Michele Bravi, insieme a Cristiano Malgioglio e Giuseppe Giofrè, sarà uno dei giudici del serale di Amici 22, che prenderà ufficialmente il via sabato 18 marzo.
Il cantante a pochi giorni dall'inizio del programma ha deciso di esprimere le sue prime sensazioni da giudice, e lo ha fatto con un post su Instagram indirizzato proprio ai ragazzi di Amici.
Ecco le sue parole:
Cari ragazzi di Amici, io sarò una delle tre persone sedute sulla poltrona rossa a guardarvi nel vostro primo grande spettacolo. È finalmente arrivato il momento in cui dovete restituire la sicurezza che vi hanno regalato tutte le persone che hanno speso anche solo un secondo delle loro giornate per capire cosa avevate da raccontare. Il pubblico sarà, per voi che state diventando professionisti, una delle più grandi storie d’amore della vostra vita.
E ancora:
Se durante le puntate pomeridiane anche gli spettatori erano illuminati dai riflettori, col serale la luce sarà solo per voi. Non dimenticate mai di illuminare chi vi ascolta e guarda, non abbiate mai paura di dare spudoratamente agli altri tutto quello che è ammassato dentro di voi. E anche quando vi sembrerà di non avere nulla, non abbiate paura di darlo tutto quel nulla. Tutti hanno qualcosa da dire, noi abbiamo la fortuna sacra di avere anche qualcuno che ci ascolti. Non possiamo che esserne grati.
Poi ha continuato:
Infine, Michele Bravi ha concluso:Sono stato chiamato a giudicare e proverò a farlo con una premessa. Non ho mai pensato che esistessero brutte canzoni e belle canzoni, brutte esibizioni e belle esibizioni. Penso che esistano canzoni che posso capire e canzoni che non posso capire, esibizioni che riesco a decifrare e altre che parlano una lingua che non conosco. Spero di potervi comprendere e decifrare sempre. Se non dovesse accadere, non pensate mai che il mio possa essere un giudizio negativo, sarà soltanto la richiesta di uno spettatore che cerca di dirvi ingenuamente: “Spiegalo anche a me, fai entrare anche me”.
Conosco la vostra euforia perché come voi sono nato con questa assurda presunzione di avere delle cose da dire, di raccontare una storia nella speranza che la mia esperienza individuale potesse diventare uno sfogo universale, aperto a tutti. Ed è una presunzione meravigliosa. Le parole di Pasolini sulla scrittura mi hanno sempre ispirato, ve le regalo nella speranza che vi indichino la strada. Lui diceva che perchè un libro possa essere d’aiuto a chi legge deve essere stato prima di tutto d’aiuto a chi l’ha scritto. E credo che questo valga per ogni forma d’arte. Buono spettacolo.