Anna Falchi: “Il mio Amarcord di Fellini”

Edicola Novembre 11, 2013

Anna Falchi: “Il mio Amarcord di Fellini”

L’attrice e produttrice Anna Falchi, recentemente tornata in tv con Jump, racconta i suoi esordi: “Sembra incredibile che siano passati 20 anni dalla morte del regista Federico Fellini: l’incontro con lui mi ha cambiato la vita”. Sì, perché lui la scelse per uno spot pubblicitario per la Banca di Roma con Paolo Villaggio, che l’ha lanciata: “Ero a Roma, lavoravo come modella ed avevo appena iniziato a fare qualche casting come attrice. Quel giorno non mi sentivo bene, ma il mio agente insistette per quel provino. Mi ritrovai in mezzo ad uno stuolo di bonazze, alcune famosine, tutte in tiro, prosperose e con le labbra rosse. Quando entrai io, gli parlai con accento romagnolo di come si erano conosciuti i miei, un riminese e una finlandese, e lui disegnò una mia caricatura. Poi mi chiamò al telefono e mi disse: “Volevo dirti che hai dimenticato qui l’ombrello” e mi chiese se volevo prendere parte allo spot. Registrammo sul lago di Bracciano ed era tutto surreale: i papaveri, l’albero, il vento e il treno erano tutti finti. Arrivai vestita con un jeans e una camicetta comprati in un negozio dell’usato e lui mi disse che mi voleva esattamente così. Oggi conservo quei vestiti come cimeli! Era affabile, spiritoso, semplice, non sopportava che lo si chiamasse “maestro”, mangiava con la troupe, con le mani. Mi chiese di essere gattina, smorfiosa. Mi disse che ero un bocciolo di rosa e che sarei sbocciata in una rosa meravigliosa. Poi mi aiutò a trovare un appartamento a Roma, dove sono rimasta altri 12 anni. Quella casa ce l’ho ancora nel cuore e le cose hanno iniziato a precipitare quando l’ho dovuta lasciare. Grazie a Fellini la mia vita ha avuto una svolta. Da lì ho lavorato con Carlo Lizzani e con Dino Risi: mi hanno scelta perché rappresentavo la bellezza della loro epoca, esuberante e procace come le attrici di una volta. Di quello stampo è rimasta solo Monica Bellucci: Cristiana Capotondi, Carolina Crescentini…sono carine, ma non bellone come Ekberg, Milo e Koscina”.

Fonte: Chi

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