In una lunga intervista al Corriere in cui ha parlato apertamente dei suoi problemi di salute mentale, Fedez ha voluto soffermarsi anche sui reali motivi per cui avrebbe voluto partecipare a Belve, il programma di Francesca Fagnani.
Il rapper, da sempre in prima linea per abbattere gli stereotipi legati agli attacchi di panico, ansia e depressione, problematiche di cui tuttora se ne parla poco e niente per una sorta di machiavellico tabù sociale, avrebbe voluto intervenire al programma della Rai per lanciare un messaggio ai giovani e far capire loro di non essere soli:
Volevo parlare, specie ai giovani e a chi si sente incompreso, di salute mentale. La salute mentale è un tema che riguarda molte persone giovani, ragazzi e ragazze. Forse ascoltare la mia esperienza, proprio quella di una persona che si pensa sia felice perché possiede tutto, li avrebbe potuti aiutare a sentirsi meno soli. O a dirsi: be’, allora può succedere davvero a chiunque. A me cercare un riferimento è servito moltissimo: quando ho scoperto la malattia, ho cercato chi stesse vivendo la mia stessa situazione o comunque simile alla mia.
Sia per me, sia per Francesca Fagnani, sia per il produttore Tombolini era una straordinaria occasione per parlare di temi importantissimi. I dati ci dicono che la salute mentale sarà sempre di più il tema del futuro, e delle future generazioni. E secondo me c’è bisogno di parlarne. Poi ho scoperto questa... lei come la definirebbe?
Fedez ha fatto riferimento alla censura arrivata dalla Rai quando era ancora in un letto d'ospedale senza possibilità alcuna di spiegare le sue motivazioni:
Diciamo che non ero bene accetto. Non mi volevano. E hanno fatto un comunicato che ho trovato sinceramente spiacevole. Sa perché? Perché ero in ospedale, letteralmente moribondo, e non avevo alcuna possibilità di replicare. Ho trovato la cosa anche particolarmente poco attenta sul piano umano. E poi dalla Rai avevo imparato una cosa: quando vai su un palco a parlare di politici, alla Rai non piace perché non c’è il contraddittorio. Ma anche nel mio caso non c’è stato modo di avere un contraddittorio. Dunque prendo atto che è una regola unilaterale, che applicano solo quando pare a loro.