‘Gf Vip 2’, Raffaello Tonon si confida a ‘Spy’: dal rapporto con la madre all’eleganza che gli ha salvato la vita!
Stefania Agosto 17, 2018
“Ho fatto non quello che ho potuto, ma ho fatto quello che sapevo fare: mi piacerebbe che questo fosse l’epitaffio della mia vita”. A parlare è Raffaello Tonon e lo ha fatto sulle pagine del settimanale ‘Spy‘, a cui ha deciso di affidare il bilancio dell’ultimo anno.
Si tratta di un momento sereno per il televenditore più noto delle reti Mediaset, che deve all’esperienza del ‘Grande Fratello Vip 2‘ la sua rivalsa non solo professionale, ma anche personale. Giovanissimo, venne notato da Maurizio Costanzo, che lo prese come ospite fisso del ‘Maurizio Costanzo Show’, fino a far accrescere la sua notorietà nel 2005 quando vinse la prima edizione de ‘La Fattoria‘, condotto da Barbara D’Urso, dove venne soprannominato il Conte per la sua eleganza.
Lo stile, infatti, è un vero tratto distintivo della sua personalità, che esterna sia nell’abbigliamento sia nei modi di fare, dalla giacca e cravatta abbinate alla dialettica forbita.
Lo stile è qualcosa di personale ed è qualcosa che è assolutamente impossibile comprare, costruire invece è possibile, ed è utile, qualora ci sia, mantenerlo. L’eleganza è sapere stare al mondo. E’ anche avere tatto. Quando qualcuno ti telefona, è talmente occupato a dire come sta lui che non chiede mai a te come stai. Elegante è colui che sa stupire: se sei elegante, certamente saprai come vestirti, come approcciarti, cosa fare, cosa dire, cosa regalare in ogni situazione della tua vita e, quindi, tutto torna come in un equilibrio naturale. L’eleganza mi ha salvato la vita. Ho quasi quarant’anni, ma penso di non aver visto un grandissimo peggioramento negli ultimi 20/25 anni. Ho sempre visto navigare in acque paludose. Lo stile è servito a me, sugli altri penso abbia “infierito” poco perché in pochi hanno lo stile per comprendere. La galanteria è sepolta. Non esiste più il piacere di essere garbati. Sono un nostalgico, anche di ciò che non ho visto, perché l’ho letto, perché l’ho visto tramite le fotografie.
E’ fermamente convinto di dover ringraziare unicamente sua madre per la persona che è diventato: la donna è la sua musa e l’unica figura genitoriale di riferimento. Nessuna parola di stima, invece, nei confronti di suo padre, completamente assente nella sua intera esistenza, verso il quale invita espressamente a rivolgersi come il marito di sua madre.
Ho ricevuto un’educazione femminile, perché mia madre è stata madre e padre: lui non si è mai visto e non c’è mai stata interazione e per quel poco che c’è stata, è stata drammatica, tanto è vero che non abbiamo più nessun tipo di rapporto. Mia madre mi ha insegnato giorno dopo giorno che tu puoi e devi prendere in mano la tua vita e puoi cambiarla o tenerla. Sono esattamente quello che sono grazie a lei. Per mia fortuna non sono quello che è stato suo marito e posso dire che, tutto sommato, ringrazio il Cielo di non aver preso nulla da quell’uomo. Le devo anche il fatto di essermi avvicinato alla cultura. I libri li ho visti in casa mia non per merito del marito di mia madre, e scriva, per favore “del marito di mia madre!“, ma per mia madre. Lei li portava e li acquistava ma … Attenzione! la cosa che mi ricordo perfettamente è che mi metteva i libri in mano non per colorare, pasticciare o tagliare, ma mi insegnava il rispetto dell’oggetto “libro”. Non riesco neanche a fare la famosa orecchia, è più forte di me! Quindi la mia cultura viene sicuramente dal fatto che sono stato abituato, ma anche che sia stata una fortuna caratteriale.
L’ex gieffino è riconoscente al reality show condotto da Ilary Blasi, perché ha fatto trapelare delle fragilità, che il pubblico, abituato a vederlo nella veste di opinionista cinico e sicuro di sé nei talk televisivi, non era abituato a scorgere. La sua vita non è stata affatto semplice, dalla mancanza di una presenza paterna alla scoperta di un tumore benigno tre anni fa, che lo ha fatto cadere nel vortice della depressione. In più, deve all’avventura nella Casa più spiata d’Italia la grande amicizia instaurata con l’ex tronista Luca Onestini, che lo affianca anche nel lavoro. Gli Oneston conducono insieme un programma radiofonico su Radio Zeta e da maggio è possibile trovare in tutte le librerie il loro libro, che sta andando molto bene nelle classifiche di vendite.
Il suo sogno nel cassetto, però, deve ancora realizzarlo: Raffaello vorrebbe condurre un programma tutto suo, anche in co-conduzione, e forse qualcosa si sta smuovendo, ma per scaramanzia preferisce non rivelare ancora nulla e aspettare che il progetto si concretizzi.
Un altro sassolino dalla scarpa che si vuole togliere è rivolto alla cosa che meno tollera, la banalità dell’essere umano.
La banalità, non solo mi fa scappare la poesia, ma anche la pazienza. E scappo a gambe levate, fisicamente scappo. Quando uno è stupido con la S maiuscola almeno ha un guizzo e si vuole imporre nella sua stupidità. Il banale è una cosa mortale: in ogni cella del 41 bis dovrebbero far entrare un banale per 3 ore al giorno, così hanno una pena raddoppiata.
Che ne pensate delle sue dichiarazioni?
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