Leonardo Pieraccioni: “Se finisco in galera, la persona che mi mancherà di più è mia figlia Martina!”

Edicola Dicembre 18, 2015

Leonardo Pieraccioni: “Se finisco in galera, la persona che mi mancherà di più è mia figlia Martina!”

Nel suo ultimo film, Il professor Cenerentolo, Leonardo Pieraccioni racconta, con la consueta simpatia, la sua ultima fatica cinematografica, che arriva a vent’anni dalla prima. Stavolta, si concede un film un po’ diverso dal solito, in cui ha arruolato come comparsa anche sua figlia Martina, avuta dall’ex compagna Laura Torrisi. La protagonista femminile è sempre stata una bellezza del cinema italiano e stavolta non fa eccezione: ad accompagnarlo c’è Laura Chiatti. Quando gli si chiede com’è stato dividere il set con lei, l’attore toscano risponde scherzando: “Morgana, il mio personaggio, racconta di avere il 25% di disabilità mentale. Laura, invece, arriva abbondantemente al 38%, anzi, addirittura al 62! Scherzi a parte, è una compagna di set straordinaria. E’ riuscita persino a far arrossire Massimo Ceccherini! E’ dotata di quel pizzico di sana e genuina follia che è l’ingrediente più importante per chi vuole continuare a fare commedia: sul set era sempre pronta e allegra. Solo una volta l’ho vista preoccupata. Io ho pensato di rassicurarla sulla scena che stava per girare; lei, invece, era tranquilla per quanto riguarda il film. La sua preoccupazione era un’altra: aveva appena ricevuto una telefonata e aveva saputo che le avevano sbagliato la consegna del lampadario a casa!”. Quando gli si chiede se è vero che l’idea del film gli è venuta in seguito ad una visita al carcere, lui spiega: “L’intuizione mi è arrivata quella volta che ho presentato un film all’interno del carcere di Prato. In quell’occasione, dopo la visione della pellicola, durante il buffet mi sono intrattenuto a parlare con tante persone. Di queste, non sapevo chi fossero detenuti e chi no. Ed ecco che questa sensazione, questo equivoco, l’ho messo al centro della storia del film. La protagonista femminile Morgana, infatti, crede che Umberto, il professore che interpreto, frequenti il carcere perché ci lavora e non perché sta scontando una pena. Non a caso, il mio Cenerentolo, a mezzanotte si dilegua, perché a quell’ora scadono i permessi che gli sono concessi dal direttore. ho voluto regalarmi, a 50 anni, un film diverso dal solito. Racconto una coppia davvero indissolubile, formata da un padre e una figlia. Anche il personaggio femminile, che in personaggio rappresentava la felicità del protagonista, stavolta è un tramite per riconquistare la figlia. Quando ho fatto sopralluoghi nei carceri per realizzare il film, la cosa più straziante è stato vedere nelle celle le foto dei figli dei detenuti. La cosa che mi mancherebbe di più se fossi condannato a tre anni di reclusione, come il protagonista del film, sarebbe la crescita di mia figlia. Lei è stata felicissima di far parte del film, ma, tanto per cambiare, ha tenuto a dire la sua: ha notato che lei appare in una sola scena, mentre io sono in tutto il film e la prossima volta vuole essere almeno in quatto scene!“.

Fonte: Top

COMMENTI