Gemma Galgani dixit, Giorgio Manetti respondit

Chia Giugno 6, 2016

Gemma Galgani dixit, Giorgio Manetti respondit

Gemma Galgani legge a Giorgio Manetti la famosa lettera che gli ha scritto: “Caro Giorgio, ho deciso di scriverti una lettera per dirti una volta per tutte quello che provavo mentre eravamo insieme, quello che ho provato dopo il 4 settembre, quando ho deciso che dovevo lasciarti, e quello che provo ancora adesso per te. Ti ho amato senza condizioni, di quell’amore gratuito che generalmente si investe nel rapporto tra un genitore e un figlio. Ho trascorso otto mesi come una geisha, dedita ad accontentare, per quanto possibile, ogni tuo piccolo o grande desiderio. Ho vissuto per te, ho trascurato e messo da parte gli affetti più cari, non riuscivo ad addormentarmi se non ricevevo la tua telefonata una volta che rientravi a casa. Ero sempre disposta a raggiungerti, ogni qualvolta volevi accogliermi nella tua città, tu eri il mio mondo e il mio eden sulla terra, eri tutto! Quando ami con questa intensità, sei disposta a fare qualsiasi cosa per amore, anche a trasformarti nel famoso ‘zerbino d’Italia’, e io ho continuato ad amarti con questa modalità totalizzante, irrefrenabile proprio, non ne conoscevo altre. Colui che ama di più, è inferiore e deve soffrire, però purtroppo amore e sofferenza, crescevano così di pari passo e di pari intensità con la staticità del nostro rapporto, perché io credo che tu sappia bene che cosa intendo dire quando dico che stavo camminando sul filo fra dolore e desiderio, in cerca di amore, Giorgio, del tuo amore, solo quello volevo… Io conservavo nel cuore la speranza di essere corrisposta prima o poi, di poter far crescere la nostra storia, ero completamente annullata e pervasa da te. Potevo, forse, sfiorarti una mano, guardarti negli occhi e respirare il tuo profumo, e dirti che non riuscivo a portare avanti la nostra storia. Penso sia soltanto questa la mia colpa, la mia debolezza, la mia fragilità… Forse il mio disorientamento totale di fronte alla tua persona e a quello che significavi per me. Ho poi tentato di riprendermi, sotto ogni punto di vista, e persino di aprirmi a nuove conoscenze, con l’illusione di voltare pagina e lasciarmi alle spalle una storia meravigliosa, tendendo stretti nel cuore solo i ricordi belli… e non era difficile, perché erano veramente tanti, Giorgio. Poi è successo che balliamo insieme, quasi per caso, e quasi per caso proprio il giorno di San Valentino. Appena ti sei avvicinato mi sono sentita come una adolescente imbranata, imbarazzata… Ero rigida come se fosse stato il primo incontro, quando mi hai stretta a te così vicino alle tue labbra: devo dirti che, sinceramente, è stato veramente forte il desiderio di baciarti, direi incontenibile. Tutto questo è quello che ho pensato in quel momento, mentre tu invece mi sei sembrato molto sicuro di te e indifferente. Da quel momento, non so spiegare il motivo, è come se il tempo che ci ha diviso dal 4 settembre si sia annullato di colpo. Oggi resta soltanto un cuore spezzato perché il mio lo è ancora, e con molta umiltà mi permetto di dirti che non credo che tu sappia pienamente trasmettere amore. Il 4 settembre hai detto di esserci rimasto male, che ero stata dura, che sono l’unica donna con la quale avresti lasciato la trasmissione, e io allora mi chiedo perché accettare e subire così passivamente la mia decisione? Perché non aver fatto nessun minimo gesto per recuperare il nostro rapporto? E quello che è peggio, perché non hai neppure sentito la necessità di un chiarimento più approfondito, davanti ad un comportamento tanto insolito da parte mia. Era il comportamento di una donna innamorata e ferita, che continuava a sopportare di tutto. Io davvero mi domando come fosse possibile che tu sorridessi quando venivo definita uno scorfano, senza capire che comunque l’offesa rivolta a me era anche un’offesa per te, che ad uno scorfano ti sei accompagnato per mesi, rifiutando anche sirenette più giovani e attraenti di me. Grazie comunque per la tua sincerità attuale, per tutto quello che dici di aver avuto nei miei confronti, l’ho apprezzato moltissimo anche se non posso negare che non è quello che avrei voluto sentirmi dire. Sei una persona molto intelligente ed intuitiva, e quindi quello che ti ho scritto ti era già chiaro, ma devo dirti che mi mancherai come il mare, come le stelle, la luna e tutto quello che ho di più caro… [Gemma Galgani lascia per qualche minuto lo studio e poi vi fa ritorno, ndr] Giorgio, sono… Ho iniziato questa lettera pensando di farcela, poi ho pensato che questo telo bastasse a separarci e a permettermi di parlarti, di dirti tutto quello che è stato il nostro rapporto, la nostra storia. Ho impiegato 3 giorni e 3 notti, che magari davanti a una vita possono sembrarti veramente poche, ma sono state tantissime per l’intensità con le quali ho scritto queste parole… Adesso magari ti potevano sembrare parole scritte, riportate, ma sono state segnate da tutto l’amore che ho provato per te, da quello che provo per te. Io volevo solo stare con te, viverti, sperare che la mia vicinanza, la mia comprensione, magari come ti ho detto portasse di pari passo ad una crescita che non c’è mai stata, e quando ti ho detto che tu per me sei veramente il mondo, la luna, tutto… tutto quello che mi circonda, l’Universo, è vero, è quello che penso, e avevo anche tanta paura di leggerti questa lettera, perché non sapevo dove mi avrebbe portato e come sarebbe stato il dopo. Dato che tu mi hai sempre conosciuta come una persona coraggiosa, che comunque le situazioni le porto fino in fondo, non le lascio mai a metà, ho voluto ugualmente dartela. Io adesso questo libro te lo lascio qui, anche perché ci sono delle pagine bianche, che se vorrai potrai anche continuarle…”

