Stasera mi sono recato al Bosco di Rogoredo, patria nazionale dello spaccio italiano, dove anche la polizia si rifiuta di entrare. Mentre le uniche inchieste realizzate sono state fatte di giorno da giornalisti accompagnati da polizia di scorta a circondare la zona, io mi sono recato lì solo con un operatore e un fonico per raccontare il parallelismo della mia tossicodipendenza e quella che colpisce l'Italia e la povera gente che vede uno stato inerme e una polizia disinteressata. Tutto questo solo per raccontare in maniera oggettiva, come ho sempre fatto, la realtà. Ora, in questo momento ringrazio Dio per aver protetto mio figlio Carlos Maria.
Da quanto scritto da Corona, che ringrazia Dio per aver protetto Carlos Maria, sembrerebbe che con lui ci fosse anche il figlio sedicenne che, tuttavia, è scampato all'aggressione senza subire conseguenze. Fabrizio, come stava raccontando prima che la situazione degenerasse, si trovava in una nota e pericolosa piazza di spaccio per girare un servizio che sarebbe andato in onda domenica prossima a Non è l'Arena di Massimo Giletti.
Ad esprimere dispiacere e preoccupazione per la salute di Fabrizio, anche Alberto Dandolo, giornalista che ha spesso e volentieri contrastato e criticato il paparazzo ma che, in questa occasione, ha saputo mettere da parte i vecchi dissapori e ha espresso, condividendo la notizia sul suo profilo Instagram, la sua vicinanza a Corona e al figlio.
Non so cosa sia appena accaduto a quel pazzairello di Fabrizio Corona. Leggo ora sto suo post. Spero tutto bene per la sua salute e quella di Carlos. In ogni caso un abbraccio a entrambi.
Sotto al post di Dandolo è intervenuto anche Andrea Spadoni, giornalista ed ex gieffino, che ha spiegato che Fabrizio Corona sarebbe stato aggredito da più persone, durante la realizzazione del servizio per Giletti. E i due giornalisti si sono interrogati, data la pericolosità della zona dell'inchiesta, se l'azione di Corona non sia stata forse troppo avventata e poco organizzata, mettendone dunque a rischio l'incolumità:
In quel luogo si può entrare solo con l'assenso di uno che ci vive che ha potere. La questione di equilibri. Il servizio si può fare ma non senza un ok dall'interno. Sono in realtà molto complicate. E necessitano di una mediazione. Se no ti scuoiano punto non so nello specifico si sia stata una cosa non studiata bene. Certo è che non si possono improvvisare certe esperienze. In ogni caso la cosa più importante è che nessuno sia stato gravemente compromesso fisicamente.
Che ne pensate dell'accaduto?
AGGIORNAMENTO - Massimo Giletti, conduttore di Non è l'Arena, contattato da Fanpage.it ha aggiunto alcuni dettagli su quanto accaduto la scorsa notte:
Corona sta bene, però devo dire che stanotte l'ho sentito molto provato, molto preoccupato, mi ha detto di essersela vista davvero brutta. Il nostro disegno era proprio andare nei luoghi dove lo Stato non va, per raccontare quei luoghi delle nostre città, spesso attaccati al centro storico, dove non c'è lo Stato, dove si ha paura ad entrare.
E a chi in queste ore sta criticando la sua scelta di affidare l'inchiesta proprio a Fabrizio, ha risposto:
Io credo che Corona abbia delle grandi qualità di narratore, tutto il resto per me è ipocrisia. Siamo pronti ad ascoltare tutte le riflessioni e le critiche, ma per me l'importante è far vedere questi luoghi e far sì che lo Stato smantelli certe situazioni. Il mio intento è questo e Corona ha il talento per fare tutto questo.