‘Amici Speciali’: l’opinione di Chia sulla finale
Chia Giugno 6, 2020
Ma che chicca pazzesca è stata la performance finale di Irama, a pochi minuti dalla proclamazione del vincitore di Amici Speciali?
Ci aspettavamo concludesse la sua sfida con Michele Bravi con uno dei suoi successi super radiofonici, e invece ci ha lasciati senza parole con un monologo da brividi (letteralmente, purtroppo) sul caso di cronaca che sta dividendo il mondo intero (purtroppo, anche qui, perché ci sarebbe ben poco da dividersi di fronte ad eventi come questo, dove la devastante combo tra abuso di potere e odio razziale finisce con avere tristemente la meglio), quello riguardante la morte di George Floyd.
Crudo, viscerale, semplicemente emozionante.
Un colpo di coda inaspettato grazie al quale ha battuto sul filo di lana Bravi conquistando così la vittoria di questo spin off benefico di Amici, che ha permesso di donare complessivamente 400mila euro alla Protezione Civile per combattere l’emergenza Coronavirus (è che dire 400mila euro evidentemente faceva meno scena di ‘Avete sbloccato 10mila mascherine e 20mila tamponi‘ come se stessimo giocando con la PlayStation, ma tant’è).
Improbabili look a parte, quindi, Irama ieri sera si è sicuramente guadagnato sul campo questa nuova coppa. Ma alla luce di tutte e quattro le puntate non vi nascondo che ho sperato fino alla fine che ad avere la meglio fosse Michele. Vincere fa piacere a tutti, ovvio, ed ognuno dei finalisti di ieri sera se lo sarebbe meritato, ma se Filippo la sua coppa su quel palco l’aveva già conquistata un paio di stagioni fa, per Bravi il trionfo sarebbe stato il modo perfetto per sancire la sua rinascita, per voltare definitivamente pagina dopo tutta la sofferenza e il dolore che lo hanno segnato negli ultimi anni. E m’è dispiaciuto che non sia andata così, m’è dispiaciuto davvero tanto.
Ho sempre apprezzato Michele Bravi, nonostante io non abbia seguito la sua edizione di X Factor (dopo Marco Mengoni era abbastanza difficile per chi arrivava reggere il paragone, ecco), ma grazie ad Amici Speciali ho potuto appurare quanto sia stato incredibilmente (e ingiustamente) sottovalutato finora. Un artista vero, intenso e comunicativo come pochi altri al mondo. Dopo ieri sera sono arrivata alla conclusione che riuscirebbe a farmi venire gli occhi lucidi persino se cantasse la lista della spesa. O, peggio ancora, un brano a caso di Kekko dei Modà. Per farvi capire a dove arriva la sua indiscutibile bravura, eh.
Che fosse un fuoriclasse era abbastanza chiaro già dalla sua cover di Vengo dalla luna di Caparezza, un brano difficilissimo da interpretare senza risultare cringe se non fai Salvemini di cognome, ma ieri sera quando Bravi ha performato Quelli che ben pensano di Frankie HI-NRG sono rimasta SENZA PAROLE. Pezzo meraviglioso eseguito in modo SUPERLATIVO. Michele ha quella rara e straordinaria capacità di indossare gli abiti altrui senza stravolgerli né guastarli, ma riuscendo a rielaborarli in modo originale e soprattutto credibile. Una favola nuova, quella che ci racconta, con le stesse parole ma un’empatia differente rispetto all’originale. Questo è quello che intendo quando parlo di artisti, di artisti veri. E come lui ce ne sono davvero pochi.
Un plauso anche a due ballerini incredibili come Alessio Gaudino e Umberto Gaudino. Così eleganti, espressivi e soprattutto umili da risultare merce rara, nel mondo dello spettacolo. Come non amarli?
E tra l’inaspettato annuncio della dolce attesa della compagna di Stash Fiordispino e lo spernacchiamento di Queen Mary in diretta (mamma mia che soddisfazione immensa dev’essere stata, in prima serata su Canale 5 poi… grazie Ferillona, grazie!), cala il sipario su questo spin off di Amici. Un’esperimento che potevano studiarsi meglio, ad essere onesti, senza farci sciroppare gli imbarazzanti siparietti con Giorgio Panariello e Gerry Scotti per tirare fino all’una di notte, ma li perdoniamo solo per la finalità benefica che aveva il format, ecco.
Ora per almeno tre mesi saremo al sicuro dalle malsane idee di Maria midivertomale De Filippi. Godiamoceli finché possiamo, che è un attimo che torni a lambire le carni di Rudy Zerbi col lanciafiamme.
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