Fattore M: spazio dedicato a Marco Mengoni. Marco e la “sua” comunicazione
Isa Ottobre 9, 2017
( rubrica a cura di Valentina P.)
Salve a tutti!
Parto con questo suggestivo video live del brano “Ad occhi chiusi” pubblicato pochissimi giorni fa sulla pagina ufficiale FB del Mengoni, tratto direttamente dal DVD ufficiale del tour e contenuto nel meraviglioso #MarcoMengoniLive. Un mega-progetto discografico che – come giustamente rimarcano sulla fanpage – ha raccolto qualcosa come 24 dischi di platino in meno di tre anni. Numeri da capogiro per un artista sulla scena artistica da meno di 10 anni, anche se nella percezione comune, Marco ha macinato chilometri “musicali” che gli altri percorrono nel doppio del tempo. Merito del suo instancabile estro, che lo ha portato sin dal 2010 a proporsi al pubblico in mille modi e su mille fronti diversi, lanciando sempre iniziative “collaterali” alla musica, ma lasciando sempre che questa rimanesse il suo focus principale.
Mi riferisco al fatto che, nel corso degli anni, il Mengoni abbia sempre curato tanti aspetti della sua “proposta”: la musica in primis, con suoni curati e testi progressivamente sempre più “densi”. Ricerca di collaborazioni sempre nuove con parolieri ispirati (Ermal Meta, Fortunato Zampaglione, Dario Faini), ma anche cantautori blasonati che gli hanno donato pezzi bellissimi (sto pensando a Fossati, Cremonini, Sangiorgi, Carboni e tanti altri).
La comunicazione con il pubblico ha assunto progressivamente un ruolo importantissimo, ed è stata curata anche attraverso il ricorso a innovazioni tecnologiche. L’app (gratuita) in primis, il primo e-book italiano con #prontoacorrereilmioviaggio, il primissimo artist account italiano su piattaforma Shazam. Tutte introduzioni frutto di un progetto digitale fresco e innovativo, mirato a creare “ponti” comunicativi con i fan, incentrati sulla “cultura della musica”. Insomma, se da una parte è vero che il Mengoni all’inizio della sua carriera si mostrava poco propenso al circo dei firmacopie e alle urla isteriche dei fan durante i concerti, lo è altrettanto la sua chiara volontà di non alzare muri rispetto al suo pubblico, bensì di favorire condivisioni di sostanza e non di forma. Questo è uno degli aspetti che mi fa dire che Marco è un artista: il suo essere così palesemente focalizzato sulla comunicazione. Spesso e volentieri, si abusa di questo titolo, associandolo ad aspetti che nulla hanno a che fare con “l’avere qualcosa da dire e fare di tutto per trasmetterlo nella maniera più efficace possibile”.
Invece la mia personale visione dell’arte è esattamente questa: ho delle cose in testa e nel cuore, frutto di una sensibilità spiccata nei confronti della vita e del mondo. E utilizzo le forme di comunicazione più disparate a mia disposizione per esprimerle al meglio. La musica, le immagini, i colori, gli abiti, la tecnologia.
This is Marco. (P.S. Non ho postato questo video per fare la nostalgica a tutti i costi, solo per dire che un artista nasce tale… e lui lo nacque!). Alla prossima!
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