Nell'odierno appuntamento con il daytime di Amici 23, Malìa ha raccontato al suo coach Rudy Zerbi di non riuscire a legare con gli altri allievi del talent.
Il cantautore, dopo aver visto sospesa la maglia in quanto arrivato ultimo nella gara canto dell'ultima puntata, ha raggiunto il maestro di canto che gli l'ha riconsegnata. "Sono venuto a riportarti la maglia, mi raccomando cerca di tenertela stretta", è stato il monito di Zerbi, che successivamente gli ha chiesto: "Invece ti volevo parlare di una cosa che per me è molto importante. Mi hanno detto che non ti trovi molto bene con i tuoi compagni, che ci sono un po' di problemi. Cosa c'è che non va?". A quel punto il 21enne ha spiegato:
All'inizio mi sono posto male, in maniera un pochino arrogante perché ero abbastanza insicuro, avevo visto che il livello era molto alto. Mi è venuto da chiudermi ed è uscito un lato più duro di me. Quindi la risposta è stata altrettanto dura perché c'erano delle dinamiche già solidificate secondo me. Ci sono delle persone con cui mi trovo bene, poche. Persone che ritengo vere, come Holden - mi sembra una persona estremamente vera - e Ayle, nonostante magari ci siano delle discussioni. Poi c'è qualcuno con cui proprio non mi trovo. Io non pretendo di avere il rispetto artistico di nessuno perché ci sto lavorando per migliorare.
"Ci sono già passato", ha continuato Malìa, che ha anche raccontato due episodi avvenuti anni fa:
Ricordo che alle medie arrivavo con il trolley e mi prendevano tutti per il c*lo. A me dà fastidio quella cosa lì, l'ho già vissuta a scuola, non voglio viverla anche nell'ambiente artistico. Non qui. Non può essere tutto una conseguenza del fatto che io all'inizio non mi sono posto subito per quello che sono perché adesso sto cercando di dare una bella parola a tutti, di essere vicino a chi ha bisogno. Alle persone che ritengo genuine, io ci sono. E' come se io avessi la percezione riguardo me stesso che non sono mai abbastanza. Ho delle alte aspettative e tutte le volte mi sento di deludere. Magari arrivavo a scuola fiero del mio nuovo vestito e c'era sempre qualcosa per cui prendermi per il c*lo. C'è sempre stato un qualcosa che non andava in me.
E' questo il punto. Io posso fare anche le cose nel migliore dei modi però c'è sempre qualcosa che non va. Per una volta vorrei essere parte del gruppo, con i miei pregi e miei difetti, e che siano accettati entrambi. Ti senti solo, ti viene da chiuderti, cosa che ho fatto. Non voglio chiudermi anche qua, perché ho qualcosa da raccontare e vorrei essere ascoltato. Non voglio ritrovarmi nella condizione del me bambino che non sa come risolvere le situazioni da solo. Sono venuto qua per mettermi alla prova, anche se ogni tanto ho la percezione che tutto questo sia fuori dalla mia portata. Però intanto io ci sono e se ci sono è perché merito di essere qui. Voglio stare qua e divertirmi con loro.
"Il fatto che tu abbia chiuso con "divertirmi con loro" mi colpisce, mi fa capire che sei vero quando racconti questa cosa. Lavoraci in aggiunta a quello che devi fare per cantare. Sii fiero di quello che sei come persona", ha detto infine Zerbi, che ha poi consolato il suo allievo, scoppiato in lacrime.