Blog ‘n’ Book
Chia Febbraio 21, 2011
Eccoci all’appuntamento con la rubrica tutta dedicata al mondo della lettura, a cura della nostra Muñeca..
“Il deserto dei Tartari” di Dino Buzzati
Il romanzo segue tutta la vita di Giovanni Drogo, dal momento in cui questo, ventunenne pieno di ambizioni, arriva alla Fortezza Bastiani, sua prima destinazione dopo la recente nomina a tenente. La Fortezza, ultimo avamposto ai confini settentrionali del regno, domina la desolata pianura chiamata “deserto dei Tartari”, un tempo teatro di rovinose incursioni da parte dei nemici. Tuttavia, da molti anni nessun attacco è più giunto da quel fronte, e la Fortezza, svuotata ormai della sua importanza strategica, è rimasta solo una costruzione arroccata su una solitaria montagna, di cui molti ignorano finanche l’esistenza. Dimenticata da tutti, essa continua tuttavia a vivere secondo le norme ferree che regolano gli organismi militari, ed esercita sui suoi abitanti una sorta di malia che impedisce loro di lasciarla. I militari che la abitano sono, infatti, animati e sorretti da un’unica, inconfessata speranza: vedere apparire all’orizzonte, contro le aspettative di tutti, i nemici. Fronteggiarli, combatterli, diventare eroi: sarebbe l’unica via per restituire alla fortezza la sua importanza, per dimostrare il proprio valore e, in ultima analisi, per dare un senso agli anni spesi in quel luogo. Anche Drogo, che pure si proponeva di rimanere alla Fortezza per pochi mesi, ne rimarrà affascinato, dalle rassicuranti e pigre abitudini che vi scandiscono il tempo, dalla speranza di una futura gloria che lo porterà ad investire i suoi vent’anni, e poi la sua intera vita, in una speranzosa, e infine rassegnata, attesa. Soprattutto, domina la certezza di non poter più tornare indietro. Sin dalla sua prima licenza, dopo quattro anni di permanenza, Drogo sentirà un senso di estraneità e smarrimento nel ritornare al suo vecchio mondo, ad una casa che non può più dire sua, ad affetti a cui scopre di non saper più parlare. “Stupenda metafora dell’esistenza umana.Si è sempre in attesa di un qualcosa che non accadrà. La vita è vissuta da pochi, gli altri sono semplici spettatori.” “Un romanzo indimenticabile che non può mancare nelle librerie di chi ama la malinconia. Le sensazioni trasmesse da questo libro sono di una profondità unica, che solo un animo sensibile e sognatore può provare e comprendere.”
“Le città invisibili” di Italo Calvino
Città reali scomposte e trasformate in chiave onirica, e città simboliche e surreali che diventano archetipi moderni in un testo narrativo che raggiunge i vertici della poeticità. “Due sono le intramontabili suggestioni che derivano da questo immaginoso, aereo libro: il fascino del viaggio e della scoperta per terre lontane, evocato dall’atmosfera che aleggia sul libro, piu’ che dalle parole stesse del viaggiatore; e, naturalmente, la descrizione delle citta’, delle quali alcune fanno meraviglia (la citta’ sospesa, la citta’ dei non-ancora-nati, etc.), altre inducono alla riflessione costruttiva su aspetti delle citta’ reali (come la citta’ industrializzata che contempla malinconicamente il proprio passato agricolo, ma che non vorrebbe tornare indietro). Il tutto nello stile rutilante e veloce di Calvino. Uno dei suoi libri migliori.”
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