Fabrizio Corona, le mie lettere dal carcere: “Belén Rodriguez, ti ho amata nel modo sbagliato!”
Edicola Gennaio 18, 2014
Il re dei paparazzi Fabrizio Corona ha deciso di scrivere dal carcere, al quale è stato condannato per circa sette anni, delle lettere, nate dal bisogno di raccontare e di esprimere i propri sentimenti. Il fratello Federico racconta: “Queste confessioni sono state partorite col nome Mea culpa – Voglio che mio figlio sia orgoglioso di me. Fabrizio vuole reinventarsi e ritrovare finalmente Fabrizio”. Uno dei capitoli più dolorosi del libro è dedicato alla sua ex, Belén Rodriguez: “La prima volta che ti ho vista, io ero in un locale dove Nina Moric, con la quale ero sposato da qualche anno, aveva una serata. Tu eri fidanzata col PR; non avrei dovuto notarti, ma sono stato tutta la sera a guardarti. Avevo un’agenzia e sapevo che avresti sfondato. “Non gliene frega niente” mi è stato detto all’inizio, ma poi sei arrivata lo stesso, qualche anno dopo, accompagnata da una manager. Tu non eri convinta, io organizzai una cena con degli amici per farti prendere le prime paparazzate. Chi l’avrebbe detto che sarebbe finita così, che avremmo vissuto dei momenti unici, irripetibili, folli, drammatici? Dopo quella sera sei scomparsa: la stupida insicurezza di Marco (Borriello) lo aveva portato a umiliarti spesso. Una sera, non ci vedevamo da un anno, ti ho ritrovata all’Isola dei famosi, dove lo share, per il tuo tradimento di Borriello con Rossano Rubicondi, ha raggiunto i picchi. Magrissima (finalmente), abbronzata, in un abito azzurro, avevi raggiunto anche il picco della tua bellezza e cantavi Besame mucho. Nina mi dice: “Non mi dire che ti piace questa!” e io dissi: “Ma chi, non vedi che sembra un trans?”. E invece mi avevi colpito. Non ti ho cercata neanche in quell’occasione. Quando ti ho rivista, un mese dopo, in un locale, sapevo che avremmo fatto l’amore. Dire che mi è piaciuto sarebbe riduttivo. Ma anche quella volta, non ti ho più cercata. Poi un altro incontro lampo, a fare l’amore intensamente. Era una storia improbabile, io avevo troppi problemi. Fino a quel maledetto giorno in cui ho deciso di cercarti e di seguirti, per tre anni e mezzo. Eri andata alle Maldive e io ti ho raggiunta. Ti ho telefonata dicendo: “Come ti sta bene quel costume rosso!”. Ti sei girata, mi hai visto, e sei corsa da me. Abbiamo fatto l’amore e dopo un’ora ho ripreso la barca che mi avrebbe riportato in aeroporto. Da quel giorno hai sempre cercato di scappare da me. In tre anni mi avrai lasciato 20 volte. Hai fatto una cosa che nessuna donna avrebbe mai fatto. Ti avevano scelta per condurre Scherzi a parte: dopo tanta gavetta, ce l’avevi fatta. Il nostro amore era diventato pubblico, avevo problemi con la legge e con mia moglie: la mia immagine ti avrebbe rovinato. Ti avevo minacciato di strappare il contratto, se non avessi chiuso con me. Tu hai mandato a cagare l’agente e l’autore e hai scelto l’amore. Se ti avessi incontrata prima, forse ora non sarei qua dentro. La mia immagine non ti ha rovinato, anzi ha costruito un personaggio incredibile, unico. Un’altra storia tra reality e vita vera, dove, purtroppo, ero io il regista. Ero all’apice della carriera, non avevo ancora imparato la lezione, non mi era bastato il fallimento del mio matrimonio, così ho continuato a commettere gli stessi errori, che però hanno contribuito a renderti quello che sei oggi. Per te ho tagliato con tutti, con Lele Mora, con i miei vizi e coi miei marci lavori. Con te ho comprato un portafogli, fatto un documento, preso la patente, imparato a dire “grazie” e “per favore”, recuperato il rapporto con mia madre, imparato a fare da padre, ho creato una struttura con 30 dipendenti. Ma quante bugie ti ho dovuto dire! Era impossibile cambiare tutto con uno schiocco di dita, ma tu non lo volevi capire. Volevi cambiarmi a tutti i costi, e subito, per impedire alla gelosia di divorarti e per convincere tutti, te stessa in primis, che fossi l’uomo giusto. Passione e amore non sono la stessa cosa: amore è sacrificio, rispetto, stima e tu non li hai tenuti separati. Tutte le volte che te ne rendevi conto, scappavi dal tuo ex. Quante volte ho dovuto raggiungerti per dirti: “Va bene, è finita, ma almeno abbi il coraggio di dirmi negli occhi che non mi ami più. Quante notti d’inverno ho dormito fuori casa tua…Mi sembra ieri che volevi sposarmi. Ma io non sono mai stato onesto con te. Era impossibile farti capire che se vuoi costruire una famiglia nella vita, non puoi vivere solo di emozioni. L’ultimo anno avevamo trovato la nostra dimensione, tu mi dicevi che mi ero fatto “becchio”. Ho provato ad accettare una vita semplice e normale, ma “mi stavi stretta”: non faceva per me, ho avuto paura delle responsabilità. Sono arrivate le prime condanne. Tu pensavi alla tua serenità, alla tua famiglia, al lavoro e al successo; detestavi il mio lavoro. Quell’ultima estate non è stata delle migliori. La passione era calata, ho fatto persino cilecca, non ti sopportavo più, ma ero incapace di ammetterlo. Tu volevi il figlio che hai sempre cercato in ogni storia. Sei rimasta incinta. E’ stato lo stress, il dolore, la paura? No, non ci credo, è stato il destino: forse meritavi di più. Quel figlio lo volevi solo tu e non ho mai avuto il coraggio di dirtelo. Dopo l’aborto spontaneo, pregavo perché tu non restassi più incinta. Quando mi hai detto che il test era negativo, mi sono sentito sollevato, ma al contempo mi si è gelato il sangue, perché avevo realizzato che sarebbe finita, per sempre. Per la prima volta non ti ho più rincorso, ma i ricordi non si possono cancellare, e come vedi, io non li cancello”.
Fonte: Chi
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