Fattore M: spazio dedicato a Marco Mengoni. “Sai che” e “Ad occhi chiusi” certificati Disco d’Oro. Recensione della prima data milanese della trance autunnale del #Mengonilive2016

Isa Novembre 19, 2016

Fattore M: spazio dedicato a Marco Mengoni. “Sai che” e “Ad occhi chiusi” certificati Disco d’Oro. Recensione della prima data milanese della trance autunnale del #Mengonilive2016

( rubrica a cura di Valentina P.)

Salve a tutti! Allora, siccome mercoledì 16 novembre ho partecipato alla seconda data ufficiale (senza contare la Data Zero di Mantova) del #Mengonilive2016 in quel di Milan, e ho tremila cose da dire a riguardo (ohmmmmyyyyygoooooood!!!), parto con le notizie ufficiali della settimana così me ne “libero” subito e amen.

Allora, notizie di certificazioni: alla settimana 45 del 2016 FIMI/Gfk ha assegnato a Mr. Mengoni due nuovi Dischi d’Oro, per i brani “Sai che” e “Ad occhi chiusi”. Per i non esperti, segnalo che il Disco d’Oro viene assegnato al raggiungimento delle 25mila copie vendute. “Sai che” è il nuovo singolo in rotazione da un mesetto e quindi il traguardo era più che atteso (anzi, credevo sarebbe arrivato prima…). “Ad occhi chiusi”, invece, non è mai uscita come singolo ufficiale, ma è stata al centro della spettacolare performance di Marco in apertura del primo Live Show di X Factor 10, peraltro accompagnato al piano dal cantautore inglese Matt Simons.

Assolte le formalità burocratiche, passo alla cronaca del live. Allora, come anticipato ho partecipato alla prima data milanese del #Mengonilive2016, celebratasi nel tempio meneghino della musica, il Mediolanum Forum di Assago, gremito in ogni ordine di posto. Un sold out da brivido, un pienone di gente variopinto ed eterogeneo. Io ero circondata da un sacco di uomini, giovani, anziani, nonni, padri. Che sorridevano, applaudivano, si lanciavano in esclamazioni eccitate e danze compulsive durante tutto l’arco dello show. Un pubblico decisamente lontano dallo stereotipo della teenager scalmanata, insomma, a riprova del fatto che il target di pubblico di Marco si è decisamente evoluto in questi anni, esattamente come lui. Lo show. Allora. Scenografia pressochè immutata rispetto alla tranche primaverile, per cui l’impressione generale era di profonda somiglianza nell’impostazione dei due spettacoli. Cosa a tratti vera ma, a un occhio (e soprattutto orecchio) più attento, da maggio a oggi sono stati fatti passi da gigante. In primis nella scaletta, in cui Marco ha operato delle scelte di qualità, sottraendo pezzi come “Dove si vola”, “Solo”, “Mai e per sempre” e “La nostra estate”, e sostituendoli con due inediti e una serie di mash-up da atmosfera. Mi spiego meglio: si coglie nettamente l’intento di personalizzare il concerto in ottica “show”, evitando di eseguire i brani in stile “fedele riproposizione del disco”, e scegliendo di procedere per “creazione di atmosfere”. Esempio? La scelta di proporre l’inedito “Onde” accostato a “One dance” di Drake.
Ma anche l’accorpamento della sezione finale della scaletta, trasformata in un energico medley-disco contenente, tra gli altri, “Una parola”, “Io ti aspetto”, ma anche “I feel love” di Donna Summer ed “End of time” di Beyoncè. Una bomba ad orologeria. Analisi stilistiche assolte, una menzione particolare va all’inedito “Se imparassimo”, un brano con un testo davvero interessante e introspettivo.
………………………………………………………….
Se imparassimo
che le parole non bastano
che le occasioni si perdono
e non ritornano mai
se capissimo
che i silenzi ci chiudono

Perché gli idioti comandano
e ci ripetono di guardare non toccare…
…………………………………………………………

Da approfondire!

Per il resto, un’altra differenza rispetto al passato tour che tengo a sottolineare riguarda la libertà.
Ho trovato Marco più libero, sia rispetto alla proposizione dei brani (meno fedele che nelle scorse tournee), sia nei parlati durante lo spettacolo, più spontanei e “veri”. Il Mengoni ha sottolineato l’esigenza profonda di fermarsi a godere degli attimi, delle emozioni vissute. Infine, l’ho (ri-)trovato più libero nel canto. Ha fatto un mucchio di variazioni, ha tirato fuori la voce con più potenza che in passato, “suonandola “ più liberamente e regalandoci anche qualche attimo di godurioso virtuosismo. E non parlo di virtuosismi spocchiosi “da figo”, bensì di frammenti di libertà vocale assoluta. E tanto per darvi un saggio del mix esplosivo di cui sto parlando, ecco “Sai che” (da notare il finale da brivido):

Ha cantato benissimo, benissimo, benissimo. Ragazzi che bomba quest’uomo, è incredibile come riesca progressivamente a superarsi nell’uso della voce, nel ricreare atmosfere e suggestioni, nell’emozionare, nel comunicare. È una persona speciale, autenticamente. Come ogni volta, consiglio di cogliere l’occasione di andare a vedere i suoi concerti dal vivo, perché io posso dilungarmi a parole, ma i fatti cari miei… i fatti sono altra cosa. Si esce dai suoi concerti con un mega-sorriso stampato sul volto e con il cuore traboccante di bellezza e di vita.

Prima di chiudere, vi propongo l’altro inedito della serata, la danzereccia “Onde” (mixata con “One dance”).

Alla prossima!

COMMENTI