‘The Voice of Italy 3′: l’opinione di Chia sulla decima puntata

Chia Aprile 30, 2015

‘The Voice of Italy 3′: l’opinione di Chia sulla decima puntata

Ed eccoci alla fase clou di The Voice of Italy, quella dei Live Show, dove non sono più le sole preferenze dei coach a consentire ai talenti in gara il passaggio alla puntata successiva, ma entra in gioco anche il temutissimo televoto.

E sarà che non siamo né ad Amici né al Grande Fratello, sarà che il pubblico di questo talent è decisamente più di nicchia rispetto a ciò a cui siamo abituati noialtri fruitori di sano trash, ma ieri sera ho condiviso praticamente tutti i terzetti che in ciascun team il pubblico da casa ha deciso di salvare, come anche le decisioni finali dei coach su chi tra gli ultimi due cantanti rimasti invece eliminare.

Grandissima la delusione per Dany Petrarulo, che mi aveva colpita per delle esibizioni molto intense ma nella performance sulle note di Guerriero di Marco Mengoni è stato un completo disastro, per lo meno durante tutta la prima parte.. So benissimo che il paragone era di quelli tosti, ma da uno come lui mi aspettavo qualcosina di più che quella vocetta fiacca che c’è toccato ascoltare (e vada per i complimenti di Noemi, alla fine era la sua coach, ma proprio non mi spiego quelli di J-Ax di fronte ad un’esibizione così oggettivamente scarsa, giuro). La giovanissima Alessia Labate era senz’altro l’elemento debole del #TeamFach, come anche Francesca Cini (in arte Tekla) del #TeamAx. Il timbro caldo di Tommaso Gregianin inizialmente mi aveva intrigata manco poco, ma come spesso accade l’enfasi m’è passata velocemente, non appena mi sono accorta di quanto le sue esibizioni fossero tutte l’una uguale all’altra, rasentando così la noia più assoluta. Quattro eliminazioni assolutamente meritate, per quanto mi riguarda.

Tra le mie performance preferite della serata rientrano senza dubbio quella di Thomas Cheval che ha cantato Addicted To You di Avicii (un ragazzo non solo vocalmente dotato ma anche di un’umiltà straordinaria, che magari ce ne fossero di più così!), quella di Fabio Curto sulle note di The Scientist dei Coldplay (finalmente un maschio che sa di maschio… la mia tv trasudava testosterone ad ogni nota emessa, per dire…) e quella di Roberta Carrese che si è approcciata al grande Fabrizio De André con rispetto ed originalità, regalandoci una versione rock di Amore Che Vieni, Amore Che Vai davvero meravigliosa.

Ma quello che va detto va detto, e per me non ce n’è proprio per nessuno: di The Voice quest’anno ce ne sono solo due, e sono senza dubbio alcuno quelle mega fighe di Sarah Jane Olog e Arianna Carpentieri, in arte Ira Green. Non me ne vogliano gli altri, ma per quanto mi riguarda non ci sono proprio paragoni, queste due spaccano! Non hanno mai sbagliato una performance dall’inizio del percorso ad ora, ed ogni loro esibizione è stata un tripudio di sensualità, energia e voce pazzesca. E lo so che dare della sensuale a una come Ira è un po’ un azzardo, ma per una tutta inguainata in una tutina di pelle col tacco 12 che -quando le annunciano di aver passato il turno- per esultare in perfetto stile camionista rischia di spaccare i polsi a quei due poracci a fianco a lei che le tenevano la manina potrei quasi cambiare parrocchia, sapevatelo.

In conclusione, apro giusto una piccola parentesi riguardo l’annuncio che hanno fatto Roby e Francesco Facchinetti prima di decidere chi avrebbero eliminato, quando hanno comunicato ai loro cinque talenti arrivati ai Live che, comunque andrà a finire il programma, se non sarà la Universal a produrre un loro album saranno proprio i due coach a farlo. Un attestato di stima professionale che, fossi in uno dei cinque, mi farebbe gongolare da qui fino all’eternità. C’è chi li vede come un numero, e chi come delle giovani promesse in cui credere e sulle quali investire. Chapeau, #TeamFach.

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