‘Domenica In’, Michele Bravi si racconta a cuore aperto a Mara Venier: “Per uscire dal buio devi passarci attraverso”
Linda Gennaio 25, 2021
Michele Bravi, il giovane cantante vincitore della settima edizione di X Factor, si è raccontato per la prima volta negli studi di Domenica In, dopo la tragedia di cui è stato protagonista e per cui è stato condannato ad un anno e sei mesi: l’incidente stradale che ha causato la morte di una donna di 58 anni.
L’ultimo incontro con Mara Venier negli studi Rai risaliva al 2013, quando era appena maggiorenne. Michele in questo nuovo incontro, ha voluto presentare il suo nuovo Album, che uscirà il 29 gennaio intitolato “La geografia del buio”, che rappresenta la sua storia profonda, mentre il singolo è già uscito lo scorso 22 gennaio.
Dopo la sua partecipazione a Sanremo del 2017, quando Carlo Conti lo aveva annunciato nei Big con il suo grande successo “Il diario degli errori”, è stato tutto in discesa: Bravi ha ricordato quegli anni di grande fortuna, in cui ha avuto modo di lavorare nel mondo della musica con entusiasmo, purezza e forza enorme. Grandi riconoscimenti ma anche grande critica, degli anni meravigliosi per Michele:
Sono stati degli anni meravigliosi dal punto di vista lavorativo. Ho avuto la fortuna di collaborare con grandi maestri. Ho un bellissimo ricordo della finale di Sanremo, è stato un momento enorme. C’erano ancora le eliminazioni quindi non era scontato arrivare a quel punto in Sanremo. Mara io ricordo ancora la tua faccia in mezzo a tutte le altre, ti assicuro. Il teatro era piccolo, vedi molto bene chi hai davanti e le persone come rispondono quando canti. Mi ha fatto piacere vederti, io non lo dimentico.
La conduttrice ha cercato di mettere il giovane cantante a proprio agio dopo avergli esternato quanto abbia apprezzato il suo modo di essere e di reagire di fronte alle difficoltà. La Venier ha deciso così di introdurre con grande delicatezza il tema che fino a quel momento, per il cantante è stato un grande tabù e che per la prima volta, è riuscito a raccontare, non risparmiando l’emozione:
È stata tanta la sofferenza, ma sono in una posizione privilegiata, perché ho avuto la fortuna di avere una persona per capire come trovare la mia geografia nel buio. Pensavo di essere solo, credevo che la mia storia fosse tanto particolare e difficilmente comprensibile. Mi dicevo “Come è possibile che qualcuno riesca a capire”. Poi ho capito una cosa, che mi ha suggerito questa persona che io chiamo “il mio angelo”, il mio disco è dedicato a lui. Lui adesso è dall’altra parte del mondo per motivi di lavoro, ci sentiamo raramente, sai ognuno poi ha la sua vita. Ma mi sono accorto che questo fatto di chiamarlo angelo non è casuale perché mi sono accorto che nella vita della persone capitano questi momenti bui, quanto le contingenze cambino, che ognuno ha la sua storia. Il linguaggio del dolore però è sempre lo stesso per tutti e tutti abbiamo avuto una persona che ci ha accompagnato nel buio. Un angelo che ci ha indicato la strada. Quando abbiamo iniziato a percorrerla poi ci ha lasciati, dopo avercela indicata.
Michele ha voluto ringraziare la padrona di casa per la gentilezza e il rispetto con cui ha voluto trattare il tema delicatissimo, per lui. Non è stato un periodo facile, però allo stesso tempo, il cantante ha avuto la fortuna di essere stato guidato da quello che lui chiama “il mio angelo”:
Provo a spiegartelo perché è difficile. Immagina che il mondo si spegne ed è tutto buio, nemmeno la luce. Il posto in cui sei ha cambiato orientamento: dove prima c’era una sedia non ti puoi sedere, dove prima c’era la porta non riesci ad uscire. Non sai chi sei, che cosa sei. Il fatto di avere avuto quella persona vicino per me ha significato: “Guarda, ora tocca a destra, c’è qualcosa di morbido, lì forse un letto, forse un divano. Poi tocca sinistra, qui c’è una porta.” Grazie a questo sono riuscito a creare una mia geografia, come orientarmi. Questo disco è una cosa che ci tengo tantissimo a dire. Quando si parla di dolore si dicono delle cose che sono pericolosissime. Quando si dice “Poi passerà, si ricomincerà” non è così. Per uscire dal buio devi passarci attraverso.
E ancora, con grande sensibilità, Bravi ha spiegato come è tornato a far musica, promettendolo alla persona che era al suo fianco, quando ancora non riusciva nemmeno a parlare:
Questo disco non parla di come uscire dal buio ma come ci si convive all’interno. Questo disco nasce da una promessa ed è una promessa fatta a quella persona lì. L’ultima sera che lui se ne è andato dall’altra parte del mondo, eravamo stesi sulle coperte. Ho avuto un momento dissociativo allucinatorio molto forte. Avevo avuto una crisi enorme e ciò che faceva era prendermi la testa tra le mani e aspettare che io tornassi lì. Tornato lì presente, lui mi ha confidato una storia che non potevo immaginare, che era la storia dello strappo della sua vita, uno strappo enorme molto più grande del mio. Facevo difficoltà a credere che fosse la sua storia perché la persona che avevo davanti raccontava tutt’altro. Siamo stati in silenzio per ore. Gli ho detto che senza il suo dolore questa cosa non avrebbe una geografia. E gli ho promesso di cantare, in un momento in cui figurati, avevo da poco ricominciato a parlare.
E voi che ne pensate delle sue parole?
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