In cosa Chiara Ferragni ha pensato di essere stata innovativa?Cerco di affrontare con ironia opinioni negative e offese. Quando avevo 22 anni l’accanimento nei miei confronti era scioccante, soprattutto perché le persone che mi muovevano critiche erano molto più grandi di me. A causa loro, mi è capitato di non godermi del tutto i momenti belli. Poi, di colpo, ho avuto un’illuminazione. Mi sono detta: “Sto facendo una cosa innovativa, ho un team bellissimo: io so quanto valgo”. È fondamentale avere la consapevolezza del proprio valore.
Oggi, quando mi capita di dimenticarmene, rileggo il taccuino in cui scrivo ogni caratteristica, obiettivo raggiunto, esperienza portata a termine che mi rendono fiera di me. È importante riconoscerci dei meriti, darci una pacca sulla spalla e dire: hai raggiunto degli obiettivi, devi esserne fiera. Bisogna fermarsi più spesso per apprezzare quanto di buono si è fatto. Siamo portati a notare i successi e le capacità altrui e spesso siamo severi con noi stessi. Piuttosto, la chiave è trasformare i nostri difetti in punti di forza.
L’innovazione per me è aver fatto qualcosa che non aveva mai fatto nessun altro. Aver creduto nei social network dall’inizio, quando ancora in pochi li ritenevano un media. Ho compreso sin da subito il potenziale del mondo digitale (dei blog prima e dei social network poi, ndr), e ho deciso di coltivarlo.
Come sarebbe stato se avesse iniziato oggi, con l'avvento dei social network?
La vita privata di Chiara Ferragni è sotto ai riflettori h24: ma c'è qualcosa che noi non vediamo?Iniziare in passato ha avuto i suoi vantaggi, non tanto per il ruolo dei social in quel momento storico, ma perché io ero molto giovane e questo mi ha consentito di masticare il nuovo linguaggio “digitale” fin da ragazzina, di farlo mio in modo naturale.
Non mi sono mai prefissata cosa voglio o non voglio condividere. Faccio ciò che sento. Certo, ci sono contenuti che evito di postare per rispettare la privacy altrui. Ma non esiste qualcosa di non detto, di cui sono certa che non parlerò. Nella vita, e dunque sui social, è cruciale riconoscere e mostrare anche le proprie debolezze, l’importanza di parlarne, di lavorarci con esperti e psicologi. Lavoro per rompere questo tabù. I social non devono essere solamente la vetrina di una vita perfetta, che non esiste. Le nuove generazioni, finalmente, sono pronte a condividere la vita vera, con le sue luci e le sue ombre. Detto questo, ciò che sottolineo sempre è che, per quanto online sia più attiva della media, il 90% della mia vita non è condivisa sui social.
Nel corso della sua giovane carriera la Ferragni ha dichiarato di essersi ispirata a Diego Della Valle e a Maria Grazia Chiuri, direttore creativo di Dior, che da sempre porta avanti temi femministi difendendo i diritti delle donne. In futuro vorrebbe concentrarsi di più sull’empowerment delle donne, sui temi dell’imprenditoria femminile, aiutando concretamente altre donne.