Le opinioni di Isa e Chia
Amici 24: l’opinione di Chia sulla terza puntata del serale
Chia 06/04/2025

Ma quant’erano belli i tempi in cui il meccanismo del serale di Amici cambiava ogni anno, introducendo sempre quel pizzico di novità capace di mantenere viva la curiosità? Quando le votazioni non erano esclusivo appannaggio di tre singoli giudici ma c’era anche il televoto (o per lo meno un quarto giudice che variava di puntata in puntata) a rendere il tutto meno prevedibile? E, soprattutto, quando i protagonisti erano davvero i ragazzi, quelli che da settembre gli reggono il programma facendosi il mazzo per sopravvivere a sfide random, crisi personali e compiti spesso improponibili, e non le imbarazzanti liti tra i loro prof affetti da devastanti manie di protagonismo?
No, perché a vincere la gara di ascolti contro Valeria Marini che dà di matto a Ne Vedremo Delle Belle non ci vuole molto, ecco, ma dopo settordici edizioni di questo talent show io onestamente mi aspettavo un po’ di più da Queen Mary. E invece da qualche anno a questa parte ci siamo andati ad infognare in questo noiosissimo loop che non ha manco più quel guizzo, quel brividino, niente di niente.
Sempre la stessa storia (cit.), pure nello stesso identico ordine: prima manche – spassosissimo guanto prof – seconda manche – celebrazione della DeFy travestita da momento comico – terza manche – “siete stati davvero davvero bravi, ma dico davvero eh! Ora tornate in Casetta!” – eliminazione preceduta da lacrimazione – momento musicale intervallato da 34 pubblicità e poi buonanotte ai suonatori. Con le manche nel 99% dei casi finiscono sempre sul 2-1, i 2-0 solo quando c’hanno fretta perché c’è la doppia eliminazione.
E nel preciso istante in cui in ogni santissima puntata Rudy Zerbi sfodera la Pettirana travolgendoci con una valanga di evitabile cringe (che io mica mi capacito come si possa ridere per certe minch*ate, che sono talmente minch*ate che quasi fanno sembrare Pio e Amedeo dei geni della comicità. No, vabbè, mo stavo esagerando, ok. Però ecco, il livello di ghiaccio che corre lungo la schiena è quello…) mi assale una tremenda nostalgia di quando al serale i ragazzi non li vedevi solo per 1 minuto e 30 scarso, buttati lì a fare quasi da intermezzo alle sceneggiate ridicole dei loro coach.
C’erano le annate delle sfide singole, quelle dei gironi coi semafori e pure quelle con le iconiche squadre Bianca e Blu, coi ragazzi così avvelenati gli uni contro gli altri che oltre alle performance artistiche regalavano pure abbondanti dosi di trash e meme sempiterni. Ora di ‘avvelenati‘ ci restano giusto Deborah Lettieri Vs Alessandra Celentano, e quell’istrione (per non usare la più scontata rima) di Zerbi contro Anna Pettinelli.
E’ tutto tremendamente sbilanciato, a partire dalle squadre. Che io capisco che il sodalizio ZerbiCele assicuri deliri di egocentrismo (loro) e inevitabili catfight (con gli altri), ma – a proposito di ‘equità‘, termine di cui lì dentro spesso si abusa – vi pare normale che in un team ci siano 3 cristiani e nell’altro l’Esercito dei Mille? Se vogliono mantenere l’accoppiata tra prof e allievi che hanno seguito durante l’anno poi però gli abbinamenti tra coach devono andare di conseguenza, sennò davvero diventa tutto più scontato di una friggitrice ad aria durante il Black Friday.
E a proposito di sbilanciamenti, com’è possibile che in queste tre puntate abbiamo visto di più gli addominali di Emanuel Lo (con tutto il rispetto, s’intende!) che certi allievi esibirsi? In passato chi veniva eliminato aveva avuto modo di mettersi in luce quanto meno per una puntata intera, cantando e ballando più e più volte, dando così a chi votava gli strumenti per capire se si meritava o meno di proseguire la corsa verso la vittoria finale. Mo c’è gente che è stata silurata dopo mezza coreografia, spesso manco per demerito proprio ma perché altri della sua squadra che gli sono stati preferiti durante le manche non hanno preso il punto. Ma che comportazione è questa?
Ma veniamo ai ragazzi, va. Anche se li vediamo così poco, su quel palco, che è più facile commentare la Pettinelli che a 68 anni si fa sballottare su e giù dai ballerini con un’agilità da fare invidia a molte ventenni (oltre ad un’autoironia encomiabile, che ad avere a che fare con uno come Zerbi è meglio buttarla sul ridere, va. Perché se si pensa alla classe con cui le aveva detto che “ti fai guidare dagli ormoni e perdi lucidità!” ci sarebbe solo da mettersi le mani nei capelli. Chi può, ovvio…).
Vi dirò, mi sembra che quest’anno l’asticella del talento sia mediamente più alta che in altre edizioni. Certo, c’è sempre quel ballerino più versatile dell’altro o quel cantante più dotato nella scrittura che nell’intonazione (come nel caso di Vybes, che sicuramente non ha le qualità vocali di Nicolò Filippucci ma quel suo inedito sulla salute mentale è di una bellezza rara, tra i migliori che si siano mai sentiti in quella scuola), ma di caproni totalmente inascoltabili o di tocchi di legno sgraziati (fortunatamente) al serale quest’anno non ne sono arrivati. Chi più, chi meno, il loro posto lì dentro se lo sono guadagnati praticamente tutti.
