È tornata negli studi di Verissimo, il salotto di Silvia Toffanin, Alice Campello.
La giovane influencer di origini venete, moglie del calciatore spagnolo Alvaro Morata, dal quale ha avuto quattro bambini, ha raccontato quanto le è accaduto dopo aver dato alla luce la piccola Bella.
Alice Campello dopo il parto cesareo ha avuto una forte emorragia che avrebbe potuto costarle la vita:È un racconto davvero scioccante quello di Alice Campello ai microfoni di Verissimo:Adesso va bene. Un po’ alla volta miglioro. Il parto è andato molto bene, tra l’altro è stato il più bel parto. Il problema è venuto dopo quando sono uscita, avevo anche la bambina in braccio, era andato tutto benissimo. A un certo punto ho iniziato a sentirmi male. Ho proprio l’immagine nella mia testa, quella di aprire la coperta e vedere un’emorragia enorme. In quel momento la mia preoccupazione è stata Alvaro. So che lui appena sto male sviene, è la prima persona che si preoccupa per me. In quel momento mi stavo preoccupando per lui. Ho visto la sua faccia, l’ho visto sbiancare e da lì non mi ricordo più nulla.
Erano le 930 di mattina e mi sono risvegliata alle 10 di sera. Sono state tantissime ore dove mi hanno intubata, sono stata lontana dalla mia famiglia. Ero in sala operatoria e mi immagino soprattutto loro, le persone che ti vogliono bene e che in tutte queste ore si sono immaginate qualsiasi tipo di cosa. Mi sono svegliata e mi hanno detto “guarda sono le 10”. Pensavo allora ho dormito solo mezz’ora. “No no sono le 10 di sera”. Allora ho iniziato a capire che era successo qualcosa. Ho avuto un emorragia che non si fermava più. 17 trasfusioni di sangue.
La mia fortuna è stata che è diminuita leggermente quindi i medici sono riusciti a intervenire e a cercare dei modi per farla fermare. Per tutte queste ore non ci sono riusciti, iniziavano a finire un po’ le idee. Mi hanno inserito un palloncino dentro l’utero e abbiamo aspettato fino alle due del pomeriggio del giorno seguente. Lì ci hanno detto “adesso lo proviamo a togliere se quando lo togliamo l’emorragia è finita possiamo stare tranquilli. Se invece continua dobbiamo pensare di togliere l’utero, sennò sarei morta.
E quindi siamo stati in ansia fino al giorno dopo. Poi grazie a Dio mi hanno tolto il palloncino è tutto è andato bene.
L’imprenditrice ha ammesso di vedere ora tutto con altri occhi:Io ho proprio l’immagine di Alvaro quando mi sveglio. Di mia madre. È stato veramente difficile. E soprattutto i bambini. Io il giorno prima avevo detto “domani mattina partorirò, verrete a conoscere la bambina”. E quindi loro erano molto emozionati. Poi vedevano che non venivano a trovarmi, allora chiedevano, facevano domande, non riuscivano a capire. Nessuno ha spiegato, ma è come se avessero capito. E quando mi sono svegliata mi hanno mandato una foto di loro che dormivano con la mia foto. È stato incredibile. Immaginarmi Alvaro, come avrebbe potuto essere la sua vita in caso mi fosse successo qualcosa di grave.
Alice Campello ha poi proseguito:E penso che sono cose che alla fine ti toccano per tutta la vita. Adesso ogni cosa la vedo in un modo diverso. Ogni gesto. Persino i bambini hanno questa sensibilità di essersi resi conto, nonostante non avessimo spiegato bene. Mi portano un fiore ogni secondo, raccolgono un sassolino e me lo portano. Mi chiedono se sto bene ogni tre secondi. Sono molto dolci.
Io mi sono spaventata tanto. Sono stata in terapia intensiva e ci ho messo un po’ per capirlo. Quando sono arrivata a casa ovviamente ho pianto per una settimana intera. È stata dura, soprattutto per le persone che amo. Io pensavo più a loro che al fatto di stare male. Perché mi immaginavo mio marito con i quattro bambini, a dover dare spiegazioni. Tutto quello che ha sofferto nelle ore in cui io ero in terapia intensiva, in sala operatoria. Non sapeva cosa mi sarebbe successo. Tu vai lì pensi che sia uno dei giorni più belli della tua vita e poi finisci così.
Non è stato facile, però bisogna pensare positivo, è andata bene, è una lezione di vita. Ogni cosa la vedo con più amore, speciale. Ogni abbraccio che ci diamo, ogni volta che se ne va, ci abbracciamo in un modo diverso.
Come è successo? Non vorrei dire cose sbagliate. Praticamente l’utero non si è contratto e questo ha provocato un’emorragia gigante. Arrivavano i medici ogni ora e mezza, erano sempre più bianchi perché fra tutte le scelte che c’erano, nessuna andava bene.
Mio papà che è una delle persone più forti che conosco, per la prima volta l’ho visto provato.