Eleonora Giorgi parla della paura di m0rire e confessa: “Ecco cosa voglio fare se riuscirò a sopravvivere”
L’attrice, intervistata da Vanity Fair, ha poi aggiunto: “Non importa mai quanto tempo hai a disposizione, ma come scegli di viverlo!”
Renata Ottobre 16, 2024
Lo scorso 24 novembre Eleonora Giorgi ha rivelato di soffrire di un tumore al pancreas per il quale si è sottoposta a diversi cicli di chemioterapia e ad un’operazione.
L’attrice ha recentemente spiegato che la chemioterapia ha permesso di rimuovere il tumore principale (clicca qui per leggere le sue dichiarazioni). Tuttavia, il tumore si è allargato con la formazione di nuove metastasi. Per questo motivo, Eleonora invierà alcuni campioni delle sue cellule in una clinica americana che ha trovato una chiave d’accesso per il suo tumore. Nel suo caso, le possibilità di guarigione sono del 14%.
“Chi scopre di essere malato vive innanzitutto un’incredibile solitudine“, così l’attrice ha spiegato a Vanity Fair il motivo che l’ha spinta a parlare pubblicamente della sua malattia.
Parlarne per me è stato liberatorio. Non è stata “vanità”. Io sono cresciuta con il pubblico. Avevo diciannove anni quando è iniziata la mia carriera. Ma non è questo: parlarne è stato un modo per mettere ancora più a fuoco il valore del tempo che resta. Un mese, un anno, una vita: non importa. Ciò che conta è quello che voglio ora: stare con i miei figli, con la mia famiglia, con gli affetti. Mi sono riparata in questo bozzolo d’amore. Un bozzolo che è più vita di quella che avevo prima.
Alla domanda: “Ha paura di m0rire?“, la regista ha risposto dicendo:
Insegno all’Accademia e ai ragazzi faccio sempre la stessa domanda: voi ce l’avete un’anima? Ogni tanto qualcuno mi dice di no. Però quasi tutti dicono di sì. Per me l’anima è quella voce che mi parla fin da bambina. Non so se ci sia un dopo. Sento però che c’è stato un prima. Quella voce mi parla di qualcosa che c’era prima.
“Perdere i capelli mi ha insegnato che vedere il lato positivo è una forma di grande libertà. C’è un tempo per ogni cosa nella vita: oggi è finalmente arrivato quello di cogliere tutto l’amore che mi circonda“, ha aggiunto Eleonora, che ha spiegato:
Se sopravviverò, non posso dire se guarirò ma se comunque le cose si metteranno un po’ meglio, io alla vita di prima non voglio tornare. Voglio passare tutto il tempo che mi resta così, con l’amore che ho finalmente riscoperto. Mi sono stufata di fare la Giorgi. Preferisco fare la babysitter al mio nipotino.
A seguire, l’attrice e regista ha raccontato che i suoi genitori “erano viziati, non avevano alcun senso di responsabilità”, per cui “mi sono emancipata da loro molto presto”. Ha poi ripercorso la sua lunga carriera, iniziata quando il produttore Tonino Cervi la scelse (in sostituzione di Ornella Muti) come protagonista del film Storia di una monaca di clausura del 1973. Eleonora ha quindi ricordato gli uomini che l’hanno affiancata negli anni, da Federico Fellini a Renato Pozzetto (“Era il mio mito. Il meccanismo tra noi era sempre lo stesso: lui lento, riflessivo, stralunato. Io arrivavo e lo travolgevo di parole, di energia“).
Da Carlo Verdone (“Carlo mi ha delusa perché non mi ha mai più chiamata a lavorare con lui. Ma sono ottimista: Carlo, c’è ancora tempo, poco ma c’è. Che cosa aspetti a chiamarmi?“) ad Adriano Celentano (“Uno degli uomini più sexy mai incontrati. Surreale, lento, meraviglioso. Mi innamorai di lui“). Da Cristiano Malgioglio ad Angelo Rizzoli, sposato nel 1979 e dal quale ha avuto il suo primogenito Andrea:
Mi ricordo che in un viaggio in India, quando eravamo sposati, un astrologo gli fece il tema natale: scrisse rovina, malattia, carcere, disgrazia. È una storia troppo complicata di cui non voglio più parlare. Però se esiste un aldilà, se c’è qualcosa dopo la m0rte, ecco, se potessi incontrare di nuovo qualcuno, vorrei parlare con lui. Per chiedergli: perché? Perché bandirmi dal mondo del cinema? Mi hai fatto soffrire così tanto. Perché?