E a quel punto è questione di gusti. Per esempio a me il latino americano non fa impazzire (a meno che non ci sia Umberto Gaudino sul palco, ma quello mi sa che è un altro discorso…), e pur riconoscendo la bravura di Raffaella Mitaritonna non andavo matta per le espressioni che faceva durante le coreografie che – checché sostenesse Deborah – trovavo tremendamente forzate e per nulla naturali. Che più o meno è la stessa critica che la Lettieri fa ad Alessia Pecchia, che a me invece piace molto proprio perché estremamente naturale e con quel bel sorriso spontaneo e rilassato che onestamente preferisco alla perenne Magnum che ostentano quasi tutti i suoi colleghi.
A proposito di Alessia, certo che ce ne vuole di barbaro coraggio per sostenere che “non ha il fisico per fare la ballerina!“, “non capisco come possa essere campionessa!” o “è brava ma è troppo grossa!” quando A) il titolo di campionessa mondiale non è che lo assegnano i bot che votano al Grande Fratello, se l’ha vinto si vede che qualcuno di competente nel latino l’ha reputata la migliore al mondo, quindi statece insomma, B) mi immagino che a fare quei commenti siano tutte statuarie modelle di Victoria’s Secret, visto che lei è di una bellezza incantevole e C) il suo talento è così oggettivo che va ben oltre un numero sulla bilancia. E ieri sera in Mambo italiano è stata STRE PI TO SA.
E anche gli altri ballerini non sono da meno. Di Francesca Bosco mi piace molto l’energia, di Chiara Bacci quell’estrema eleganza che non sfocia mai in volgarità, di Daniele Doria la grande versatilità (nonostante i virtuosismi classici non siano sicuramente il suo pane, ecco, ma se l’è cavata comunque egregiamente).
Ma il mio preferito in assoluto resta Francesco Fasano, uno che col suo arrivo nella scuola ha senza dubbio scombinato il destino della categoria danza. Fino a quel momento sembrava che la vittoria finale se la sarebbero giocata Alessia e Daniele e invece adesso l’esito appare decisamente meno scontato (o forse ancora di più, dipende dai punti di vista).
A uno come Francesco che je vuoi dì? Un danzatore che ti passa con quella nonchalance dal repertorio classico al musical, risultando ugualmente credibile sia che stia performando il Bolero, che Fiamme di Parigi che The lady is a tramp è TALENTO PURO. Per non parlare dell’intensità con cui ha ballato sulle note di Combattente di Fiorella Mannoia, che mi sa che la lacrimuccia non l’ha fatta venire solo a Elena D’Amario. Tanta ma tanta roba.
Tra i cantanti, che ieri sera uscisse Luk3 era abbastanza inevitabile, visto che tra tutti era sicuramente il più acerbo, ma sono contenta che l’abbia fatto nella puntata dove forse se l’è goduta di più, abbozzando anche qualche passettino qua e là mentre cantava.
E anche tra i cantanti la mia preferenza è netta. Apprezzo la dolcezza di Chiamamifaro, la precisione di Senza Cri, il timbro di Jacopo Sol e la potenza di Antonia Nocca (che insieme hanno dato vita ad una delle più belle esibizioni di ieri sera, il duetto sulle note di Creep), ma per quanto mi riguarda ad avere una marcia in più tra tutti sono Nicolò e TrigNo.
Nicolò m’ha conquistata sin dalla prima puntata, ormai sei mesi fa. E non rischio d’essere tacciata di blasfemia se dico che m’aveva ricordato da subito un giovane Marco Mengoni. Una canna incredibile, un talento di una limpidezza rara, una capacità di interpretare che solo se ti chiami Rudy Zerbi puoi avere il coraggio di mettere in discussione. Gli mancava solo quel filino di sfrontatezza in più, e al serale è riuscito a sfoderarci anche quella. C’ha ragione la Petti quando dice che “a settembre sembrava Jeeg Robot, invece adesso si muove anche, è cambiato, è esploso!“. E il suo duetto con TrigNo durante la prima puntata per me rimane l’esibizione più f*ga che abbiamo visto finora.
E TrigNo, beh… lui è decisamente il più sottovalutato di quest’edizione. Di Pietro quello che mi aveva colpita di più all’inizio era stato il coraggio, perché ce ne vuole parecchio lì dentro per arrivare a contestate il sacro (pongo) regolamento e battibeccare addirittura con Queen Mary che ti dà dello “sbruffoncello” solo perché sei meno timoroso e plasmabile di altri. Sicuramente non avrà le doti vocali di Nicolò o di Jacopo, ma in questo serale ci sta regalando un glow up IMPRESSIONANTE. Se al pomeridiano è sempre stato un passo indietro ai suoi compagni, in queste tre puntate ha infilato un’esibizione migliore dell’altra, dimostrando di avere carisma e personalità da vendere. Ed è ASSURDO che non conquisti un punto manco a pagarlo.
TrigNo su quel palco si diverte proprio, e si vede tutto. Ha tirato fuori un’indole da performer che trovo meravigliosa, e quella sua esibizione sulle note di Don’t look back in anger assolutamente la mia preferita di ieri sera.