Mike Tyson: “Sono stato un cretino, un ladro, un drogato, ma oggi…”

Edicola Dicembre 11, 2013

Mike Tyson: “Sono stato un cretino, un ladro, un drogato, ma oggi…”

L’ex pugile Mike Tyson oggi ha 47 anni, ma è sempre quell’omaccione di 100 kg circa di muscoli su 1 metro e 78. La differenza è che prima si vantava di essere l’uomo più cattivo del mondo. Ora, invece, racconta: “Era l’immagine che mi ero costruito per piacere al mio mentore Cus D’Amato. Lui è stato un secondo padre per me e odiava che si mostrassero segni di debolezza. Oggi la mia vita è diversa: vivo a Las Vegas, città che adoro perché è animata. Non ho la minima voglia di tornare a New York, dove attaccavo sempre briga. Vivevo in uno dei quartieri più pericolosi di Brooklyn ed ero un balordo, un ladro che finiva sempre nel centro di detenzione minorile. Oggi vado a letto alle 8 di sera e mi sveglio alle 3 di mattina. Faccio ginnastica e gioco ai videogiochi. Non rimpiango il pugilato: quando nel 2002 ho combattuto contro Lennox Lewis mi sono reso conto che il mio desiderio di vittoria era scomparso”. Quando gli si chiede come mai è stato condannato per stupro nonostante lui si fosse sempre dichiarato innocente, risponde: “Sono stato difeso male da un avvocato che non sapeva nulla di questo genere di casi: era il mio consulente fiscale. La ragazza è salita alle 2 del mattino nella mia stanza e non c’è stato nessuno stupro. Inoltre era in uno Stato molto conservatore, l’Indiana. Forse però condannandomi il giudice mi ha salvato la vita: ero un cretino arrogante col naso immerso nella cocaina. Bevevo come una spugna e andavo a letto con diverse donne, insieme o separatamente. A volte le condividevo con le mie guardie del corpo ed è un miracolo che non abbia contratto malattie. In carcere ho letto molto, scoprendo la passione per la storia e le biografie. Dopo il carcere ho ripreso con alcol, coca e sesso. Ero dipendente dalla celebrità e l’anonimato per me era la morte. Cercavo di essere normale, ma non ci riuscivo. Poi, mi sono sottoposto a tre cure disintossicanti. L’ultima è stata orribile. Ed ho avuto la fortuna di essere aiutato dalla mia psicologa, che ha capito la mia tendenza all’autodistruzione, e da mia moglie Kiki. Quando l’ho conosciuta, aveva 13 anni. Sua madre era una giornalista sportiva che mi ha seguito per tutta la carriera. Una volta Kiki è venuta a casa mia coi suoi. Aveva circa 20 anni, abbiamo dormito nello stesso letto e ci è mancato poco che facessimo l’amore. Al mattino sarebbe voluta restare, ma i genitori non hanno voluto. Ci siamo lasciati, poi ci siamo ritrovati. E’ la mia migliore amica e la donna che amo. Mi ha fatto smettere con la droga. Spesso mi rimprovera che non l’ascolto, ma si sbaglia: so cosa prova. Non è facile vivere con me. Il matrimonio non è stato una cosa scontata: ci siamo sposati velocemente a Las Vegas nel 2009 per un colpo di testa, poi abbiamo rinnovato la promessa l’anno dopo”.

Fonte: Chi

 

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