Fattore M: spazio dedicato a Marco Mengoni. 16 sold-out per la trance primaverile del #Mengonilive2016. #LiberandoPalabrasEnMadrid…

Isa Maggio 21, 2016

Fattore M: spazio dedicato a Marco Mengoni. 16 sold-out per la trance primaverile del #Mengonilive2016. #LiberandoPalabrasEnMadrid…

(rubrica a cura di Valentina P.)

Salve a tutti! Sembra incredibile, ma si è (già) quasi conclusa la trance primaverile del #Mengonilive2016. 16 date nazionali, da Torino a Verona, per 16 sold-out, con la App Marco Mengoni che ha superato abbondantemente la soglia dei 100.000 download. Davanti a noi, ormai solo le due attesissime date all’Arena di Verona del 21 e 22 maggio dove – ne sono certa – ci saranno meno effetti speciali, ma emozioni a secchiate: sarà infatti la prima volta di Mr. Mengoni con il suo LIVE nell’anfiteatro più prestigioso al mondo. Prima di spiccare il volo per la Spagna, dove terrà il suo primo vero concerto spagnolo al Teatro Barcelò di Madrid. Fino ad oggi, in terra iberica Marco aveva fatto giusto qualche incursione, partecipando a trasmissioni radio e TV, esibendosi durante gli showcase di presentazione degli album, ma un vero spettacolo suo (a pagamento) non lo aveva ancora tenuto. Già me lo immagino, intento a ripetere a macchinetta i brani di #LiberandoPalabras, terrorizzato all’idea di dimenticarsi le parole! Anyway, in questi giorni ho scoperto che sul canale ufficiale VEVO del MengonS, stanno pubblicando “Liberando Palabras en Madrid”, brevi video a puntate (fino ad ora quattro) che narrano per immagini e musica l’arrivo del nostro eroe in Spagna. Interessantissimi soprattutto perché, se non avete comprato l’album in spagnolo, fanno sentire buona parte dei brani riadattati: it’s fantastic!

(per chi volesse, QUI QUI e QUI gli altri episodi)

Ad assistere allo spettacolo spagnolo non ci sarò, ma l’Arena di Verona non me la perderei per nulla al mondo. Le parole spese la scorsa settimana per descrivere la data milanese le ho rilette, ma credetemi, mi paiono scarsamente rappresentative di ciò che lo show racchiude. Non lo dico per piaggeria, ma bisogna provare per credere. Traggo spunto da un articolo scritto da Ernesto Assante su “La Repubblica”:
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”Presentare Marco Mengoni è relativamente facile. Si, perché se c’è un artista che dal vivo, in questo momento in Italia, riesce a coniugare perfettamente la spettacolarità con la qualità, l’impatto emotivo con l’intelletto, la comunicativa e la profondità, senza uscire dal seminato del pop, è certamente lui. Mengoni è molto cresciuto negli anni, ha sviluppato uno stile personale, calibrato attorno ad una vocalità duttile e espressiva, costruendo musica popolare che potesse essere in sintonia con i tempi, con i gusti del pubblico e con il suo desiderio di innovazione. No, non stiamo parlando di scelte “rivoluzionarie”, Mengoni è e resta un autore pop, ma la sua visione del pop ha contribuito in maniera determinante, a nostro avviso, a rinnovare il mainstream nazionale, a farlo uscire dalle secche della ripetitività e del provincialismo, puntando dritto al confronto non con la canzone italiana ma con quella internazionale e, con soddisfazione del pubblico, riuscendo a non perdere la sua anima”.
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Ragazzi, io spesso mi limito nei giudizi e, per onestà intellettuale, cerco di frenare i miei entusiasmi. Questo perché so di avere una conoscenza di storia della musica non infinita, e quindi non mi reputo in grado di fare certe dichiarazioni importanti. Ma davvero guardare Marco che si esibisce dà una sensazione “strana”. Lui è pop, puramente e schiettamente, ma è nel contempo “alto”. Nella qualità musicale, testuale, spettacolare. E questo rende il suo stile unico nel suo genere, riconoscibile, quindi innovativo (mi riferisco al panorama italiano, prevalentemente).

E tanto per supportare queste tesi, dalla data milanese del 6 maggio scorso, vi propongo “Nemmeno un grammo” (che doveva essere il terzo singolo, mannaja li cani!), un pezzo che live spacca:

E di “Non me ne accorgo”, ne vogliamo parlare???? (nella versione dell’Unipol Arena di Bologna):

E dato che sto dando spazio a brani lenti e rilassanti (…), rilancio (e chiudo) con un cocktail micidiale: “I got the fear” e la cover di “Freedom” di Pharrell Williams, con le quali è stato dato il colpo di grazia alla mia dignità umana:

Sempre tratte dalla seconda data milanese. C’è altro da dire? Alla prossima, Valentina

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