Fattore M: spazio dedicato a Marco Mengoni. E’ partito L’Essenziale Anteprima Tour 2013. Resoconto della Data Zero a Civitanova Marche. Aggiunte nuove tappe alla tournee estiva

Isa Maggio 9, 2013

Fattore M: spazio dedicato a Marco Mengoni. E’ partito L’Essenziale Anteprima Tour 2013. Resoconto della Data Zero a Civitanova Marche. Aggiunte nuove tappe alla tournee estiva

(rubrica a cura di Valentina P.)

Salve a tutti! E la Data Zero è andata. Anche la prima data agli Arcimboldi, se è per questo. Tuttavia questa rubrica sarà dedicata alla cronaca “emozionale” dello spettacolo tenutosi domenica 5 maggio presso il Teatro Rossini di Civitanova Marche, a cui ho partecipato con un entusiasmo sconfinato. Ah, ovviamente non prometto di essere obiettiva. Il concerto è un’esperienza di pancia, e come tale va vissuto e narrato. Con la pancia.

Premetto che si è trattato di un evento blindatissimo – proibiti video e foto, come annunciato dalla voce fuori campo di Dalia Gaberscik ad inizio e metà spettacolo! – meno istituzionale del solito. Quella celebratasi a Civitanova era infatti solo una prova generale dell’Anteprima Essenziale Tour, e dunque rispecchiava l’intenzione di Marco di non svelare tutto il contenuto dello show originale. Tanto è vero che la scaletta pare fosse solo un assaggio di quello che il Mengoni proporrà nelle date a seguire. Ciò nonostante, si è trattato di uno spettacolo di due ore e passa di musica suonata e interpretata. Suonata e interpretata. Parole magiche: la prima, per descrivere i nuovi (strepitosi) acquisti della formazione musicale (due tastieristi ed un chitarrista, il già citato Luca Colombo); la seconda, per sottolineare le splendide interpretazioni che Marco ha dato dei suoi pezzi, specie di quelli del passato. Volete la scaletta di questa Data Zero? *rullo di tamburi* eccola:

Pronto a correre

Evitiamoci (la soluzione)

Bellissimo

Non passerai

L’equilibrista

Credimi Ancora

Avessi un altro modo

Dall’inferno

I got the fear

Spari nel deserto

20 sigarette

La vita non ascolta

Solo

Tonight

Come ti senti

La valle dei re

Tanto il resto cambia

Un’altra botta

In un giorno qualunque

Non me ne accorgo

Natale senza regali

L’essenziale

Una parola

Il Mengoni ed i musicisti entrano in scena nel buio totale. Primi accenni di chitarra elettrica distorta… il palco si accende… parte “Pronto a correre”.

Il palco. Me lo aspettavo più “essenziale”. E invece è costellato di pilastri luminosi, su cui vengono proiettate immagini e suggestioni cromatiche di vario tipo. Impatto visivo suggestivo, con la band “storica” sulla sinistra (Cornacchia – Sollazzi – Pallotti) e le new entry sulla destra. E al centro del palco lui, la star:

Marco Mengoni

in giacca blu Ferragamo, camicia e cravatta ton-sur-ton, jeans azzurro, barba incolta. Più selvaggio e meno perfettino di come siamo abituati a vederlo nelle occasioni ufficiali. Tornando alla musica, su “Pronto a correre” il Mengoni spacca di brutto. La prima tripletta di pezzi è bella movimentata, e viene interrotta da “Non passerai”, il primo brano lento, cantato in maniera malinconica e carezzevole. Funziona. Poche svisate in questo concerto, con un Marco che raramente si lascia andare alle sue celeberrime improvvisazioni vocali. Probabilmente a causa della scarsa confidenza con i pezzi del nuovo album, eseguiti per la quasi totalità in maniera fedele alla versione da CD. Devo ammettere che le sue variazioni un po’ mi sono mancate… un bel po’.

Sta di fatto che la vera botta emotiva l’ho avuta con i pezzi “datati”. Primo tra tutti “L’equilibrista”, di cui Marco ha offerto una strepitosa versione quasi psichedelica, meno dolce del solito, ma decisamente efficace. Una botta allo stomaco pazzesca, con le chitarre che grattano anche l’anima. Stupenda. A seguire, una fantastica versione “swingata” di Credimi Ancora. Durante il concerto, il Mengoni ha chiacchierato tanto, rigorosamente a braccio. Ha sottolineato la sua volontà di dare vita ad uno spettacolo sinergico e partecipato con il pubblico. Ha parlato della sensazione di trovarsi in un luogo familiare, della fifa esagerata prima di salire sul palco e della domanda sorta nella sua mente in quel frangente: “Ma perché la musica ha scelto proprio me?”… Mengò, te lo spiego io.

