Carlo Verdone: “Grazie alla mia fissa per la medicina, ho salvato la vita a tanti amici!”

Edicola Aprile 26, 2015

Carlo Verdone: “Grazie alla mia fissa per la medicina, ho salvato la vita a tanti amici!”

Quando c’è di mezzo il cinema, Carlo Verdone non si tira mai indietro. Ecco perché ha deciso di accettare l’invito di Luigi Abete, presidente di Cinecittà World, a battere il primo ciak per la riapertura del grande parco tematico italiano sui film. “Le persone che hanno investito su questo progetto sono miei amici, quindi sarebbe stato impossibile per me rifiutare. Il parco non solo è pieno di grandi scenografie realizzate da un grande nome, Dante Ferretti, ma anche di spettacoli straordinari e io spero di portare fortuna a questa struttura. Anche perché mi sono dovuto alzare alle 6.30 e spero che questo piccolo sacrificio sia stato a fin di bene! Cinecittà racchiude una parte della storia del cinema italiano. Per quanto mi riguarda, vi ho girato Stasera a casa di Alice, 7 chili in 7 giorni, e I due carabinieri: per me è come essere a casa“. Quando gli si fa notare che per lui, però, sono lontani i tempi in cui lui portava i suoi figli al parco giochi, Carlo risponde: “Direi di sì! Giulia e Paolo sono ormai vicini ai 30 e lavorano. La prima sta seguendo più o meno la mia strada, ma come produttrice; Paolo invece è laureato in Lettere e filosofia ed  è un bravo chitarrista. Lui potrebbe diventare un attore professionista, ma non è molto interessato. Ho la nomea di persona ansiosa, ma non sono come alcuni personaggi dei miei film! Sono una persona molto scrupolosa e se sento che qualcosa non mi convince vado a farmi controllare. E tendo a mandarci anche gli altri!“. Infatti, in passato, l’attore romano ha salvato diversi amici grazie alle sue intuizioni e alla sua passione per la medicina: “Sì, credo di esser stato benefattore per tante persone, sono stato in grado di formulare diagnosi attente e scrupolose, che hanno salvato delle vite. Se non avessi fatto l’attore, mi sarebbe piaciuto essere il vecchio medico di famiglia che andava per le case con la borsa a visitare i malati. Mi è sempre piaciuta l’idea di fare del bene alle persone. In fondo, anche un film è antidepressivo, privo di effetti collaterali! Mi sono laureato in Letteratura italiana, per fare il professore o il giornalista. Poi però mi sono trovato catapultato in questo settore. In fondo sono cresciuto in una famiglia che mi ha avvicinato al mondo dello spettacolo: mio padre era docente di cinematografia e mia madre mi ha fatto sì che emergesse la mia passione per la recitazione: fin da bambino mi piaceva fare le imitazioni, ma ero timido e lei mi ha incoraggiato“.

Fonte: Nuovo

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