‘The Voice of Italy 2’: l’opinione di Isa sulla prima puntata
Isa Marzo 13, 2014
Confesso, non avevo mai visto una puntata di The Voice of Italy fino a ieri sera. E confesso pure che ero anche abbastanza scettica all’idea di dover iniziare. Insomma, nella versione americana del format anche se sei scettica ti piazzano tra i giudici unmetroeottantaduecentimetri di #uomopiùsexydel2013, leggasi Adam Levine leader dei Maroon 5, e alla fine vuoi o non vuoi ti convinci e un’occhiatina la butti (anche due, volendo ), nella versione italica l’impatto visivo è decisamente meno appetitoso tra la rasatura (e l’abbigliamento) no sense di Noemi, l’incontenibile fuga di peli di Piero Pelù, la distesa di tatuaggi di J-Ax finisce che la visione più gradevole ce la riserva la Raffaellona Carrà che a più di 70 anni ha un fisichetto che fa impallidire tre quarti delle sgallettate under 30 che popolano la tv nostrana (a tal proposito qualcuno faccia un bliz, cerchiamo di scoprire cosa mette la Carrà nel latte, troviamo la pozione magica.. deve esistere una posizione magica )
Eppure mi tocca ammettere che l’apparenza inganna perché a dispetto di ogni mio pregiudizio lo spettacolo è stato godibilissimo. Chiaramente si trattava di una puntata di selezioni, il programma deve ancora entrare nel vivo e i protagonisti, ovvero i cantanti in gara, devono ancora emergere con le loro personalità. Per il momento ad emergere sono state le personalità dei coach e probabilmente sarò pure di parte perché da piccolina avevo tutte le cassette (le cassette, oddio quanto sono vecchia ) degli Articolo 31 e tuttora ricordo tutti i testi a memoria , ma ieri J-Ax è stato semplicemente favoloso! Oltre all’approccio estremamente tenero ed umano con tutti i ragazzi che hanno partecipato alle selezioni finali Ax ha mostrato di essere una miniera inesauribile di battute una più esilarante dell’altra , il top si è raggiunto quando dopo la performance di Antonella Anastasi sulle note di Run To You di Whitney Houston se ne è uscito con un “Sembrava una di quelle canzoni che mettono nei cartoni animati quando muoiono i cerbiatti“. AMOLO. Irrimediabilmente amolo. Per questa vena comica assolutamente sorprendente gli perdono pure tutti i 7689 “zio/zia” e i 9645 “spacchi/hai spaccato/stai spaccando/spaccherai”.
E di Raffaellona ne vogliamo parlare? E’ stata lei a regalarci il vero momento epico della serata: i giudici -girati di spalle come prevede il format- iniziano a sentire l’esibizione di Simone Di Benedetto sulle note di una canzone, Rosso, proprio made in Carrà. Raffaellona pigia sul pulsante rosso (il che vuol dire che è interessata alla voce e la vorrebbe nella sua squadra), la sua sedia si gira, Raffaella guarda la persona sul palco e a fine esibizione si verifica questo dialogo: Raffaela dice “Allora, come ti chiami?”, lui risponde: “Simone“, e lei “Ah, sei maschio? “. Cioè io ho rischiato di ridere allo sfinimento tipo Anacleto ne La spada nella roccia. E quando le hanno chiesto come abbia fatto a non capire che si trattava di un uomo dopo averlo visto a pochi metri di distanza ecco che è arrivata a ruota l’altra perla: “aveva una maglietta che sembrava che avesse due capezzolini qua… deve fare un po’ di ginnastica“. Epica, assolutamente epica.
Accanto ad un J-Ax in serata di grazia e ad una Raffaellona a tratti surreale gli altri due coach sono stati un attimo oscurati, di Piero Pelù, che lovvo sia come cantante che a livello umano, ricordo solo che cercava di invogliare i ragazzi ad entrare nella sua squadra usando sempre la stessa frase ovvero: “Vieni con me, ci divertiremo come dei maiali“, portandomi più di una volta ad interrogarmi su come si divertano i maiali e ad andare di conseguenza su Google e digitare ‘divertimento maiali’ per poi trovarmi catapultata su siti poco raccomandabili. Di Noemi ricordo l’ennesimo outfit da triplo orrore che però passava in secondo piano ogni volta che la rossa sorrideva con quella naturalezza e quella spontaneità che non possono non fartela star simpatica.
Per quanto riguarda le voci in gara se il vincitore si dovesse decidere questa sera io punterei la mia quota su Andrea Veschini che con quel pezzo di Jamiroquai eseguito alla perfezione con tanto di accompagnamento al pianoforte (suonato da lui stesso dal vivo) mi ha totalmente stesa. Tifo per lui (che ha deciso di entrare nel Team Noemi), spero di non dover scoprire di aver preso un granchio sentendo le prossime esibizioni.
Tra quelli che mi hanno colpito in positivo anche Tommaso Pini (Team Carrà) che nella voce ha un qualcosa di Marco Mengoni, solo un qualcosa però, per arrivare ai livelli di #bellodezia occorrono almeno 13 esibizioni perfette di fila come quelle che il Mengons inanellò nella edizione di X Factor alla quale prese parte. Tommaso, ce la farai?
Molto, molto brava anche Paola Bivona (Team Pelù), ho apprezzato moltissimo l’originale versione di Redemption song di Bob Marley che ha proposto e che ha messo in risalto un timbro assolutamente accattivante… da scoprire meglio.
Premio originalità a Giacomo Voli (Team Pelù) che con quel look alla Nevruz e con i capelli più setosi di quelli di Francesca Cioffi ci regala uno dei rari momenti rock della serata, timbro originale e tanta energia. Da riascoltare.
Mi ha invece lasciata perplessa l’entusiasmo spropositato dei giudici per Gianna Chillà che sul pezzo di Janis Joplin a me sembrava una tarantolata in preda agli attacchi di colite. Quelle urla strozzate mi davano proprio una sensazione di malessere, altro che emozioni. Però, boh, magari sono troppo ignorante per cogliere ciò che di fantastilioso c’era in quella performance. Che dire, la riascolterò, magari su altri pezzi e magari in un giorno in cui la ragazza avrà mangiato leggero.
Nota finale con annesso minuto di silenzio per Cristian De Leo che dopo una clip in cui si presenta come alternativo e amante del rock sale sul palco con la giacchetta di pelle alla Mick Jagger e il capello lungo alla Kurt Cobain per poi cantare… La notte di KekkoKonTreKappaDeiModà. Ovviamente nessuno dei 4 coach ha premuto il pulsante e si è girato. E direi che già il fatto che si siano limitati a questo invece di rincorrerlo per tutta Milano con un fucile in mano sia già una grande prova di tolleranza. Io sarei stata molto meno clemente.
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