( rubrica a cura di Valentina P.)
http://youtu.be/v9iubS0_pGwSalve a tutti! Lo scorso weekend si è definitivamente conclusa la trance estiva de “L’essenziale Tour”, con una doppietta di date – entrambe sold-out - nella suggestiva location del Teatro Romano a Verona. Una due giorni molto intensa per il Mengoni che, com’è suo solito, non si è risparmiato, regalando al pubblico una scaletta ricca e puntualmente stravolta dalle sue celebri variazioni, contaminazioni, e chi più ne ha, più ne metta. Dei due concerti veronesi, questa settimana propongo le performance di “Non passerai”, terzo singolo estratto dall’album #prontoacorrere:
http://youtu.be/dlD4XlSK1vYMentre, direttamente dalla serata conclusiva, propongo la splendida “I need a dollar”, unica cover di questa tournee, inserita in scaletta solo da poche settimane, ma già abbondantemente “mengonizzata” con variazioni testuali e ritmiche:
http://youtu.be/-vppwtFSgc4Il finale è una mazzata per le mie povere coronarie. Emerge tutta l’anima soul e R&B del Mengoni, per la quale io ho un debole.
Come dicevamo, il tour estivo si è concluso. La “macchina musicale” si rimetterà in moto a fine settembre, con le due date milanesi all’Arcimboldi, per poi arrestarsi (definitivamente, tranne improbabili variazioni dell’ultim’ora!) sempre nella città meneghina un mesetto dopo, il 20 ottobre. Giunti a questo punto, dopo Sanremo, l’uscita del disco e dei tre singoli, il tour e tutti gli annessi e connessi, penso sia opportuno fare un bilancio degli ultimi intensissimi mesi della carriera del nostro Marco. Questa riflessione mi è stata “suggerita” da alcune discussioni lette nei giorni scorsi sulle varie pagine Facebook dedicate al Mengoni, e dalle quali è emerso chiaramente che il pubblico si divide tra quanti hanno considerato #prontoacorrere una sorta di “passo indietro” per il giovane artista ronciglionese, e quanti invece hanno visto nel “ritorno all’essenziale” un’evoluzione artistica. Mi spiego meglio. Chi ha memoria storica relativa alla carriera di Marco, ricorderà di averlo conosciuto come una popstar istrionica e sopra le righe. E non parlo dell’epoca di XFactor, dove – bene o male – c’era una direzione artistica e musicale molto rigida a pilotare le performance. Sto parlando del Mengoni di Sanremo 2010, quello con il kajal e gli acuti arditi di Credimi Ancora. Il Marco anti-melodico per eccellenza. Ecco, in quella fase il Mengoni si guadagnò le simpatie di tutta una fascia di pubblico che vedeva nella sua esuberanza vocale e scenica il segno di una novità reale nel panorama italiano. Poi è arrivato Solo 2.0, disco musicalmente “coraggioso”, lanciato con un primo singolo tutt’altro che banale ed istituzionale:
che, accolto freddamente dalle radio, non ottenne il successo sperato. Nonostante ciò, il Mengoni portò in giro il Solo Tour, riuscendo a riempire il Forum di Assago ed il Palalottomatica, ed esibendosi in uno spettacolo molto ambizioso e carico, dal punto di vista scenografico, coreografico, musicale. Quel frangente ha visto il punto di svolta della carriera del Mengoni: dopo sofferte ed ignote vicende (culminate addirittura nel desiderio di abbandonare la carriera musicale!) l’artista ronciglionese interruppe i rapporti con il vecchio staff, ripartendo da zero. Nuovo management, nuova produzione artistica, nuova tournee (diretta da Elisa e Andrea Rigonat), improntata alla volontà di un ricongiungimento con le proprie origini, musicali e non. Un desiderio di ritorno a casa, di recupero dei “colori del passato”, di riavvicinamento ad una dimensione meno articolata della performance sul palco, che Marco ha trascinato con sé anche in #prontoacorrere. Che disco è #prontoacorrere? Dal punto di vista musicale, decisamente qualcosa di diverso da quello che i fan della prima ora si aspettavano; un disco pop, in cui sussiste la mescolanza di generi da cui il Mengoni proviene (soul, R&B, rock britannico), ma dominato da una matrice più melodica rispetto ai suoni dell’album precedente. Per quanto riguarda i testi, invece, è un album in cui coesistono brani di autori con la A maiuscola (vedi Fossati e Cremonini) e pezzi più “modesti” scritti in collaborazione con musicisti vari ed eventuali, italiani e non.
