Eleonora Giorgi racconta di aver inviato campioni di cellule per una cura in America: “Per me c’è il 14% di probabilità”

L’attrice, affetta da tumore al pancreas, ha confidato qual è la sua più grande paura se le cure non dovessero funzionare

Carola Ottobre 3, 2024

Eleonora Giorgi racconta di aver inviato campioni di cellule per una cura in America: “Per me c’è il 14% di probabilità”

Eleonora Giorgi di recente è tornata a parlare del tumore al pancreas che ha scoperto di avere ormai dieci mesi fa e di come stanno procedendo le cure (clicca QUI per leggere).

Il percorso affrontato dall’attrice negli ultimi mesi è stato tutt’altro che facile, tant’è che ha dovuto sottoporsi da prima ad un ciclo di chemioterapia e poi ad un intervento chirurgico.

Purtroppo, però, la battaglia di Eleonora non si è ancora conclusa, dal momento che le metastasi si sono ingrandite e per questo dovrà sottoporsi a nuove cure:

La chemioterapia ha permesso di rimuovere il tumore principale, ma il cancro al pancreas crea una sorta di guaina che respinge le cure, e così il tumore si è allargato. Sono arrivate delle “sorpresine”, per tre mesi abbiamo cercato di abbatterle ma ha funzionato parzialmente. Le metastasi si sono ingrandite.

Per questo motivo, l’attrice ha spiegato di aver deciso di inviare alcuni campioni delle sue cellule in una clinica americana, che ha trovato una chiave d’accesso per il suo tumore, ma nonostante questo nel suo caso c’è il 14 % di possibilità di guarigione:

Una clinica americana ha trovato una chiave d’accesso per questo tumore. Non funziona con tutti. Mi hanno spiegato che per me c’è il 14% di possibilità. Adesso i campioni con le mie cellule sono stati mandati negli Stati Uniti e vedremo.

La Giorgi nelle ultime interviste ha anche mostrato i recenti cambiamenti dovuti alla chemioterapia e in particolare la perdita di capelli. A tal proposito l’attrice ha consigliato a tutti coloro che stanno vivendo il suo stesso percorso di non vergognarsi, ma anzi di mostrarsi: “Scopritevi come me, non vergognatevi”.

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