Come già accennato, i pezzi di Solo 2.0 sono stati stravolti, con risultati a dir poco esaltanti, mentre i brani del nuovo disco sono stati riproposti in maniera fedele alla versione originale, ma comunque con arrangiamenti minuziosi e accattivanti. Per quanto riguarda i primi, meritano una standing ovation le struggenti versioni di “Solo” e “Tonight”, per non parlare dell’irriverentissima “Come ti senti”, con un Marco che ha “recitato” il pezzo fisicamente piegato sulle proprie ginocchia.

Intime, sentite, e chi più ne ha, più ne metta, le interpretazioni di “20 sigarette”, “L’essenziale”, e “Natale senza regali” (“E questa libertà di cui non so che farci” ha quasi gridato Marco, graffiandomi l’anima!). E particolarmente riuscita (anzi, da standing ovation proprio!) anche “La valle dei re”, palesemente con dedica:

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“Ho detto fuori dalla mia proprietà, e questa volta non la voglio una scusa. Fuori dalla mia città, vedrai scomparire l’oro della corona…”

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ha ribadito Marco, con una gestualità ed un ghigno molto emblematico stampato in volto. E si vedeva che ci provava gusto! :p

Il concerto si è concluso con una sentitissima e partecipata versione de “L’essenziale” e, a seguire, il botto: “Una parola”, cantata dal Mengoni con il piglio da rockstar consumata. Un gigante dal fascino disumano. Ed è stata l’apoteosi. Ho visto persino i seggiolini del teatro librarsi nell’aria.

Marco Mengoni

E siccome ho anticipato che questa rubrica è dedicata ad una recensione “emozionale”, inserisco un resoconto “supplementare”, realizzato da una persona che ha vissuto il concerto con me, a cui avevo chiesto semplicemente delle impressioni generali sulla serata. Ecco la sua disarmante risposta (me l’ha inviata per mail):

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Facciamo che è il primo giorno di scuola dopo un’estate piovosa, solitaria e sui libri.
Giri l’angolo e li vedi tutti lì, compatti, con lo zaino in spalla e l’entusiasmo che solo certi primi amori sanno dare. Appariva così il teatro Rossini di Civitanova Marche domenica scorsa, quando anch’io mi sono presentata all’appuntamento con la Musica. La Data Zero del nuovo tour di Marco Mengoni si è celebrata lì, in un luogo che conserva intimamente molte delle caratteristiche che questo tour dovrebbe avere: un curioso connubio tra l’intimità di una sala piccola, piuttosto comune e a tratti scialba, nel cuore di un’Italia spesso troppo lunga per accontentare tutti, e la passione unica e inconfondibile di fan nel (e del) cuore di un ragazzo sempre più uomo, ma sempre meno reale.

Quando si scrive di amore, di passione, o in questo caso di musica (dunque entrambi) è bene specificare che ci saranno sempre due parti nel discorso. Quella in cui ti fermerai a pensare cosa è successo, com’eri vestita, chi c’era, i ricordi e le emozioni, e quella in cui la mani andranno giù sulla tastiera da sole, senza interpellare il cervello, le assonanze, la sintassi. Le virgole diventano pause vere e i punti sospensioni del battito.

La campanella è suonata, come ogni primo giorno di scuola e ogni giorno dell’anno. Marco, barbuto, sincero e sensuale. Non è mai stato un tipo che si ripete.
Ha cantato a ritmo continuo, come tante martellate sul ferro incandescente, e colpo dopo colpo, ricordo molte valli di lacrime, mani nelle mani stritolate e battiti del cuore da frastuono.