Ecco che, a questo punto, sorge il dilemma prospettato dai fan: che cosa rappresenta #prontoacorrere? Una sorta di “resa” rispetto alle richieste del mercato discografico, o al contrario un tentativo di tornare indietro, per non bruciare le tappe e assecondare la naturale crescita artistica di un ragazzo di appena 24 anni?
Tra le varie discussioni lette qua e là, ho colto che a detta di molti, #prontoacorrere è un album nato e realizzato appositamente per allargare il bacino di pubblico di riferimento del Mengoni. Ecco il perché della tendenza più spiccatamente melodica dei pezzi, dei singoli “gigioni” lanciati sino a questo momento. Anche del cambio radicale del modo di cantare di Marco, prima pieno di orpelli, svisi e acuti, oggi più lineare e composto. Un’operazione di marketing ben congegnata, insomma. Posto che indubbiamente le case discografiche giocano un ruolo fondamentale nelle scelte artistiche dei giovani musicisti, io sono in completo disaccordo con quest’interpretazione. E lo sono alla luce del fatto che il Mengoni è sempre stato molto “trasparente” nelle sue scelte artistiche. L’esigenza del ritorno all’essenziale, già abbondantemente espressa mesi e mesi prima della pubblicazione del nuovo album, non mi è parsa una forzatura, quanto più una logica scelta per ricostruire un percorso artistico che probabilmente – in virtù di un album complesso come Solo 2.0 - aveva preso un’accelerazione troppo brusca. La dimostrazione della sincerità di questo nuovo progetto discografico sta proprio nello spettacolo de “L’essenziale Tour”. Che è nato come uno show abbastanza istituzionale e a tratti ingessato, ma via via si è arricchito di quelle esuberanze vocali ed interpretative che hanno sempre connotato la presenza del Mengoni sul palcoscenico. Certo, non vi è più traccia di kajal, ballerini e conigli, ma in compenso c’è ancora l’artista poliedrico, che ad ogni data contamina, stravolge e riarrangia vocalmente i pezzi, reinterpretandoli con il volto, la gestualità, ed una voce che col tempo si è fatta più matura, elegante, calda e graffiante. In sostanza, credo che Marco abbia scelto deliberatamente di fare piazza pulita delle sovrastrutture del passato, per ricostruirSI come artista, più che per assecondare logiche imposte dall’alto o strategie commerciali. Il fatto che questa ritrovata “essenzialità” lo abbia avvicinato al grande pubblico è una conseguenza del fatto che la sua nuova comunicazione musicale risulti più immediata, e dunque comprensibile anche a chi prima lo guardava come un alieno urlante.
E’ per questo che considero #prontoacorrere un progetto discografico sincero e – perché no? - coraggioso: eh sì, perché credo che il Mengoni sia talmente onesto e audacemente fuori dagli schemi, da permettersi il lusso di disattendere le aspettative di quanti lo avevano conosciuto in un certo modo (il suo pubblico di riferimento, se vogliamo!), e si aspettavano di vederlo ancora nelle vesti di "popstar un po' sopra le righe".
Prima di salutarvi, registro con piacere lo splendido complimento rivolto da Marco alla meravigliosa Elisa per l’uscita del suo nuovo singolo, “L’anima vola”:
Come di consueto, ecco l’elenco delle tappe residue de “L’essenziale Tour”, quasi tutte già sold out, in pratica:
Milano (25 settembre, SOLD OUT) Milano (26 settembre, SOLD OUT) Roma (28 settembre,) Bologna (1 ottobre, ) Roma (6 ottobre, ) Napoli (9 ottobre, ) Firenze (11 ottobre, QUI i biglietti) Torino (12 ottobre, QUI i biglietti) Torino (17 ottobre, QUI i biglietti) Firenze (19 ottobre, QUI i biglietti) Milano (20 ottobre, QUI i biglietti)
Alla prossima settimana!