Mario Cipollini: “Chi ha successo in Italia viene messo alla gogna, ma io sono rinato grazie alle mie figlie!”

Edicola Settembre 22, 2015

Mario Cipollini: “Chi ha successo in Italia viene messo alla gogna, ma io sono rinato grazie alle mie figlie!”

Con la partecipazione al programma di Carlo Conti Si può fare, dove si è cimentato in una serie di imprese ‘impossibili’, Mario Cipollini ha interrotto un lungo periodo di assenza dalla televisione e dal mondo dello sport dopo un periodo di difficoltà personali: “Rompo il silenzio dopo un lungo periodo di difficoltà. Sono stato accusato di evasione fiscale per 15 milioni di euro e per questo mi avevano condannato a 22 mesi di carcere, ma in Corte d’appello ho vinto, dimostrando di essere innocente grazie alla mia residenza a Montecarlo. Avevano messo me e le mie figlie con le spalle al muro. L’Italia non perdona chi ha successo!” commenta il campione di ciclismo, che apre le porte della sua villa in Versilia e si mostra con le sue bellissime figlie Lucrezia e Rachele. E riprende: “Dopo aver vinto il processo per evasione, credevo di aver fatto pace con Dio e invece hanno tirato fuori dei verbali di un medico spagnolo, Eufemiano Fuentes, accusato di fornire sostanze dopanti a sportivi in tutto il mondo, e il mio nome è finito subito su tutte le prime pagine dei giornali. Ma io non mi sono mai drogato, al contrario di tanti altri. Su questo fronte la partita non si è ancora conclusa, ma anche stavolta vincerò con calma e pazienza. Per fortuna ci sono le mie figlie, alle quali devo dire grazie perché non mi hanno mai abbandonato con il loro amore. La parola doping nel nostro sport si usa troppo facilmente. Quando il mio collega Marco Pantani è morto, sette procure indagavano su di lui, neanche fosse un boss! Ancora oggi non c’è chiarezza sulla morte del mio amico. Questa è l’Italia che umilia i suoi campioni e si ciba di invidia sociale e materiale. Il ciclismo oggi in Italia è defunto. La dimostrazione è che Vincenzo Nibali corre per l’Astana, una squadra kazaka, perché i team italiani non esistono più e nessuno investe in questa disciplina. Ai giornali interessa solo fare scoop, dello sport in sé, ormai, non scrivono più neanche una riga“.

Fonte: Chi

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