Amici 23, Michele Bravi: “Un figlio? Nel mio caso è complicato, fino a poco tempo fa non mi passava per la testa ma…”

Il cantante ha poi parlato del rapporto con Maria De Filippi e del blocco vissuto 3 anni fa

Renata Aprile 11, 2024

Amici 23, Michele Bravi: “Un figlio? Nel mio caso è complicato, fino a poco tempo fa non mi passava per la testa ma…”

Il cantautore Michele Bravi, giudice del serale nella ventitreesima edizione di Amici di Maria De Filippi, si è raccontato in un’intervista al settimanale Oggi.

Il 29enne, vincitore della settima edizione di X Factor, ha innanzitutto parlato del rapporto con la De Filippi confessando:

Le devo tutto, mi ha dato fiducia. Quando parto con le mie paranoie assurde lei mi stoppa: “Meno ansia”. Così, secca.

Poi, ha parlato del mondo della discografia, ricordando prima di tutto l’uscita del suo ultimo album Tu cosa vedi quando chiudi gli occhi, per il quale ha collaborato anche con Carla Bruni in un duetto. In merito ai primi anni di carriera dopo X Factor e all’insuccesso del suo disco d’esordio ha detto:

La discografia è un mondo brutale. Ero giovane, criticarono aspramente la mia musica e io lo vissi come stessero annientando me. Ora ho le spalle più larghe, ma, se sei un giovane artista, commenti così ti devastano. Da giudice ad Amici faccio sempre molta attenzione a come mi esprimo.

Michele ha anche spiegato di aver vissuto una crisi tre anni fa:

Ho avuto un blocco, m’inventavo mille scuse. Finché ho letto un libro, La via dell’artista. 12 settimane di esercizi creativi, il primo: calarsi in un lavoro mai svolto. Ho scelto il sarto, giravo col metro in mano e prendevo le misure a chiunque. Ho provato pure la settimana da asceta, testimonio che stare in ginocchio sui ceci fa un male cane. Ma ha funzionato: ho scritto tutto in un mese e mezzo.

A seguire, il cantante ha parlato della sua situazione sentimentale:

Sto con un ragazzo da due anni, è un po’ più grande di me. Una storia bella, finalmente. Un tempo mi facevo prendere da relazioni tossiche, fusionali. Credevo fosse colpa degli altri, ma il problema ero io. Ho capito che l’amore va coltivato con cura, come le camelie. Che se il mio uomo mi dicesse addio dovrei essere pronto a lasciarlo andare.

Infine, Michele ha confessato di voler diventare padre ma, al momento, l’idea di avere un figlio è “ancora sfumata”.

Nel mio caso è complicato, significherebbe ricorrere all’adozione, alla maternità surrogata. Fino a poco tempo fa neanche mi passava per la mente, oggi è una domanda che mi faccio. E mi piace.

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