Fattore M: spazio dedicato a Marco Mengoni. La tranche estiva del #Mengonilive2016 chiude in bellezza al Lucca Summer Festival

(rubrica a cura di Valentina P.)



Salve a tutti! Con lo spettacolo di Lucca dello scorso sabato 23 luglio, si è ufficialmente chiusa la breve tranche estiva del #Mengonilive2016. Un ciclo di concerti esaltante, purtroppo funestato dalla strage di Nizza – che ha portato al sacrosanto annullamento di una delle date in programma, quella di Saint Tropez.

La settimana scorsa mi ero già abbondantemente sperticata in elogi, raccontando i punti salienti del concerto di Barolo. Ebbene, leggendo qui e lì sulla rete - in riferimento allo spettacolo offerto durante il Lucca Summer Festival - ho notato interventi e commenti a caldo se possibile ancor più entusiasti. Ed è sempre così: più gli show sono rodati, più diventano autentici, emotivi, magari un po’ più “sporchi” e imperfetti, ma decisamente in grado di lasciare il segno per giorni. Circa sette-ottomila (a cui vanno aggiunti gli “appostati” al di fuori di Piazza Napoleone) le persone accorse a Lucca per vedere Marco sul palco del festival estivo più prestigioso d’Italia; una location che deve aver gasato a tremila il nostro ronciglionese delle meraviglie, abituato a partecipare alla manifestazione in veste di spettatore. La scaletta proposta è stata la medesima di Barolo, con le cover di Freedom, Master Blaster + Could you be loved (con il gruppo dei Bamboo), infine la vulcanica Kiss. Per chi volesse, QUI una sommaria cronaca del concerto tratta da “La gazzetta di Lucca”.



Clicca sull'immagine per vedere il video

qui mi è scappata la lacrima impetuosa.

https://youtu.be/Dafwox_ZMuQ

La cosa che ho colto dai video è più o meno quello a cui accennavo prima: Marco più libero e disinibito nelle esibizioni, più carnale e autentico. Tante variazioni, sottolineature vocali, tanti momenti sopra le righe (con accezione positiva, of course). Insomma, la sua versione che preferisco. Al punto che ho pensato una cosa: forse, i palchi sovrastrutturati non gli giovano; anzi, tendono a ingabbiarlo, costringendolo a essere più accademico nelle performance, per non strafare e risultare “pacchiano”. Non so voi cosa ne pensiate, ma il suo top io l’ho visto nel Tour Teatrale 2012, quando sul palco c’erano un drappo di tessuto... e la sua voce. E basta. A seguire, la fase divertentismo della serata, la vulcanica tripletta “Una parola”, “La nostra estate”, “Io ti aspetto”. Guardate che spettacolo di uomo (nonché provocatore nato):



https://youtu.be/BfUmAwXuX_M

Alla prossima, Valentina