‘Amici di Maria De Filippi’: l’opinione di Isa sulla seconda puntata del serale
Isa Aprile 19, 2015
Quando ho letto che alla Squadra Bianca era stato assegnato il duetto con Tiziano Ferro e ai Blu quello con Alessandra Amoroso avevo già gridato al complotto. Insomma, nonostante il mio fortissimo apprezzamento nei confronti di Alessandra che a mio avviso è la voce più bella lanciata da Amici, il paragone con Tiziano Ferro mi sembrava assolutamente poco equo considerando che Ferro è, insieme a Jovanotti, Ligabue, Vasco e pochissimi altri, uno dei big più “big” che la musica italiana propone al giorno d’oggi, uno di quelli che probabilmente non ti aspetti nemmeno di vedere in un programma come quello della De Filippi. Insomma così, sulla carta, mi sembrava una guerra persa in partenza e invece, oh, che vi devo dire, il duetto tra Alessandra e Stash Fiordispino non solo a me è piaciuto molto di più di quello tra Tiziano e Mattia Briga ma è proprio stata la mia performance preferita della serata. Giusta la decisione di Alessandra di mettersi al servizio dell’allievo in gioco cantando una canzone scritta e arrangiata proprio dai The Kolors e assolutamente splendida l’armonia di voci e l’intensità interpretativa dei due. Chapeau, davvero.
Nell’immagine in alto, per me, c’è il bello di Amici, ci sono due buoni motivi per seguire ancora questo programma nonostante il pongo, nonostante sia sempre più reality e sempre meno talent, nonostante le dinamiche siano così prevedibili che potrei dirvi già da ora chi saranno i prossimi eliminati e chi i finalisti… il bello è che comunque, alla fine, in mezzo a tanto contorno spesso inutile ogni tanto esce fuori qualcosa di valido. A sinistra una voce inconfondibile lanciata nel 2008, a destra quella che – se le case discografiche, stramortacci loro, non faranno i soliti disastri – potrebbe diventare una nuova, importante e innovativa realtà della musica italiana. Mamma mia quanto è bravo Stash, mamma mia quanto sono forti i The Kolors. Io, sinceramente, credo che dei talenti di questa portata ad Amici davvero non si vedevano da secoli, anzi probabilmente non si erano mai visti. Perché i The Kolors, diversamente da tanti talenti delle passate edizioni, non sono delle belle promesse con una personalità da sviluppare, loro sono già pronti, hanno la loro identità, hanno il loro stile, mettono il loro marchio, sono in grado di sfornare brani che non hanno assolutamente nulla da invidiare alle grandi hit internazionali. E il fatto che dei ragazzi con un talento di questa portata per sfondare debbano andare ad Amici ci dà la misura di quanto disastrosa e desolante sia la situazione della discografia italiana ormai assolutamente incapace di lanciare talenti veri e adagiata sulla sicurezza di avere ogni anno quei 6/7 fenomeni da talent con annesso seguito momentaneo di fan/acquirenti da poter spremere fino all’osso fino a che non si passerà ai nuovi.
Ok, scusate, sto decisamente divagando ma ogni volta che vedo i The Kolors con la tutina provo sempre una certa sensazione di malessere, questi dovrebbero andare ad aprire i concerti dei Maroon 5 altro che tutine, punti, voti ed eliminazioni. Che ingiustizia.
Tornando a noi, certamente oltre alle esibizioni questa puntata era particolarmente attesa per via del preannunciato scontro tra Loredana Bertè e Mattia Briga. La premessa è che ci vuole davvero un sacco di coraggio ad invitare la Bertè come giudice considerando che su 24 ore 23 e mezzo le passa nell’incoscienza (l’ospitata Bertè/Vanoni dello scorso anno, sempre ad Amici, resta uno dei momenti televisivi più spiazzanti degli ultimi anni) però onestamente ieri, nonostante poi abbia inevitabilmente svaccato esagerando in alcuni momenti, non butterei via tutto il discorso che ha fatto a Briga e, fossi in lui, cercherei di trarre molto giovamento da alcuni dei consigli indiretti che ha dato la Bertè. Sostanzialmente per me Mattia ha delle qualità: ha buone capacità di scrittura, buone doti interpretative e soprattutto è una personalità forte, è uno che emerge, è uno di quelli che in un gruppo finisce per fare da leader. Bene. Perché vanificare tutte queste qualità con una spacconeria fine a se stessa, con una superbia fine a se stessa e con un “mettersi sopra gli altri” fine a se stesso? Non so, è come se lui si sia cucito addosso questa maschera da ribelle a tutti i costi, anche quando non serve, da superbo a tutti i costi, anche quando invece sarebbe il caso di provare a fare un passo indietro.