Forse (e dico forse) non è stata la sua performance migliore. Stavolta non avrò modo di smentirmi dato che il personale in sala non ha consentito in alcun modo proiezioni nè video, nè audio. Tuttavia mi resta ancora quella ricorsiva sensazione d’intontimento.
Marco Mengoni sta crescendo. Ha 24 anni e non è quello dei 19, quello di cui molte di noi si sono (artisticamente) innamorate. E’ curioso tuttavia come si continui (e in maniera crescente) ad amarlo, e a non poter far a meno di lui. C’è qualcosa di incredibilmente giusto, e graduale, e misterioso nell’evoluzione che sta avendo. Molto spesso si dice “Se ti piace quella, allora io non posso piacerti, perché sono proprio l’opposto”. Al teatro Rossini domenica eravamo sempre noi, quelle che 3 anni fa si sono fatte le notti davanti ai palazzetti per conquistare la transenna. Cosa devo pensare? Forse che, anche se ora molto spesso sussurra le parole, centellina le movenze da rock star da strapazzo, e recita i testi come se ne stesse semplicemente parlando ad una folla in contemplazione, alla fine il cuore rosso pulsante che lega lui a noi è sempre lo stesso. L’essenza artistica (nonché l’essenziale) dell’artista Marco, è ancora ì, ma ridipinta su toni diversi.

Preferisco pensare tuttavia, che parte di ciò che non ho visto e mi aspettavo di rincontrare dopo lunghi mesi di faticosa astinenza, mi venga comunque concesso, magari quando l’emozione dell’esordio si sarà diradata, i testi memorizzati per benino (ringraziamo anche la straordinaria partecipazione del leggìo), e gli arrangiamenti assorbiti fin nelle vene. Sarebbe un peccato perdere in questa metamorfosi, le sorprendenti variazioni sui testi, sulla musica, i fuori programma. I brani più collaudati mi sono sembrati quelli dello scorso tour (Solo 2.0.”i love it”, l’Equilibrista) e quelli che in quest’ultimo lavoro sono sicuramente i portabandiera della rinascita artistica (20 sigarette, La Valle dei Re, Natale senza regali). Non che gli altri siano da meno. Per carità. E ve lo dice una che a Una Parola non è saltata sulla sedia rossa di velluto perché aveva i tacchi… e non certo per decenza.

Ah una cosa posso aggiungerla però: in quelle quattro o cinque volte in cui si è girato per bere un sorso d’acqua ho visto qualcosa: colonne luminose che mi ricordavano vagamente un tempio della musica, rivisitato, rivestito di luce nuova. Come una dimensione rinnovata tra passato, presente. E futuro. E ancora più dietro di quel benedetto microfono (ma tu vedi che culo: non potevo nascere microfono?) altre colonne sotto queste colonne: musicisti grandiosi, tra new entry e riconferme (Peter sei in tutti noi). Insomma una scenografia che diceva “si ok: essenziale. Ma non troppo”.

Ammetto di non poter dire nulla più di questo perché purtroppo quando Marco canta il mio spirito di osservazione si mette a ballare l’Hully Gully nella stanza accanto, lasciandomi sola e indifesa ad accusare il colpo.
Ho aspettato tanto la Data Zero, e questo mi aveva convinta che quasi certamente sarei rimasta delusa (si sa: sono le aspettative che t’ammazzano nella vita). Così non è stato: ho fatto un unico grande errore. Ho creduto, il 5 maggio 2013, al Teatro Rossini di Civitanova Marche, di avere un appuntamento col passato. E m’ha fregato: si perché c’ho trovato il presente, con solo un piccolissimo assaggio del futuro.

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E dopo una tale full immersion nell’emozione della musica, faccio calare il sipario rosso sulla Data Zero de L’essenziale Anteprima Tour.

In attesa della diffusione di materiale “da spaccio” (foto e video, presumibilmente dalla tappa milanese del tour!) vi ripropongo l’elenco aggiornato delle date della tournee estiva (ne sono state aggiunte sei, ma pare che non sia finita qui!)

Trento (4 luglio, a breve i biglietti in vendita)

Piazzola sul Brenta (PD) (6 luglio, QUI i biglietti)

Brescia (8 luglio, QUI i biglietti)

Siena (10 luglio , QUI i biglietti)

Govone (CN) (20 luglio, QUI i biglietti)

Cervia (RA) (27 luglio, QUI i biglietti)

Paestum  (SA)(4 agosto, QUI i biglietti)

Cagliari (6 agosto, QUI i biglietti)

Villapiana (CS)  (10 agosto, QUI i biglietti)

Bolgheri (LI) (13 agosto, QUI i biglietti)

Macerata (18 agosto, QUI i biglietti)

Pescara (19 agosto  QUI i biglietti)

Taormina (ME) (26 agosto, QUI i biglietti)

Palermo (27 agosto, QUI i biglietti)

Verona (31 agosto, QUI i biglietti)

Milano (25 settembre, a breve in biglietti in vendita)

Roma (28 settembre, QUI i biglietti)

Alla prossima settimana!

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