Sul periodo lontana dal cinema che ha vissuto insieme a Massimo Ciavarro, con il quale è stata sposata dal 1993 al 1996 e dal quale ha avuto il secondo figlio Paolo, ha detto:
Funzionò per un po’ ma poi quella vita non faceva per me. Mi mancava il lavoro. Perché lavorare è la maniera più sana di stare con gli altri. Il cinema per me non è mai stato vanità ma artigianato. Lo amavo per quello, per il lavoro artigianale che c’è dietro. Quello che mi mancava. A quello dovevo tornare. Che grande ingiustizia, che grande dolore ho subito. Sono convinta che molto della mia malattia sia nato in quegli anni di grande sofferenza.
E ancora, sull’amica Oriana Fallaci:
Come tutti, nei miei confronti Oriana era piena di pregiudizi. Figurati: l’attrice ventenne che sta con l’editore. Poi una volta la incontro a cena, con Angelo. Fu affettuosa e ci piacemmo. Fumava come una pazza, cosa che io purtroppo condivido. Femminilissima, sempre sui trampoli, con le unghie laccate di rosso. Mi portava a fare shopping e in certi locali russi di Manhattan. Una volta, anni dopo il divorzio, stavo facendo un servizio fotografico nella Trump Tower, per la rivista Interview. Ero sulle scale mobili, di giorno ma in abito da sera, tutta vamp, con fotografo e ombrelli per le luci. Vedo lei dall’altra parte, fermo tutto, mi butto a salutarla. Lei mi guarda, gira la faccia dall’altra parte e se ne va. Che colpo. Che delusione.
Eleonora ha anche raccontato della sua dipendenza dalle dr0ghe:
Ero sola, senza genitori, mi ero appena lasciata e avevo avuto i primi successi. Comprai una moto, la mitologica Honda 750, dal mio ex e la prestai ad Alessandro Momo, il ragazzo con cui stavo. Aveva diciassette anni, a me diceva di averne venti. Un giorno mi telefona e mi dice: ti porto io la moto. Cadde al Foro Italico e morì. Ero da un’amica, mi chiama mio padre e mi racconta dell’incidente. Io mi precipito all’ospedale, una pazza, corro. E poi torno a casa, sola. Mi citofonano e penso: saranno i miei genitori. Invece no, erano i paparazzi. Come fa una ragazzina a sopportare tutto questo? Mi buttai nell’er*ina e poi per fortuna riuscii a uscirne.
Infine, l’attrice ha spiegato come sono cambiate le persone intorno a lei e quanto sono importanti gli amici nel percorso che sta affrontando:
Mio figlio Paolo è diventato un uomo. Era un ragazzino fino a poco tempo fa. Ora, con Andrea, tiene le fila di tutto. In generale, è come se ci fossimo tutti ritrovati, come se ci fosse stato uno svelamento del nostro amore. Gli amici sono fondamentali. Alcuni sono venuti qui sul set a salutarmi.
Quando ti succede mai di ritrovarti al centro dell’amore della tua famiglia a settant’anni? Io non voglio tornare alla Giorgi di prima. Quest’anno siamo stati talmente uniti che mi è sembrato di recuperare tutto quello che altrimenti sarebbe andato perduto. Certo, la notte, quando sono da sola, è più difficile. Mi viene da piangere perché tutti i ricordi mi assalgono. I miei figli da piccoli, i miei genitori, tutto il dolore che ho provato per l’allontanamento dal cinema. Poi però passa, arriva l’alba e io so che c’è un altro giorno da vivere, un altro giorno per amare. Ho appena fatto una chemio davvero tosta. Però oggi sto bene e sono qui con voi.
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