Fedez svela quale sarà il suo lavoro del futuro
Il rapper si racconta in una lunga intervista rilasciata a ‘Il Corriere della Sera’, e a proposito della raccolta fondi per combattere il Coronavirus lanciata insieme alla moglie Chiara Ferragni rivela: “Mi ha dato parecchie gatte da pelare, ma la rifarei!”
Luana Giugno 2, 2020
Non è detto che la musica debba essere l’unico interesse di un cantante di successo, infatti l’obiettivo di Fedez al secolo Federico Lucia è anche quello di diventare leader nella produzione e distribuzione di contenuti digitali da fornire a varie tipologie di clienti, in primis le grandi istituzioni finanziarie che desiderano parlare ai giovani. Insieme a Stefano Achermann, a capo della società Be, ha intrapreso questa nuova sfida e l’incontro porta il nome di ‘Dream of Ordinary Madness’ (Doom) e ha per protagonisti l’azienda leader nella consulenza digitale per il settore finanziario e l’agenzia creativa ZDF di Fedez che ha nella sua lista i maggiori influencer italiani.
Intervistato da Il Corriere della sera il rapper ha raccontato quando è nata questa idea, tirando in ballo anche J-Ax con cui aveva iniziato questa avventura:
Due anni fa ho rilevato le quote del mio ex socio (J-Ax, ndr) e cercavo un partner che mi permettesse di evolvere: sono approdato così in Be. Mi sono reso subito conto che eravamo complementari e ora ci stiamo aprendo al mondo della digitalizzazione creativa.
Durante l’intervista il marito di Chiara Ferragni ha spiegato inoltre quali sono i primi frutti di questa nuova collaborazione e come si sta trovando ad interagire con un molto così differente dal suo:
Se prima i miei interlocutori erano solo i brand di consumo, oggi lo sono anche quelli finanziari ed istituzionali. […] Ci si confronta sui contenuti. Non penso di essere stato preso come elemento eccentrico, ma perché avevo un’azienda solida con case history importanti. Insieme studiamo progetti importanti per il Paese: con alcuni interlocutori bancari parliamo di charity a sostegno di lavoratori italiani.
Oltre a puntualizzare quale sia la griglia di partenza che accompagna questo progetto:
L’idea è quella di industrializzare e implementare la struttura, dividendo l’azienda in quattro compartimenti che saranno il discografico, i progetti speciali (moda), creator (talent non musicali) e relazioni con i brand.
Una delle priorità del cantante sarà quella di incentivare i giovani a dare loro la possibilità di non fuggire all’estero per realizzarsi lavorativamente e tutto ciò deriva anche dal fatto che il rapper proviene da una famiglia umile, motivo per il quale ha costruito tutto da solo:
Provengo da una famiglia molto umile, mio padre era magazziniere e mia madre disoccupata. Ho costruito tutto da solo e non ho mai fatto il passo più lungo della gamba: ho sempre reinvestito senza dover chiedere finanziamenti, ma di sicuro un ragazzo che vuole fare l’imprenditore ha bisogno di aiuto.
La sua parte d’azienda è stata acquistata per un cifra molto importante, ovvero Be ha acquisito per 2 milioni di euro il 51% di Doom con l’intento di comprare il 100% entro il 2027 e a riguardo ha rivelato che ha sempre creduto nella sua visione, anche quando il suo ex socio, J-Ax, non lo ha più seguito:
Nessuno avrebbe scommesso che sarei riuscito a trovare un partner di questo tipo, con un progetto così lungimirante. Ma ho sempre creduto nella mia visione, anche quando il mio ex socio non mi ha seguito più.
E alla domanda se in questo momento si sente più artista o più imprenditore ha risposto senza troppi remori:
Il mio futuro sarà da imprenditore, ma continuerò a far musica finché sentirò l’esigenza di esprimermi: per ora c’è ed è viva più che mai. L’idea di dare opportunità a giovani talenti mi stimola molto: durante la quarantena ho conosciuto un’artista emergente che grazie al lavoro fatto insieme è passata da 200 mila a 1 milione di ascolti mensili su Spotify.
All’inizio dell’emergenza Coronavirus il cantante insieme alla moglie Chiara ha promosso una raccolta fondi per il potenziamento della terapia intensiva al San Raffaele di Milano che ha raccolto ben 4 milioni di euro e a riguardo ha voluto dire la sua:
Eravamo consapevoli di avere una forza comunicativa importante e abbiamo inaugurato la prima raccolta fondi del Covid 19, senza immaginare che sarebbe diventata la più proficua in Europa nella storia del crowfunding. Sono seguite il giorno stesso altre 10 mila campagne per altrettanti ospedali pubblici. L’ondata di solidarietà a cascata che ne è derivata è la cosa che mi ha stupito di più.
Ovviamente non sono mancate le polemiche e a dimostrarlo sono stati tutti i vari botta e risposta che Fedez ha avuto con il Codacons che voleva interrompere la raccolta fondi:
Da questa cosa sono uscito con cinque denunce, mi ha dato parecchie gatte da pelare, ma lo rifarei. […] Semplicemente non mi piego al Codacons: cercano di intimidirmi e so che stanno mandando messaggi privati ai cittadini che si sono permessi di commentare la vicenda.
Nel corso dell’intervista inoltre il rapper ha rivelato come vede il futuro del Paese da questa sua nuova veste da imprenditore e se il mondo social sta per giungere alla fine o è il futuro:
Vedo programmi televisivi intasati da persone che fanno previsioni: è il momento di lasciare spazio alle notizie essenziali, il pendolino di Fedez ora non è di nessuno aiuto. […] Non so chi dice che stia finendo, ma mi preoccuperei più di altre realtà che stanno soffrendo. Se fossi proprietario di una rete televisiva cercherei di stare al passo con i tempi. Da imprenditore oggi investirei sul digitale. La televisione deve cercare di innovarsi: non è diversa da quella di vent’anni fa, c’è qualcosa che non torna.
E ha concluso dicendo che in questo momento si sente un anello di congiunzione tra la tv e il mondo del digitale:
Mi sento in effetti un anello di congiunzione dei due mondi, anche se oggi lavoro con Amazon e non più in televisione. Le idee arrivano da persone nuove: facciamo spazio ai giovani.
E voi cosa ne pensate delle sue parole?
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