"Il razzismo finirà il giorno in cui si potrà dare dello stronzo a un nero". Così diceva Dino Risi. E credo che in questa frase sia un po' la risposta a tutto la demagogia, al populismo e al VERO razzismo emersi ieri durante la settima puntata di Grande Fratello.
Si sono presi un anno sabbatico per costruire un Grande Fratello migliore, ci avevano promesso cambiamenti, svolte, un "ritorno alle origini", a quelle prime edizioni del reality in cui davvero capitava di vedere qualcosa di reale ed invece questo anno di pausa gli è servito solo per confezionare un prodotto se possibile peggiore rispetto a quello, già molto, molto scadente, proposto nella dodicesima edizione del programma. E' stata sbagliata all'origine la scelta degli inquilini, 17 zombie con la voglia di vivere di un novantenne in rianimazione che regalano un live su Premium appassionante più o meno (meno) quanto un documentario sulla riproduzione delle zanzare tigre e se a questo errore di fondo abbiniamo le orride puntate del lunedì che sono capaci di stravolgere e rivoltare completamente tutto ciò che chi segue il live vede in settimana ecco che la frittata è fatta e di 'reality' in questa trasmissione non restano che le gambe a X della Marcuzzi.
In mezzo a tanta inutilità e piattume sono riusciti a far fuori (perchè Andrea Cerioli non l'ha fatto fuori il pubblico, l'ha fatto fuori il Grande Fratello) l'unico personaggio di questa edizione che con tutti i suoi pregi e i suoi infiniti difetti dava un senso al programma e soprattutto ai live, e probabilmente l'unico che si è vissuto a pieno questa esperienza comportandosi in maniera naturale e senza recitare i ruoli preconfezionali che nei realitisciò, oramai -dopo anni di esperienza- si sa, piacciono tanto alla gggggente. Le battute da lui rivolte nei riguardi di Samba Laobe Ndiaye erano figlie di momenti di gioco, di divertimento, il più delle volte, checché ne dica Vladimir Luxuria che forse il live non lo guarda proprio tantissimo , fatte pure davanti a lui. Con Samba non si può scherzare? Non può essere ironia? E perché? Forse perché Samba è diverso? E allora chi è il vero razzista, cara la mia Marcuzzi? Io sono siciliana, ho tantissimi cari amici del nord e battute come 'Oh ma quando sali qui da noi prendi l'aereo o vieni a cavallo dell'asino?' a me fanno sorridere se fatte con ironia da persone che conosco, boh, forse dovrei prendermela e considerare i miei amici razzisti e discriminatori verso di me, povera terrona. O forse quella può essere considerata ironia. Però se la mia pelle fosse nera ed invece di venire da Siracusa venissi dal Senegal quella stessa battuta sarebbe razzista. Non lo so, sono confusa, mi hanno davvero generato tanta confusione. Io so solo che se anche, ipotizzando per assurdo (perché di assurdo parliamo), Andrea fosse razzista non mi sembra un tipo così privo di attività cerebrale da non capire che furbescamente per andare avanti in un gioco come il GF le frasi razziste vanno evitate... lui quelle battute le ha fatte con tranquillità, disinvoltura e senza remore proprio perché fatte senza un briciolo di malignità. E, ripeto e ribadisco, il vero razzista è chi giudica diversamente una stessa frase a seconda che sia rivolta ad una persona bianca o nera o gialla o rossa o a pois. E' in quel valutare diversamente, in quel trattare un essere umano quasi come una specie protetta che si nasconde la vera discriminazione.
"Il razzismo finirà il giorno in cui si potrà dare dello stronzo a un nero"
Andrea poteva benissimo essere eliminato, è un ragazzo con un carattere molto particolare quindi ci sta che possa stare antipatico, ci sta che lo si possa voler fuori. Come ho detto avendo - ahimè - l'abbonamento a Premium e avendo fino ad ora seguito il live per me era l'unico, ma davvero l'unico, vero personaggio: l'unico che tra pippe mentali su Greta Maisto, lite con Mirco Petrilli e momenti esilaranti in cui iniziava a raccontare aneddoti a ruota uno più divertente dell'altro, ci ha dato qualcosa di cui parlare in un mare di profondissima noia ma a prescindere dalla mia preferenza nei suoi riguardi (preferenza che comprendeva anche il riconoscimento di TUTTI i suoi difetti, ai tempi degli scleri maniacali per Greta fossi stata una inquilina della casa lo avrei accoltellato con la pinza per i capelli ) trovo che il modo in cui è stato fatto fuori sia pessimo e non solo perché fatto fuori dipingendolo come un violento e un razzista ma soprattutto perché fatto fuori per volontà chiara e lampante del Grande Fratello. Da una settimana sui giornali e addirittura sui TG si è montato un caso su queste frasi di Andrea, la cosa è stata pompata, ingigantita e la gente, la maggior parte della gente che il live non lo segue e giustamente si basa su ciò che gli raccontano, è stata condizionata. Voi direte: "Beh, è colpa sua che le ha dette, il GF che c'entra"... il GF c'entra eccome perchè è il GF a decidere COSA mandare in onda e COME montarlo. Samba, ad esempio, quando gli si parla di omosessuali fa l'espressione inorridita che potrei fare io quando mi si parla di pantegane. Io seguo il live e l'ho visto, i ragazzi in casa lo hanno visto e in alcune nomination è anche stato detto ma nei daytime nulla, non esce fuori nulla. I giornali non ne parlano, i tg non ci fanno i servizi, nessuno affibbia con leggerezza a Samba la nomea di omofobo e, vi dirò, per me è pure giusto così. Perché prima di affibbiare ad una persona certi aggettivi bisogna pensarci su cento volte e come minimo dare a quella persona la possibilità PREVENTIVA di difendersi. Ad ogni modo ecco come, con estrema facilità, si manipola un programma televisivo. Per cui se Andrea fosse uscito perché il pubblico non ha gradito quanto fatto da lui in queste settimane benissimo, nulla da eccepire, è nelle regole del gioco. Se Andrea esce dopo una settimana di terrorismo psicologico sul telespettatore tutto fondato sulla manipolazione di alcune sue frasi allora il gioco è scorretto, il telespettatore è condizionato e non è più davvero lui a decidere.
Di fronte a tutta questa demagogia, a questo becero populismo, a queste manipolazioni e a questa mistificazione delle cose la mia voglia di seguire il resto della puntata e più in generale il resto del reality è calata a picco. Mi auguro che gli ascolti, fino ad ora desolanti, continuino a confermare a voce sempre più alta la bocciatura da parte del pubblico e se ormai è questa la piega presa dal programma e un ritorno vero alle vecchie edizioni con personaggi davvero interessanti e con dinamiche almeno vagamente naturali non è possibile allora tanto vale lo cancellino definitivamente dai palinsesti. Ci resterebbero i ricordi dei mitici confessionali di Pietro Taricone, del comico amore di Floriana Secondi verso Luca Argentero, della tormentata storia di Ascanio Pacelli e Katia Pedrotti poi culminata nelle nozze e in due bellissimi figli, della follia coinvolgente ed esilarante di Mauro Marin. E sarebbero bei ricordi. Bei ricordi che con le ultime due edizioni stanno cercando completamente di annientare.