Claudio Amendola a Verissimo sorprende: “Belli i Cesaroni, eh? Chissà…”

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Claudio Amendola, ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, ha parlato della sua prossima avventura nel ruolo di giudice a Io Canto Generation.



"Sono veramente curioso, è un tipo di programma che mi piace seguire: la musica, i ragazzi...", ha esordito l'attore, anticipando quale sarà il suo approccio con i giovani talenti.

Sarò un giudice equo, ma credo che delle simpatie e piccole preferenze verranno fuori. Ho anche dei compagni di viaggio esperti quindi ci sarà un concordare insieme. Voglio essere serio più che severo e pronto a riconoscere il talento.

Quindi, ha raccontato qualche aneddoto sulla sua infanzia e sull'esordio come attore al fianco del padre Ferruccio Amendola, scomparso nel 2001.



Fino ai tredici anni ero ancora mammone. Da dopo le medie, il liceo mi ha aperto strade nuove. Sono stato un ragazzo molto seguito e lasciato sbagliare, gli errori formano soprattutto se c'è qualcuno che l'errore più grave non te lo fa fare. Sono stato un ragazzo che ha goduto di una grande libertà ma anche di un'educazione di base molto seria e importante. I limiti alla fine non li ho mai superato perché ho sempre avuto mamma e papà, qualcuno da rispettare e a cui rendere conto. Non mi sono mai spinto oltre.

A 18 anni ho iniziato la carriera di attore con mio padre che è stato un grande maestro, era sempre pronto a consigliare e correggere e soprattutto ad emozionarsi. Lavorare con papà mi ha insegnato a rispettare il lavoro degli altri. Il mio lavoro è comunque quello più fortunato in un ambiente in cui c'è tanta gente che lavora e lavorano tutti per il mio faccione. La lezione è stata "ricordati che vai a lavorare in un posto dove ci sono cento persone che lavorano per te quindi comportati bene". E' una grande fortuna poterlo rivedere nei film, quando mi manca metto un film e ce l'ho. Mi capita di farlo abbastanza spesso, quando ne ho bisogno.



L'altra volta stavo girando un film al cimitero di Roma e siamo passati vicino alla tomba di famiglia e gli ho dato un bacio. Ricordo anche quando la carriera mi stava dando le prime grandi soddisfazioni e impegni al cinema e non ho potuto più avere il tempo per continuare gli sceneggiati con papà. C'era un altro lavoro che avremmo dovuto fare insieme e poi non abbiamo più fatto. Me ne pento un po'. Avremmo fatto due idraulici e io sarei stato il suo assistente, faceva ridere l'idea. Lo faremo in un'altra vita.

Amendola ha anche parlato de I Cesaroni, la serie cult della televisione italiana (in cui la madre Rita Savagnone interpretava sua suocera) della quale si mormora il ritorno.

Belli i Cesaroni eh? Eh, si, mah...chissà.

Proprio ne I Cesaroni Amendola ha vestito per la prima volta i panni del nonno. L'attore ha così concluso l'intervista parlato dei suoi nipoti e delle difficoltà che hanno i genitori di oggi nell'educazione dei figli:

Questo mestiere non ti passa mai, ti cambia, ti plasma, è per tutta la vita. Un giorno Mastroianni mi disse: "Ricordati che potrai considerarti attore quando avrai fatto ruoli da ragazzo, da uomo e da vecchio". Bisogna essere al passo con se stessi. Io sono stato nonno ne I Cesaroni perché Eva e Marco avevano una figlia. Sono nonno di Diego e Anna, 13 e 7 anni. Con uno siamo in adolescenza piena. In un momento particolare come oggi, per i genitori è più difficile, ci sono tante cose sterne incontrollabili che non si possono vietare per non mettere i figli in difficoltà rispetto agli altri.

Bisogna tornare a essere un pochino più severi, nel giusto. Credo più all'autorevolezza che all'autorità. Se parliamo di cose che in questi anni ci stanno tormentando come società rispetto al genere femminile, alle donne, ogni genitore dovrebbe far vedere ai figli una carezza data alla compagna o al compagno. Bisogna parlare piano, non urlare, bisogna trasmettere serenità a questi ragazzi, dare esempi d'amore.