Dalila Di Lazzaro: “Nonostante i miei 62 anni, ho provato ad avere un bambino, ma così ho perso un altro figlio!”
Edicola Settembre 3, 2015
Gli occhi azzurri che conquistarono Alain Delon, Dario Argento e Alberto Sordi sono sempre gli stessi, nonostante siano passati anni. La diva anni Settanta e Ottanta Dalila Di Lazzaro si è ritirata dalle scene e si è rifugiata in Costa azzurra, ma adesso è tornata con una dichiarazione shock: a 62 anni (benché portati benissimo), ha provato ad avere un altro figlio, tramite la fecondazione artificiale. La sua è stata una risposta, forse estrema, al fallimento delle sue tante battaglie, per poter adottare un bambino, adozione che è le sempre stata negata perché single. Ma nel giugno scorso, a gravidanza ormai inoltrata, Dalila ha perso il figlio che aspettava. Il suo primo figlio, invece, è morto nel 1991 a 22 anni in un incidente stradale. Allora, non ha voluto provare ad avere un altro figlio, ma nel 2015, a 62 anni, ci ha riprovato: “Allora pensai che fosse più saggio adottare un bambino bisognoso di cure che cercare di averne un altro. Ma ero single, o comunque non sposata. Il mio motto era ed è: ‘E’ più difficile trovare l’uomo giusto per avere un figlio che amare un bambino che ha bisogno. Un figlio è per sempre, è il vero amore’. Quindi iniziai la mia grande battaglia per l’adozione dei single, ma in Italia è quasi impossibile superare alcuni preconcetti. Ci sono troppi egoismi. E il bene di un bambino abbandonato non è riuscito a vincere il conformismo. Così, delusa dalla politica, ho provato con l’inseminazione. Ci pensavo da tempo, ma ero stata troppo male per uno sforzo simile. Appena mi sento sentita meglio, ho proposto al mio compagno, che è stato felice di aiutarmi, ma ho vissuto questa cosa di nascosto, in sordina. I medici mi hanno detto subito che era un passo azzardato, ma volevo tentare anche questo, con molta fatica ovviamente. Per una donna fare figli è la cosa più naturale, anzi è il suo privilegio“. La gravidanza, testimoniata anche da questi scatti, però, non è andata a buon fine: “Troppo dolore. Non farò mai un altro tentativo. Preferire decisamente adottare. Perché una donna deve sottoporsi a tante inutili prove quando ci sono tanti bambini già nati che hanno bisogno di una madre? Capisce l’ingiustizia? Il legame di sangue non conta quando c’è amore da dare. Una donna ama da subito il bambino che le viene affidato, è una cosa naturale. E se è da sola, lo alleverà come fanno migliaia di madri single“. E come ha preso il suo compagno Christophe la perdita del bambino? “Lasciamo perdere. Non lo nomini nemmeno. Non c’è più. Sono sola, anzi, non ho più un fidanzato, ma tanti corteggiatori. Io non cerco più un uomo, non voglio che mi distragga. E poi non è facile trovare l’uomo giusto, anzi, sarà l’argomento del mio prossimo libro, che parlerà soprattutto di mio padre. Lui sì che era un uomo vero, sapeva fare tutto ed era un combattente, un vero gladiatore, non si fermava davanti a nulla. Mica come i maschi rammolliti di oggi! In questo momento difficile mi sono state vicine le mie amiche, una in special modo. La morte di un figlio non si supera mai, però io ho cercato un senso in tutto ciò e l’ho trovato. Ho più fede adesso, la mia vita deve lasciare una traccia d’amore. Sembra scontato, invece ce n’è molto bisogno. Ho scritto cinque libri su questo, anche sul fatto che continuo a vedere i cuori che mi donava mio figlio, in ogni angolo. Sono dei segni. Con mia grande sorpresa, ho avuto molto successo“. Infatti l’attrice e scrittrice è stata spesso ospite di vari convegni: “Sì, è incredibile quanta gente abbia bisogno di parlare di questo tema. Io sono molto pigra, ma lo devo fare. Credo di essere nata per questa battaglia e penso che questo grande Papa dovrebbe aiutare le donne che vogliono offrire amore ai bambini abbandonati. Ho deciso di vivere qui, in questo angolo della Francia, perché c’è poca gente. Vivo qui con il mio gatto, ma c’era anche un labrador, che poi è morto. Qui riesco a prendere le distanze da tutto e anche a scrivere, se riesco a vincere la mia pigrizia!“
Fonte: Chi
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