Giorgio Manetti: “Quello che ho da dire vorrei dirlo a voce, invece di scrivere su questo memoriale, chiamiamolo così… Lo dirò a voce… Cara Gemma, finalmente dopo mesi che mi parlavi di questa lettera hai avuto il coraggio di leggermela. Era ora, non bisogna avere paura di raccontare i propri sentimenti. Io non ho mai avuto paura di dire quello che penso e sento, anche quando quello che dicevo per la maggior parte della gente non andava bene. Gli otto mesi in cui siamo stati insieme, io sono stato bene, conservo nel mio cuore solo momenti belli. Quando venivo a prenderti alla stazione, quando facevamo l’amore, le nostre passeggiate, quando abbiamo raccolto le more. Da Genova fino alla nostra estate insieme io ero felice. Non ti dicevo la parola ‘ti amo’, ma ero vicino a te anima e corpo. E poi… Poi arriviamo al 4 settembre: all’improvviso, senza nessun preavviso, mi lasci. Ero seduto di fronte a te, ti sentivo parlare ed ero incredulo da Gem, dalla bocca della donna con cui stavo uscivano delle parole mia sentite prima. Mi parlavi non di mesi d’amore, ma di sofferenza. Mi hai dipinto come un uomo spregiudicato, che non si cura della donna con cui sta, che la tratta male, che non si accorge che lei sta male, oppure che lei non mangia, anzi, che lei dimagrisce. Gemma, non me ne potevo accorgere, perché non era così. Mi hai dipinto come l’uomo che non sono, come un governatore, uno che detta legge, come un despota, rinnegando tutto il bello che c’era stato tra noi, e che per mesi hai anche raccontato tu in trasmissione. Dici che mi amavi: dalle tue parole forse posso dire che a me ci tieni ancora, ma Gemma non è così… Una donna innamorata non avrebbe mai detto quello che tu hai detto il 4 settembre, rinnegando una storia per me bellissima. Qualsiasi sentimento io abbia provato per te, qualsiasi sentimento mi abbia attraversato mentre io sentivo le tue parole oggi, non potranno cambiare la mia decisione. Se anche fossi l’uomo più innamorato del mondo non potrei mai tornare indietro sui miei passi, da una donna che per mesi ha gettato fango sulla nostra relazione. E credimi, una cosa però la voglio dire: io sono stato attratto da te e a volte, quando sei vestita in un determinato modo, io lo sono ancora, ma per me quello che potrebbe essere o che potrebbe esserci sarebbe soltanto un rapporto fisico perché io, dal 4 settembre, non ho più di fronte a me Gemma, ma un’altra persona…”

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