Emma Marrone è una delle cantanti più seguite e amate, sia per il suo talento che per il suo modo di fare, che è sempre risultato schietto e sincero. Anche questa volta Emma, attraverso una lunga intervista rilasciata a Vanity Fair, ha parlato molto di sé e della sua vita, partendo dal fatto che il suo scopo nella vita è quello di realizzare se stessa, e non di trovare un partner:
Il mio scopo nella vita è realizzare me stessa, non trovare un partner. Certo, sono fatta di carne e ci sono sere in cui mi piacerebbe trovare qualcuno a casa ad attendermi, banalmente anche nel letto, ma questo sentimento non mi spinge mai a pensare che andrebbe bene chiunque. Sono single, ma non sola, ho tante famiglie. [...] Ho quella d’origine e siamo molto uniti, ma dopo tanti anni considero famiglia anche quella professionale, perché i legami che si creano lavorando insieme sono fortissimi e io sono una persona fedele agli affetti. Col trasferimento a Roma mi sono poi costruita un gruppo di amicizie intime, quattro persone, che sono il mio rifugio e su cui so che posso contare sempre. Per carattere posso stare senza compagno, ma non senza una comunità di affetti. Poi trovare un uomo mica è facile.
Per la cantante non affatto semplice trovare un uomo che possa starle accanto e alla giornalista Michela Murgia ha spiegato perchè:
Ma che uomini? Quelli della mia generazione sono deboli e spaventati, indecisi. Hanno paura delle donne autonome e forti. È come se noi avessimo fatto un passo avanti per essere più libere e loro nel frattempo siano ancora nello stesso punto di prima. A volte mi ritrovo con le amiche e diciamo tutte la stessa cosa: trovare un uomo che non abbia paura di noi, di quello che siamo state capaci di diventare, è molto difficile.
Poi la Marrone ha parlato del suo papà che è scomparso da circa sei mesi e ha raccontato la loro ultima chiamata:
Ho come modello mio padre, che mi ha cresciuta con il suo esempio di giustizia e generosità. Era un infermiere e quando tornava a casa faceva iniezioni e medicazioni a tutto il vicinato, spesso per chi non se le sarebbe potute permettere. Non tutte le donne hanno rapporti difficili col genitore, io col mio ho avuto un legame bellissimo. Non era solo padre per me, ma anche figlio, amico, compagno di avventure. Certe sere uscivamo e tornavamo brilli, con mia madre che ci aspettava sulla porta. Quando i miei amici venivano a cena e a fine serata poi sgattaiolavano fuori per fumare, mio padre li guardava e diceva: ragazzi, la canna ve la potete fare anche qui. Mamma dice che io sono quella che gli somiglia di più.
E ancora:
Infine Emma ha spiegato che genitore pensava di diventare da ragazzina e ha parlato anche della possibilità di fare un figlio senza un compagno:Quando è morto io ero via un paio di giorni, l’avevo sentito la sera prima, “prendo un volo domattina e alle 13 sono già con le gambe sotto al tavolo”. Ti aspetto, mi ha risposto. Invece al mattino era morto. Quando ho visto il numero di mio fratello ho capito subito, dall’altra parte sentivo le urla di mia madre, è stato terribile. E io non c’ero. Non ho rimpianti. Credo anzi che sia un suo regalo. Sentiva che sarebbe morto e sono convinta che mi abbia voluto risparmiare dalla sua morte, in modo che lo ricordassi vivo e felice nella chiamata della sera prima.
Non mi sono mai immaginata madre. Ci sono stati momenti in cui mi sono detta: se arriva arriva, i figli si fanno anche per incoscienza, ma non era un mio obiettivo. [...] Non ho resistenze ideologiche, ma la scelta ce l’ho: se volessi potrei ancora farlo da me con la fecondazione. In Italia però devi essere per forza una coppia ed è una visione della genitorialità medievale. Perché devo avere un partner per essere madre? Prima ti dicono: non fate abbastanza figli, poi provi a farli e ti mettono mille ostacoli.