Andrea Montovoli racconta a ‘Chi’ la dolorosa perdita del padre. Ed a proposito dell’esperienza a ‘Pechino Espress’ rivela: “Tornato dall’Africa volevo buttare via tutto!”

Abbiamo avuto modo di conoscere Andrea Montovoli grazie alla sua partecipazione a diversi programmi tv: è stato infatti concorrente a L'isola del famosi, a Ballando con le stelle ed è attualmente in onda nell'adventure game di Rai Due, Pechino Express, dove gareggia in coppia con l'amico Francisco Porcella, formando la coppia dei #Surfisti.



Ma è tra le pagine del settimanale Chi che ha messo davvero a nudo la sua parte più nascosta, in un'intervista a cuore aperto.

Da poco rientrato dall'esperienza di Pechino sul suolo africano, ha raccontato di come questa terra gli facesse percepire la vicinanza del nonno, scomparso 5 anni fa, che Andrea ha definito il suo supereroe:



Ha partecipato alla seconda guerra mondiale e ha combattuto in Egitto nella battaglia di El Alamein. Lì ha trascorso 40 giorni di prigionia: niente acqua, niente cibo, poteva mordere solo la paura. Però mi ha sempre parlato dell'Africa come di un luogo con un'energia fantastica. Mi ha fatto da padre perché mio papà è morto quando io avevo 12 anni.

Il bell'attore, a tal proposito, ha confessato di non essere mai andato a trovare papà al cimitero ma di portare sempre al collo, da più di 20 anni, una sua collana che non ha mai lasciato. Il papà, ha raccontato Andrea, nonostante il fisico forte e in salute, è venuto a mancare dopo un mese di coma per un aneurisma cerebrale. 12 anni è un'età molto critica per perdere un punto di riferimento così importante, e le conseguenze che ne derivano influenzano senz'altro tutta la vita a venire:



All'epoca io giocavo a calcio ed ero anche bravino. Vivevamo in un paese sopra Bologna e i dirigenti della squadra del Parma si erano interessati a me. Erano venuti a casa : un'occasione. Ebbene, io persi papà e smisi di giocare a calcio perché lui era quello che mi accompagnava e che stava a bordo campo. Poi ho passato due anni a ciondolare, giusto qualche lavoretto. Il dolore divide, anche in famiglia. Ora però, già da un po' ormai, ho ritrovato un rapporto stupendo con mia mamma e mia sorella. Con quest'ultima in particolare: prima mi sentivo responsabile nei suoi confronti e per questo ce l'avevo con lei. E lei sentiva il peso di me che le dicevo tutto quello che doveva fare. Adesso Anita ha 28 anni, è bellissima, dipinge, non guadagna molto...

Ma durante la sua permanenza in Africa, Andrea ha avuto modo di ribaltare il suo punto di vista e di rivalutare il suo pensiero anche per quanto riguarda soldi e ricchezza:

Sa che volevo fare di ritorno dall'Africa? Buttare via tutto. Lì i bambini giocano con le pozzanghere, hanno le mani vuote, ma gli occhi pieni. Alla fine noi qui vogliamo tutto e non siamo mai contenti.

Il 32enne emiliano ha raccontato, inoltre, di come la sua passione per lo sport, e il surf in particolare, riescano a tenere vivo il bambino che c'è in lui, sempre in cerca dell'onda perfetta, così come della donna giusta, quella con cui poter costruire una famiglia e, prendendo ispirazione dalla metafora tra il surf e la ricerca dell'amore ha continuato:

Faccio come si fa con il surf: vado in mare e vedo che onde ci sono. Se c'è l'onda grande, l'onda dell'amore, allora la cavalco. Se, invece, c'è mare piatto, mi godo la giornata, prendo il sole e faccio semplicemente un bel bagno.

Che ne pensate di queste parole di Andrea? E vi sta piacendo come concorrente di Pechino Express?