"Si chiude con una richiesta di archiviazione «per manifesta infondatezza della notizia di reato» esposta nella querela per diffamazione presentata dal Codacons contro Fedez". Sono queste le parole con cui il Corriere questa mattina ha diffuso in rete la decisione del pubblico ministero Francesca Gentilini che si è occupata del caso.
Nello scorso mese di maggio, infatti, l'associazione dei consumatori e il rapper avevano avuto un infuocato scontro a distanza, iniziato quando Fedez aveva contestato il Codacons che voleva bloccare tutte le raccolte fondi private, compresa quella che stava realizzando con la moglie Chiara Ferragni per aiutare gli ospedali pubblici della regione Lombardia, e per la quale in questi giorni la coppia ha ricevuto l'Ambrogino d'Oro, massima onoreficenza della città di Milano.
Nonostante il presupposto di inammissibilità, il pm - qualora il Gip non condividesse il suo primo parere - ha comunque affrontato la questione nel merito punto per punto. In prima battuta ha smentito quanto detto nella querela dall’associazione che accusava il rapper di aver estrapolato e decontestualizzato la frase contro le raccolti fondi private, asserendo che in realtà Fedez avrebbe dato una "giustificabile, pertinente e continente risposta all’iniziativa del Codacons", che dal canto suo avrebbe invece solo mirato a paralizzare in ogni modo la raccolta dei Ferragnez. Inoltre, nella vicenda ci sarebbero anche delle informazioni non veritiere: in un video, infatti, il presidente del Codacons Carlo Rienzi accusava Fedez e la moglie di aver derubato i cittadini, ma in realtà anche in questo caso non risulta che la coppia abbia intascato dei soldi. Infine, per quanto riguarda la frase del cantante che accusava il Codans di ingannare i consumatori con una raccolta fondi per il Covid che in realtà era destinata alle casse dell’associazione, il pm ha ritenuto che "le critiche siano tutt’altro che peregrine: a riguardo, c’erano in corso delle indagini della polizia, un’interrogazione parlamentare e infine lo stesso Codacons ha corretto la campagna sul suo sito".
La questione, quindi, si chiude così con una richiesta di archiviazione del caso "per manifesta infondatezza della notizia di reato", e al rapper viene riconosciuto e legittimato un sacro "diritto di critica". L'associazione dei consumatori, se vorrà, potrà comunque opporsi all'archiviazione.
Fedez, davanti alla notizia, ha reagito con gioia ed entusiasmo, mentre alle pagine di Vanity Fair - che lo ha intervistato insieme alla moglie - non ha nascosto tutta la sua felicità per questa iniziativa benefica che - come ci tiene sempre a sottolineare - non ha messo in piedi da solo: "Tengo sempre a non rivendicare la paternità della terapia intensiva, perché realmente è un puzzle e se fosse mancato un pezzo non si sarebbe potuto realizzare. Noi siamo stati sono una miccia". A fargli eco anche Chiara che ha aggiunto: "In passato fare beneficenza significava destinare una somma, accertarsi che arrivasse a destinazione, ma poi il tutto finiva lì. Adesso avevamo bisogno di un impatto a lungo termine, una forza diversa. Lo richiedeva la paura che avevamo intorno. Siamo stati subito concordi nell'agire".