Alberto Malanchino fa chiarezza sui “contrasti” con Pierpaolo Spollon sul set di Doc – Nelle tue mani 2

Categorie: Serie tv, Ultime News

In Doc - Nelle tue mani 2, Alberto Malanchino veste i panni di Gabriel Kidane. L'attore è stato intervistato da Fanpage.it e ha raccontato qualcosa sul suo personaggio che a causa della pandemia ha dovuto fare i conti con gli attacchi di panico che lo hanno portato a tentare il suicidio. Riportare in scena questi traumi non è stato semplice per Alberto:



L'ho preso come una sfida. Da una parte c'è stata molta gratitudine per lo spazio che è stato concesso al mio personaggio, dall'altra mi sono detto: "Ok, le cose iniziano a essere veramente grosse, speriamo di essere all'altezza". Quando la serie è andata in onda e mi hanno ricoperto di complimenti, è stata una bella riconferma dopo mesi di set, che sono stati belli ma anche tosti, perché entrare nelle parti oscure che tutti noi abbiamo è sempre un viaggio in un tunnel.

Calarsi nei panni di un personaggio così complesso ha richiesto molto studio per Malanchino:



Parto dal presupposto che a me non è mai capitato di pensare al suicidio o di soffrire di attacchi di panico, quindi non ho attinto da una situazione di vita che ho interiorizzato. Ma quando si recita, soprattutto in queste scene, si crea un'alchimia tra un testo scritto bene e la tua sensibilità. Noi attori siamo un po' come degli apprendisti stregoni, abbiamo dentro di noi tante boccette con le emozioni, i sentimenti, i ragionamenti possibili. E poi a un certo punto ti devi abbandonare. Non sei più tu a interpretare un personaggio, ma è lui che ti porta nel suo mondo. È come se avvenisse un piccolo miracolo, trovi la chiave per poter interpretare al meglio quel personaggio in quella scena. Gabriel mi ha regalato molto e quindi gli sono riconoscente.

Uno specialista lo ha aiutato durante le riprese:



Sì, un terapeuta – Marco Scicchitano – che ha aiutato sia me che Giusy Buscemi a capire un po' di più l'aspetto psicologico della faccenda. Giusy ha ricevuto indicazioni su come si deve porre un terapeuta nei confronti di un paziente, io ho fatto il percorso inverso. Abbiamo analizzato il caso di Gabriel per capire dove fossero le sue fragilità e debolezze e come avrebbero portato agli attacchi di panico e poi al tentato suicidio.

Sulla travagliata storia d'amore tra il suo personaggio ed Elisa, Alberto ha detto:

Per non rischiare spoiler, posso solo dire che la bellezza di Doc è che è una serie che non si appoggia mai su se stessa. Fino all'ultimo ci saranno interessanti colpi di scena per tutti i personaggi: Elisa, Gabriel, Riccardo, tutti. State attenti alle ultime puntate e la vostra pazienza verrà ripagata.

Non sappiamo ancora, però, se ritroveremo Gabriel anche nel corso della terza stagione:

Il fatto che Lux Vide stia pensando alla terza stagione, è stato confermato dallo stesso Luca Bernabei in conferenza stampa. Poi ovviamente stiamo aspettando anche il responso da parte della Rai. Per quanto riguarda Gabriel, lì fa molto l'innegabile bravura degli sceneggiatori. Magari in due stagioni c'è stata un'evoluzione incredibile del personaggio e pensi che più di quello non possa dare. Poi arriva la terza stagione e ne vuoi di più perché scopri dettagli ancora più incredibili su di lui. Quindi sicuramente c'è stata una grandissima crescita da parte di Gabriel, ma volendo potrebbe essere ancora più grande.

Malanchino ha infine parlato dei suoi rapporti con il collega Pierpaolo Spollon, che in Doc interpreta Riccardo. I due in un'intervista a Vanity Fair avevano rivelato di aver avuto dei contrasti sul set:

In realtà, non è successo niente di grave. Con Pierpaolo ci sentiamo, ci vogliamo bene. Su questo voglio tranquillizzare tutti. Semplicemente ci sono state delle divergenze su alcuni pensieri e abbiamo trovato una quadra, come succede anche nelle famiglie. Tieni presente che stiamo insieme dai sei agli otto mesi, siamo un gruppo di dieci, quindici attori più o meno della stessa età. Mangiamo insieme, giriamo sette, otto scene al giorno tutti i giorni. Ci può stare che ci siano delle piccole divergenze, ma questo senza limitare o danneggiare un rapporto. Siamo tutti professionisti e adulti, c'è stima.