valter racconta: “Guardi, dopo la morte di mio figlio io ho quasi perso la fede e sono uno scettico per natura, ma stanno accadendo cose strane, che non mi spiego. Ho scoperto che faceva beneficenza, ma senza dirlo a nessuno. Poi, un giorno, è arrivata la telefonata di una donna sconosciuta, che mi ha detto che nel sonno Antonello l’aveva aiutata a guarire”. La signora Alberta, 67 anni, racconta: “Incontrai Antonello all’aeroporto di Fiumicino, aveva attorno a sé delle ragazze che volevano l’autografo. Mi ha sorriso e mi ha chiesto di mangiare qualcosa insieme. E’ stato di una cortesia squisita e abbiamo parlato per ore, ma non l’ho più sentito. Fatto sta che due anni fa sono stata operata di tumore al seno e la notte prima dell’operazione lui mi è apparso in sogno e mi ha detto di stare tranquilla, che tutto sarebbe andato bene”. Ma la signora Alberta non è l’unica: “Anche una certa Sara mi ha cercato, una sua fan, che ha avuto problemi agli occhi, ma che dopo averlo sognato, dice di stare meglio. Poi, è successo un altro episodio. Un giorno, passando davanti ad una statua di Padre Pio, al quale sono rimasto sempre devoto, ho scattato una fotografia. Mostrandola a mia moglie, notai un pallino di luce brillante, grande quanto una moneta  e mia moglie disse che era un riflesso della luce. Ma io di foto me ne intendo e so come evitare i riflessi. Allora il giorno dopo tornai lì, scattai la stessa foto con le stesse condizioni di luce e lo stesso pallino riappare, ma ad un metro di distanza. Io non so cosa pensare, ma mi piace immaginare Antonello lì, vicino a Padre Pio e chiedo ai lettori di Visto se anche a loro è successo qualcosa di simile. Ora combatto due battaglie: una per l’introduzione del reato d’omicidio stradale (colui che ha investito mio figlio ha patteggiato una pena di reclusione condizionale di un anno e 231 euro di multa); la seconda è una battaglia di verità: non riesco a concepire perché le autorità abbiano sottoposto al test della droga e dell’alcol mio figlio, ossia la vittima, e non l’investitore, che procedeva contromano ad alta velocità. A questa ricostruzione dei fatti non potrò mai arrendermi”.

Fonte: Visto

 

COMMENTI