E' davvero un periodo d'oro per Alvaro Morte, meglio conosciuto come Il Professore ne La Casa di Carta, la celebre serie tv targata Netflix che ha fatto il pieno di ascolti in tutto il mondo! Dopo la fiction spagnola che l'ha reso celebre e della quale è in lavorazione la terza parte, l'attore originario di Algeciras è pronto a tornare in onda su RaiDue dal 3 aprile con il nuovo telefilm Il molo rosso, dove interpreta Oscar, un uomo che sembra felicemente sposato ma che nasconde un doppia vita bollente.
Intervistato dal magazine Vanity Fair, Alvaro ha raccontato qualcosa in più di questo controverso personaggio, che vuole essere soprattutto un profondo spunto di riflessione per i telespettatori:
Tutti quanti siamo cresciuti con questa idea, che ci è stata impressa a martellate nel cervello anche per colpa della religione, secondo cui si può amare una sola donna per tutta la vita e non ci si può innamorare di un’altra persona, figuriamoci poi contemporaneamente. Ma la domanda che pone Óscar è: perché non si possono amare due donne, in modo diverso, seppure con la stessa intensità? Vorrei che gli spettatori guardando la serie si chiedessero se sono felici della propria vita, se stanno seguendo ciò che veramente desiderano o ciò che gli altri si aspettano da loro.
Oscar è un personaggio molto diverso dal quello del Professore alla guida di una banda di rapinatori pronti a svaligiare la Zecca di Stato spagnola, ma forse non del tutto:
Entrambi hanno qualcosa da nascondere, ma sono molto diversi. Oscar, al contrario del Professore, è un uomo solare, anche se la sua vita è piena di ombre. La sfida per interpretarli però è stata simile: Óscar appare come un traditore, quindi è chiaro che il pubblico lo piazza subito tra le fiamme dell’Inferno. Perciò ho provato a renderlo simpatico, proprio come il Professore, che è un criminale, ma è molto amato dal pubblico.
Fino a qualche tempo Alvaro era conosciuto fuori dalla Spagna solo per aver interpretato il medico Lucas Moliner nella soap Il segreto, mentre con La Casa de Papel ha acquisito una popolarità globale con la quale ancora oggi fatica a convivere:
Qualche tempo fa invece ero a Londra e non riuscivo a passeggiare con la mia famiglia. Ogni 20 metri mi fermavano per un selfie. La cosa strabiliante è che erano fan di ogni parte del mondo: Thailandia, Messico, Polonia… Mi godo il successo, so che non durerà per sempre. [..] Il successo della Casa di Carta nasce dal fatto che presenta un giusto mix di azione, dramma e commedia. Non oso sperare che una serie scateni la rivoluzione, ma mi piacerebbe che aiutasse a pensare a questo mondo in cui la bellezza è così iniquamente distribuita e in cui esistono situazioni disperate come quelle dei rifugiati
Alvaro in ogni caso si ritiene lontano da entrambi questi ultimi ruoli che ha interpretato:
Sono abbastanza diverso da Oscar e dal suo modo di pensare anche se rivendico la sua battaglia; e non sono nemmeno così intelligente come il Professore, anche se anche io come lui sono ossessionato dal lavoro.
Al magazine di Simone Marchetti, l'attore spagnolo ha raccontato proprio tutto, compreso un divertente aneddoto sul perché abbia scelto di chiamarsi proprio Morte di cognome:
All’inizio la gente rimaneva un po’ scioccata, perché la muerte non evoca cose belle. Ma avevo bisogno di un nome meno comune di García e una mia amica un giorno mi ha detto che si chiamava Maria Morte. Ho iniziato a ragionare su Álvaro Morte e il suono mi piaceva. Al di là di ogni possibile scongiuro, posso dire che finora il mio nome mi ha portato solo fortuna.
E voi cosa ne pensate delle sue dichiarazioni? Vi piace come attore?