Fattore M: spazio dedicato a Marco Mengoni. Marco ai microfoni della svizzera Rete Tre. E il futuro?

( rubrica a cura di Valentina P.)



Salve a tutti! A “valle” del concerto di venerdì scorso 21 luglio al “Live at Sunset” di Zurigo, in cui il nostro Mengoni è tornato sul palco dopo mesi di assenza dalle scene, vi propongo una breve intervista concessa pochissimi giorni prima del live alla radio svizzera Rete Tre. Una chiacchierata in cui Marco aveva anticipato il programma dello spettacolo (prevalentemente improntato su musica e divertimento, più quadro e meno cornice, per dirla a suo modo!), raccontato della sua collaborazione con i londinesi Sondr – autori di una delle migliori versioni di “Onde-Remix” – e svelato alcuni retroscena del suo sodalizio professionale con Michele Canova.

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Un’intervista che a mio parere rivela un po’ il desiderio di Marco di “tornare” con un nuovo progetto discografico, anche se – anche se – la sensazione evinta dalle sue parole è che non ci sia ancora molto materiale utile. Mi spiego meglio: sicuramente nei suoi mesi newyorkesi (e non solo) il Mengons avrà raccolto idee e spunti musicali per il futuro. Avrà registrato tracce vocali improbabili (anche) a notte fonda, avrà appuntato frasi ispirate anche sui Kleenex. Ma l’impressione che ho – e che egoisticamente spero sia smentita dai fatti, perché la sua voce mi manca, e tanto – è che non ci siano ancora aspetti definiti per il prossimo album. Un concept specifico, scelte precise per i suoni, una via stilistica tracciata da seguire. Probabilmente Marco sta usando il tempo a sua disposizione per lasciar maturare le idee nuove che gli frullano nel cervello. Il dato è positivo, significa che il suo potere contrattuale nei confronti della casa discografica è aumentato, ragion per cui gli è stato concesso più tempo per tornare sul mercato con un nuovo album. Merito dei successi inanellati in questi anni, merito della sua caparbietà, della sua costanza e determinazione sul lavoro. Merito della capacità di saper cambiare al momento giusto, dell’intelligenza mostrata nel circondarsi delle persone giuste. Ma anche – e io direi soprattutto – della sua unicità artistica. Spero tanto che Marco non perda mai di vista che, a prescindere da tutto, il segreto del suo successo risiede in quello che lui è, più che nelle scelte giuste e di buonsenso che ha fatto in questi anni. È un principio, un’idea, apparentemente banale, ma in realtà rappresenta la bussola migliore per i suoi futuri orientamenti professionali. Per questo motivo, io spero con tutta me stessa, da fan di questo straordinario 28enne, che il suo prossimo album sia il migliore possibile. Non nel senso che venda 10 miliardi di dischi in tutto l’universo perché ha azzeccato di nuovo il sodalizio con il produttore-Re Mida della musica italiana (quello anche, glielo augurerò sempre e per sempre!). Bensì nel senso di ritrovare finalmente nelle pieghe della sua musica, nei suoni, nell’uso della voce, nelle scelte stilistiche, quel tratto distintivo, quell’inaspettato, quella nota di originale follìa, quel soul travolgente che solo lui può e solo lui sa. Perché solo lui è.



E scusate se è poco. Alla prossima!