La Bertè gli ha ricordato che non è Tupac e gli ha ricordato che ad una leggenda come Adriano Celentano può solo pulire le scarpe, la stessa Emma Marrone in settimana gli ha fatto presente che se c’è da fare qualcosa che non gradisce ma che serve alla squadra… beh, lui la deve fare perché Briga ad Amici non è l’ospite internazionale, è solo uno dei ragazzini che ha deciso di indossare la tutina per vendere la sua musica e per raggiungere il grande pubblico. E non mi venite a dire che “Briga è fatto così, è il suo carattere, o lo ami o lo odi“… di gente così ne abbiamo vista a bizzeffe, Briga non è così, Briga ha deciso di essere così, ha deciso che questo deve essere l’atteggiamento del suo personaggio. Un po’ come quel Fabri Fibra che non riesce a fare un cd che non sia pieno di offese, insulti e sfottò a personaggi vari, ma che poi quando sveste i panni di rapper ribelle e irriverente a tutti i costi è solo Fabrizio Tarducci, una persona estremamente interessante e profonda. Ecco, io vorrei conoscere Mattia, vorrei vedere le sue insicurezze e la sua voglia di migliorarsi, vorrei vedere la sua crescita. Ed è per questo che di quelle parole della Bertè alla fine, fossi in lui, ne farei tesoro. Ripeto: le doti di base ci sono tutte, adesso la scelta è se restare uno dei tanti (perché la figura del rapper ribelle è così usurata e alla gente ha così scocciato che, tanto per rendere l’idea, a Sanremo ha vinto Il Volo e proprio Fabri Fibra col nuovo cd ha esordito al secondo posto sotto il dolce e pacioccoso Lorenzo Fragola) oppure mostrarsi per ciò che si è a 360 gradi, a livello umano e musicale. Nella sua “stravaganza” alla fine la Bertè potrebbe avergli dato una dritta enorme per ampliare il suo pubblico e conquistare anche coloro che sono prevenuti a causa del suo modo di fare, mi auguro che alla lunga Briga abbia l’intelligenza di cogliere bene il senso di quelle parole.
Vabbé io ho scritto un poema e fondamentalmente della puntata non ho detto quasi niente quindi, molto ma molto brevemente:
– aridatece Renato Zero. La prima puntata l’ha retta tutta lui, restituitecelo!
– adoro Giorgio Albanese, quel ragazzo lì non balla, lui racconta. Riesce a dare voce al ballo, lo trovo assolutamente incredibile.
– Cristian Lo Presti è una gioia per gli occhi e per il cuore, quando lui balla percepisco tutta la passione che ci mette, è un ragazzo con il quale è facile stabilire un’empatia. Matematico e giustissimo che restasse in gara.
– odiando la fase della scuola e quindi non avendola seguita non capisco perché Luca Tudisca sia odiato trasversalmente da Bianchi e Blu ma tanto basta a farmelo adottare. Anche perché di certo non ha la voce di Freddie Mercury ma, gusto personale, tra Valentina Tesio e il suo vocione da pianobar sentito e risentito e Luca con le sue occhiaie, il suo solo colorito post operatorio e la sua chitarretta io andrei ad ascoltare Luca e cercherei di capire cosa lo tormenta
– l’eliminazione di Michele Nocca credo abbia più o meno messo d’accordo tutto lo stivale, del resto da queste parti ancora ci chiediamo come e perché fosse arrivato alla fase del serale. Ma, poraccio, la colpa non è nemmeno sua, la colpa è tutta di Garrison, illusore di ballerini poco dotati dal lontano 2001. Tranquillo, Micheluzzo, sei un bel ragazzo, la colita la muovi piuttosto bene per cui, come mi suggerivano nei commenti su Facebook, magari Paolino Bonolis sarà rimasto folgorato e ti prenderà per ballare in terza fila nella prossima edizione di Ciao Darwin! Arevuà!
COMMENTI