Max Giusti: “La mia prof diceva che non avrei combinato niente nella vita. Invece ce l’ho fatta!”

Edicola Settembre 25, 2015

Max Giusti: “La mia prof diceva che non avrei combinato niente nella vita. Invece ce l’ho fatta!”

Conduttore televisivo e radiofonico, attore e imitatore, showman e doppiatore, Max Giusti festeggia trent’anni di carriera: “Sembra un sogno essere riuscito a realizzarmi in questo lavoro” racconta lui, che celebra questa tappa partecipando al Tale e quale show, il programma del venerdì sera di Raiuno, condotto da Carlo Conti. “Lo affronto con l’entusiasmo che mi contraddistingue sul lavoro. Io cerco sempre di impegnarmi al massimo in quello che faccio e spero di riuscirci anche in questa occasione. Spero di fare bene e di divertirmi, come è successo fortunatamente fino a oggi nella mia carriera“. Rispetto agli altri concorrenti di Tale e quale, infatti, Max ha qualcosa in più, dato che è un imitatore provetto: famosa, infatti, è la sua imitazione di Cristiano Malgioglio. “In realtà anche i miei avversari sono davvero bravi. Comunque io cercherò di sfruttare al meglio questa mia caratteristica” commenta lui, e quando gli si chiede quale episodio del passato ricorda in modo particolare, dice: “Sì, ce n’è uno. Ho incontrato un vecchio compagno di scuola che mi ha ricordato la frase che una nostra professoressa mi ripeteva spesso diceva che nella vita non avrei realizzato mai nulla di buono. Invece ce l’ho fatta! Non sono più andato a trovare la mia insegnante, la mia educazione non me lo permette. Ma il momento più bello e quello che deve ancora venire perché in questo mestiere non ci si può fermare mai: bisogna sempre guardare avanti, studiare e rinnovarsi. Il successo non ti cambia; è la vita a cambiarti con le sue vicissitudini. Io non ho mai dimenticato le mie origini semplici, che racconto con il sorriso nei miei spettacoli. Il sano attaccamento alle radici mi ha reso ancora in grado di stupirsi, emozionarsi e apprezzare le cose normali“. Inoltre, Max ha anche avuto l’occasione di far ridere Papa Francesco: “E’ stata una gioia immensa! In quell’occasione il Papa incontrava i ragazzi delle scuole e io, dopo aver recitato una filastrocca in quasi tutti i dialetti italiani, ho inserito anche la versione con una lieve inflessione argentina. A quel punto il Pontefice si è fatto una fragorosa risata“. Tornando indietro fino ai tempi in cui non era ancora iniziata la sua carriera, quando gli si chiede che studente fosse, Max risponde: “Non ero esattamente uno studente modello, soprattutto perché non avevo molta voglia di stare sui libri. Ho frequentato il liceo scientifico, ero bravo nelle materie umanistiche, meno in tutte le altre! Certamente non ricordo un’estate serena: avevo sempre i libri accanto a me. Probabilmente gli esordi professionali, però, sono stati più duri, perché non sono quasi mai idilliaci. Nonostante ciò, non si dimenticano. In quel periodo in me c’era grande vitalità, voglia di imparare e anche un pizzico di sana incoscienza. E’ stato faticoso ma entusiasmante: perciò consiglio ai giovani di non arrendersi mai, perché difficilmente qualcuno crederà da subito nelle loro potenzialità. Nel bene e nel male, sono orgoglioso di tutto ciò che ho fatto. La grande popolarità la devo soprattutto a due trasmissioni: Quelli che il calcio e Affari tuoi. Quest’ultima, in particolare, mi ha permesso di entrare quotidianamente nelle case della gente, diventando uno di famiglia. Forse per questo motivo sono particolarmente legato ai ‘pacchi‘”. Infine, quando gli si chiede che papà è per i suoi due figli, Matteo e Caterina, risponde: “Nonostante gli impegni mi portino spesso lontano da casa, cerco di essere presente e di dedicare ai miei bimbi più tempo possibile: so che la presenza dei genitori è fondamentale per il loro equilibrio e per la loro serenità. Li faccio divertire, naturalmente. Se da trent’anni faccio ridere il pubblico, vuoi che non mi esibisca anche per loro? Cosa cambierei del mio carattere? Vorrei avere un po’ più di ‘corazza’, ovvero imparare a farmi scivolare di più le cose addosso“.

Fonte: Nuovo

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