Roberto Cenci: “Il Volo? Core ‘ngrato. Non mi hanno ringraziato per la vittoria a Sanremo”

Edicola Febbraio 25, 2015

Roberto Cenci: “Il Volo? Core ‘ngrato. Non mi hanno ringraziato per la vittoria a Sanremo”

I vincitori del 65° Festival di Sanremo, Il Volo, sono stati scoperti nel programma Ti lascio una canzone, condotto da Antonella Clerici: in quell’occasione, i tre tenorini Ignazio, Piero e Gianluca erano stati uniti nei fatti dal regista Roberto Cenci, al momento alla regia de L’Isola dei famosi 10. Ecco il motivo per cui adesso il regista dichiara di essere deluso dal mancato ringraziamento da parte dei tre giovani artisti: “Come sto? Dispiaciuto. Il Volo, o meglio ‘i miei ragazzi’, dovrebbero ricordarsi che bastava un mio no e oggi non saremmo qui a parlare di loro. Se io oggi sono diventato Roberto Cenci lo devo a chi mi ha aiutato e li posso citare tutti: Antonio Ricci, Giorgio Gori, Davide Rampello, Beppe Recchia, Pier Silvio Berlusconi eccetera. A Ti lascio una canzone mi occupavo di tutto: dai casting, alle scalette, regia, scelta delle canzoni, tutto, non avevo nemmeno un vocal coach. Si presentarono questi tre bambini con le loro famiglie, umili e di umili origini. All’inizio cantavano singolarmente. Il primo che ho visto era Gianluca Ginoble: con gli occhi chiusi sembrava di ascoltare Andrea Bocelli. Era timidissimo e quando ci siamo lasciati mi ha detto: “Grazie a te ho fatto il militare”. Poi ho incrociato lo sguardo di questo ragazzo enorme, Ignazio Boschetto. Potentissimo, gli ho fatto fare Tom Jones. Poi Piero Barone, il classico tenorino. Vedendoli, penso di creare i tre tenorini, dei piccoli Carreres, Domingo e Pavarotti: cantano e viene giù il palco dell’Ariston (trasmettevamo da Sanremo), lo share si alza e il mondo si accorge di loro. Quando Tony Renis li ascolta, mi dice: ‘Hai fatto un capolavoro. Li voglio, li aspetto a Roma’. Mi dice che vuole produrli e che sbancherebbero negli Stati Uniti. Accettiamo e chiudiamo il contratto; guadagnavamo una piccola parte sul management, non sui ragazzi. Tony li porta in America e in breve duettano con Barbra Streisand. Io li vedo crescere da lontano”. E, così come lui, anche la Clerici, si osserva. Lui, però, risponde: “In verità Antonella non voleva fare Ti lascio una canzone. Invece è il programma che l’ha portata poi a condurre Sanremo. Lei oggi li chiama ‘i miei ragazzi’, ma li ho scelti io. Date a Cesare quel che è di Cesare. Quando hanno vinto hanno ringraziato il loro manager, e Carlo Conti ha citato Renis e la Clerici. E io? Se non li avessi uniti, di cosa staremmo parlando? Era successo altre volte che non mi ringraziassero, ma a Sanremo ci sono rimasto male. Un minimo di educazione. Non credo che sia colpa loro: dopo la Rai sono passato a Mediaset e in Rai ho lasciato i diritti di Ti lascio una canzone. Forse lì il mio nome è bandito? Il giorno dopo, da Massimo Giletti, mi hanno salutato, ma su indicazione di Massimo. Ho riconosciuto nei loro sguardi entusiasmo. Da una parte mi ha fatto piacere la loro vittoria, dall’altra spero che rimangano coi piedi per terra. Consiglierei loro di chiamare Laura Pausini, Eros Ramazzotti, Zucchero e Andrea Bocelli per chiedere il segreto per non cambiare mai“.

Fonte: Chi

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