Uno degli artisti che, reduci da Amici, hanno ottenuto maggior successo è sicuramente Riccardo Marcuzzo, in arte Riki.
Il cantante ha preso parte alla sedicesima edizione del talent show, di cui si è aggiudicato la vittoria del circuito canto, perdendo il testa a testa finale con il ballerino Andreas Muller, vincitore del programma.
Una volta fuoriuscito dal contesto televisivo, ha scoperto nell'immediatezza la vera fama, guadagnandosi eccellenti risultati discografici e ottenendo la fiducia di un pubblico vastissimo che ha sin da subito riempito i palazzetti e i firmacopie.
In un'intervista al Corriere, ha finalmente raccontato l'altra faccia della medaglia: la profonda depressione che l'ha assorbito dopo essersi sentito completamente spolpato in quegli anni.
Ora finalmente gli artisti toccano l'argomento della salute mentale e Riki ha così spiegato come si è sentito:Succede piano piano, non te ne rendi conto subito perché intanto le cose vanno velocissime e non puoi fare pause. Non voglio neanche imputare la colpa alle persone che avevo intorno perché veniva tutto anche da me: era un sistema drogato e volevamo sempre di più.
Succede a tanti, so come ci si sente e io non l’ho mai voluto dire perché avevo paura. Ero orgoglioso, molto competitivo. Non avevo il coraggio di dire “sono in crisi, non sto bene, mi fermo”, ma poi ti rendi conto che non puoi farcela da solo e tante persone al tuo fianco non ti supportano come potrebbero.
Appena dopo la trasmissione, l'artista si era affidato a Francesco Facchinetti ma - ha raccontato - solo perché fu il primo ad essersi interessato a lui. Non intende imputare la colpa a lui di determinate scelte, ma sicuramente in molte occasioni sentiva di non condividere le sue idee.
La sua partecipazione a Sanremo 2020, complice il lockdown, gli costò un definitivo stop - anche se temporaneo - nel mondo della musica. Arrivò ultimo e oggi ricorda così quell'esperienza:
Ero già in crisi. Io non avrei voluto farlo, ma ero talmente assuefatto che dicevo sì a tutto. In quel periodo volevo proprio auto-sabotarmi, quindi non c’erano i presupposti. Sul palco non stavo bene, ero asettico, non sentivo neanche la tensione. Poi, due settimane dopo, è scoppiata la pandemia e, nel male, quello mi ha costretto a fermarmi.
Non ha dubbi, tuttavia, che il periodo particolarmente difficile che ha attraversato possa essere categorizzato come depressione ed ha narrato in che modo ha tentato di venirne fuori:
Essendo stato un percorso graduale, ti rendi conto dopo di essere caduto in depressione. Ora come ora potrei dire di sì perché stavo male male. Faticavo a dormire, non avevo voglia di fare niente. Ero svogliato e totalmente apatico, non mi impressionava nulla, come fossi avulso e trasparente.
Ho fatto terapia per un periodo e poi mi ha aiutato avere altre passioni. Sono laureato in design e durante la pandemia mi ha dato un appiglio. Poi ci sono le persone che ti vogliono bene davvero, e quelle rimangono. Perché tutte le altre, invece, scompaiono: chi scriveva per convenienza, non ti scrive magicamente più.
Ora è pronto a fare ufficialmente il suo ritorno nel panorama musicale, con un nuovo singolo dal nome "Carillon", dedicato alla sua nonna scomparsa a febbraio che riconosce esser stata l'unica sua vera fan della sua famiglia. Da questo nuovo lancio si guarda bene dal caricarsi di aspettative - soprattutto alla luce della sua esperienza - ma non nasconde di voler tornare a fare "le cose in alto", fregandosene delle logiche.
La sua è una storia che passa per la solitudine più profonda ed ora è pronto a ripartire con il suo nuovo progetto in arrivo la prossima primavera, «frutto del periodo di rinascita»: Casabase.