Rosetta, parla la figlia: “Per quattro mesi vegliò in ospedale il nipotino che stava morendo!”

Edicola Marzo 10, 2015

Rosetta, parla la figlia: “Per quattro mesi vegliò in ospedale il nipotino che stava morendo!”

La scomparsa della mitica vecchina Rosetta, ospite fissa e ispiratrice del Trono Over, ha lasciato un grande dispiacere in tutto il pubblico che da anni la seguiva a Uomini e Donne, ma soprattutto alla sua famiglia. A due mesi da quel giorno di gennaio in cui Rosetta ci ha lasciati, la figlia Pina racconta un altro pezzo della storia della sua vita: in alcune precedenti interviste, infatti, aveva raccontato l’incontro tra i genitori e il loro grande amore. Stavolta, invece, racconta il gesto di altruismo fatto per sua sorella: “Per merito di mia madre, il sindaco, punto sul personale, assegnò a mia zia un alloggio popolare. La verità è che ovunque ci fosse da aiutare qualcuno, mia mamma Rosetta era sempre presente. Portava il cibo caldo non so nemmeno a chi, si informava sui fatti del paese e su chi fosse in difficoltà. E faceva rigare dritto tutti! Una volta vide uno scolaro che aveva preso di mira con la fionda un’anziana signora dal balcone della scuola. Non ci vide più: entrò a scuola a redarguire il maestro! Nel frattempo, io crescevo felice. Mio padre era tornato dalla Francia e aveva trovato lavoro come proiezionista di video e traduttore. Ci trasferimmo in una casa più grande e mamma prese l’abitudine di andare a ballare con delle amiche, mentre papà preferiva restare a casa a studiare le lingue. Anche se mia madre era bellissima e ballava molto bene, lui non era geloso. Eravamo felici e io desideravo un fratello, ma loro non riuscirono a darmelo e so che questo li fece soffrire. Mia madre era molto protettiva nei miei confronti; se c’era da mandarmi da qualche parte, lei diceva ‘L’è minga bona’, cioè ‘non è capace’ e questo suo atteggiamento, quando sono cresciuta, mi ha reso a tratti insicura. Ma non lo faceva apposta, era fatta così e io ero tutto per lei. Quando mi sono fidanzata e poi sposata con mio marito Biagio nel 1967, sia mia mamma che mio padre hanno atteso con gioia  i nipoti. Nel ’68 ho avuto Luigi, nel ’69 Claudio e nel ’71 Debora e lei era felicissima. Per aiutare la famiglia, fece qualcosa che all’epoca era inusuale: si iscrisse alla scuola guida e prese la patente. Mio padre le comprò una Fiat 127 bianca, che però usò poco: qualche mese dopo finì in mezzo ad un prato e decise che avrebbe smesso di guidare! Così comprò un motorino, in realtà simile ad una bicicletta. Ma la sua felicità durò poco: nel 1976 ebbi un altro figlio, Francesco, ma morì pochi mesi dopo. Lei lo amava con tutta se stessa, anche perché Francesco soffriva di una cardiopatia congenita, era fragile proprio come lo era lei da bambina. Per tutti i 4 mesi in cui Francesco visse, lei non lo lasciò mai solo. Era sempre in ospedale mentre io dovevo occuparmi degli altri figli. Gli parlava, lo toccava, cercava di svegliarlo. E quando lui se ne andò, lei non si diede pace. Perse il sorriso, ci mise tempo a ritornare la donna che era. Francesco fu sepolto nella tomba di famiglia, vicino ai miei nonni, vicino a lei e a mio padre Vincenzo. Mio padre morì nel 2002; la sua malattia lo portò a stare bene fino alla fine e poi a stare malissimo per un breve periodo, prima di lasciarci. Quando successe, mia madre non era preparata a perderlo. Andò a camminare per mezz’ora in giardino, scuotendo la testa, poi venne da me e disse ‘E’ andata così’. Litigò con Dio. Io stessi male per mesi, lei sembrò superare in fretta il lutto, dimenticando, guardando avanti. Poi mi resi conto che stava soffrendo moltissimo, ma che la sofferenza se la portava dentro. Invece di chiudersi in sé stessa, cercò di andare incontro agli altri. Quando faceva la spesa, vedeva chi aveva bisogno di aiuto e il pomeriggio, verso le 2, andava in bici dalle amiche, che la aspettavano per due chiacchiere o per mangiare. Poi andava al cimitero a trovare il marito e il nipotino. Poi adottò un cagnolino, Luna, che abbaiava a tutti tranne a lei. Le dava da mangiare tutto quello che mangiava lei, la trattava come un essere umano e lei gradiva. Ma la vita di mia madre era destinata a cambiare nuovamente, quando nel 2009 le arrivò l’invito di C’è posta per te. All’inizio non voleva saperne di andarci, le sembrava una perdita di tempo“…Eppure, sappiamo tutti com’è finita: colpita dalla sua vivacità, Maria De Filippi l’ha poi invitata a Uomini e Donne, dove ha fatto da madrina alla versione Senior del programma, che riportava le sue parole: ‘l’amore non ha età’.

Fonte: Di più

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