‘Le corna stanno bene su tutto’, parla l’autrice del libro di Giulia De Lellis: “Capisco lo shock, inizialmente l’ho provato anche io, ma…”

Ha lasciato tutti senza parole l'ultima trovata di Giulia De Lellis! L'ex corteggiatrice di Uomini e Donne ed ex gieffina - che ormai vanta oltre 4 milioni di followers su Instagram ed è considerata dagli addetti ai lavori una nuova Chiara Ferragni - si è infatti lanciata in un'inedita avventura, quella letteraria.



La beauty influencer non ha mai nascosto di avere un pessimo rapporto con i libri e di non essere mai riuscita a leggerne uno fino in fondo, ma questo non l'ha fermata nel mettere nero su bianco un'esperienza personale che l'ha toccata molto da vicino lo scorso anno, ovvero il tradimento del suo ex fidanzato Andrea Damante. Come è nel suo spirito, Giulia ha scelto di prendere il meglio anche da questa esperienza ed ha scritto il suo primo libro intitolato proprio Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza (ve lo abbiamo anticipato QUI).

La prima fatica letteraria della De Lellis non è però tutta farina del suo sacco. Il libro infatti è stato realizzato in collaborazione con Stella Pulpo, 34enne scrittrice pugliese - nota sul web soprattutto per il suo blog Memorie di una Vagina - che in lungo post su Facebook ha deciso di spiegare i motivi che l'hanno spinta ad accettare questo lavoro:



Quando mi hanno proposto di scrivere un libro con Giulia De Lellis, ho pensato che il destino mi stesse mandando un messaggio, e che quel messaggio fosse chiaro: cambia lavoro, datti all’ippica, fai altro. Poi, però, il libro con Giulia l’ho scritto, e uscirà a settembre. L’annuncio è stato dato qualche giorno fa su Instagram e da allora ho ricevuto un pacco di messaggi di incredulità, biasimo, stupore, curiosità, frenesia e delusione. Capisco lo shock, inizialmente l’ho provato anche io, ma voglio spiegarvi perché ho accettato:

Prima di dare un responso, ho incontrato Giulia di persona. Volevo capire se ci saremmo portate istintivamente sulle palle (cosa che mi capita spessissimo) o se saremmo riuscite a trovare la giusta dose di empatia, necessaria per sedersi e raccontare, scrivere e scavare. Giulia ha iniziato a parlare come un fiume in piena dalla prima volta che ci siamo viste e mi è parso che, in fondo, il mio know-how in fatto di relazioni, di amore, di tradimenti (il libro si intitola Le corna stanno bene su tutto — Ma io stavo meglio senza) potesse esserle umanamente utile. Durante le lunghissime ore di conversazione, che a volte parevano sedute di terapia, ci sono state risate, riflessioni, sigarette e lacrime. Sorprendentemente, ho scoperto che Giulia è simpatica, autoironica, alla mano, schietta, coraggiosa e pure, francamente, tenera. Cercava qualcuno che l’aiutasse a raccontare una storia, e raccontare storie è il mio mestiere.



Fortemente criticata per questa scelta, la Pulpo non ha negato di essersi messa in gioco con impegno e coscienza, consapevole che grazie alla giovane influencer sarebbe potuta arrivare ad essere apprezzata e conosciuta anche da un pubblico diverso dal suo:

Giulia ha 10 anni meno di me, appartiene a un mondo profondamente distante dal mio e parla a donne molto più giovani di quelle a cui generalmente arrivo io. Alla mia coscienza femminista è sembrata una buona opportunità, raggiungere un pubblico più giovane, veicolando messaggi che considero positivi, di autodeterminazione, onestà, umanità e libertà individuale (poi ognuno nei testi ci legge quello che vuole, purché li legga, ma questo è un altro discorso).

Se inizialmente la scrittrice pensava che collaborare con l'ex corteggiatrice fosse una proposta assurda, ad oggi è assolutamente certa che l'incontro con Giulia l'abbia arricchita sia dal punto di vista professionale, che personale:

Da un lato, relazionarmi con Giulia è stato umanamente formativo: mi ha portata fuori dalla mia comfort zone, mi ha insegnato a instaurare una comunicazione aperta con una donna totalmente diversa da me, a superare i pregiudizi, a dialogare anche con chi non ha praticamente mai letto un libro (neppure il mio, che le ho regalato, e quando mi ha detto “Lo leggo”, le ho risposto “Non ci credo, manco se m’ammazzi”). A capire, più in generale, che lo snobismo intellettuale non ti rende più intelligente, anzi.

In termini professionali, invece, è stata un’esperienza nuova e stimolante, perché non avevo mai scritto così: a quattro mani, la storia di qualcuno che non fossi io, cercando il punto di equilibrio tra la mia cifra e quella di un’altra persona. È un processo creativo diverso, con le sue difficoltà specifiche e con la sua dignità. Se per via di questo libro, qualcuno dovesse perdere la stima nei miei confronti, mi spiace ma me ne farò una ragione. Alla veneranda età di 33 anni, con una gavetta di 20 anni alle spalle (il primo concorso l’ho vinto a 13, modestamente), mi considero una professionista che dimostra il suo valore anche accettando sfide apparentemente impossibili, come questa.

Cosa ne pensate delle sue parole? Condividete le parole dell'autrice?