Roberta Bruzzone contro Virginia Raffaele: “Se lavoro in tv è perché sono una professionista seria!”

Edicola Maggio 22, 2015

Roberta Bruzzone contro Virginia Raffaele: “Se lavoro in tv è perché sono una professionista seria!”

Ha fatto molto discutere, in questi ultimi tempi, la polemica nata in seguito ad una delle imitazioni che Virginia Raffaele ha portato in scena durante una puntata di Amici. L’imitatrice, infatti, ha proposto la caricatura della criminologa Roberta Bruzzone, ma quest’ultima non ha molto gradito la performance ed ha manifestato tutto il suo disappunto, minacciando la querela (QUI per leggere la notizia). “Mi ha infastidito il continuo, reiterato, becero riferimento ad abitudini e contenuti sessuali, a una sessualizzazione caricaturale che non mi appartiene, attribuendomi condotte infamanti, come quella di aver ottenuto successo professionale non per meriti e fatica di tanti anni passati sulla scena del crimine in difesa delle vittime, ma facendo intendere che sto in tv perché elargisco favori sessuali a diverse persone. Questo lo trovo disdicevole e offensivo; per di più da una donna!” ha dichiarato lei indignata. Ovviamente, il pubblico ha reagito manifestando sostegno nei confronti della comica, che probabilmente non intendeva ledere in tal senso l’immagine della criminologa, ma solo ironizzare. Chiedendo il parere di un esperto, l’avvocato Cataldo Calabretta, docente di Diritto dell’Informazione, risponde: “Non credo che Roberta Bruzzone abbia problemi con la satira, conosce bene i meccanismi della tv ed è cosciente che è una forma d’arte ‘particolare’ Già nel 2011 veniva imitata dalla Raffaele, ma non ha mai mostrato disagio pubblicamente. Peculiarità della satira è la deformazione del reale come ‘idea originale’, per provocare il divertimento del pubblico cui è destinata. La satira è un diritto garantito dagli articoli 21 e 33 della Costituzione. Per essere accettata come libera manifestazione del pensiero, deve essere innocente, innocua e sorridente, se, invece, si eccede da tali limiti, si è in presenza di un comportamento denigratorio e lesivo dell’altrui reputazione e, come tale, censurabile sia penalmente che civilmente. Di recente, la Corte di Cassazione ha specificato che il diritto di satira, anche se può essere volgare, non può oltrepassare un certo limite. In questi casi scatta il reato di diffamazione“. Così, quando gli si fa notare che la Bruzzone è decisa a portare in tribunale la Raffaele, il Professore risponde: “E’ un suo diritto. E sarebbe opportuno, attraverso la satira, far ridere senza ‘scadere’!“.

Fonte: Vero tv

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