Chiara Ferragni, ecco chi è la persona a cui l’influencer vuole affidare la gestione della sua azienda

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A seguito dello scandalo che l'ha investita, Chiara Ferragni ha affidato la gestione della sua azienda ad una persona a lei vicina.



La madre, la scrittrice sessantaduenne Marina Di Guardo, dalla scorsa settimana ricopre il ruolo di direttore generale della holding Sisterhood, fondata nel 2017. Alla suddetta fa capo il patrimonio della trentasettenne, composto dagli immobili e dalle società Fenice e Tbs. Marina è quindi intervenuta nella gestione della società con un pacchetto di ampie deleghe. Lo scorso maggio, infatti, l'amministratore unico di Sisterhood ha consegnato un pacchetto di procure alla donna. Tali procure le consentono di assumere e licenziare personale. Nonché di sottoscrivere e revocare contratti di qualsiasi tipo. Inoltre, può aprire e chiudere fidi, operare sui conti bancari, rappresentare la società, nominare avvocati e svolgere qualsiasi pratica fiscale.

La notizia è stata diffusa da Il Corriere che ha riportato:



L’ingresso in cabina di regia della Di Guardo può essere, tuttavia, solo un primo, significativo passo di un più ampio riassetto. Che, con l’approvazione dei bilanci 2023 già colpiti dalla crisi, potrebbe coinvolgere le due società operative Fenice e Tbs. La prima, partecipata al 32,5%, è licenziataria dei marchi “Chiara Ferragni”. E nel 2022, ultimo bilancio disponibile, aveva realizzato 15,6 milioni di ricavi con 3,4 milioni di utile. La seconda è una “talent agency” che gestisce anche blog ed e-commerce. E nel 2022 ha fatturato 14,5 milioni con 5,1 di utile.

L'ingresso della signora Di Guardo sembrerebbe essere una mossa che commissaria Fabio Damato. Storico manager della Ferragni, anche lui coinvolto nello scandalo Pandoro.



Il portafoglio di deleghe della Di Guardo, infatti, si sovrappone perfettamente a quello di Damato. Ora nelle società operative molti si aspettano un passo indietro di Chiara Ferragni. Che è presidente di TBS Crew e amministratore delegato di Fenice. Forse troppe responsabilità gestionali concentrate formalmente sulle spalle della fondatrice. Tra l'altro sotto inchiesta per l'ipotesi di truffa aggravata.