L'ultimo numero di Chi, in edicola da oggi, ha dedicato la copertina ai concorrenti del Gf Vip, il reality show condotto da Alfonso Signorini che è anche il direttore della testata giornalistica.
Sulle pagine del settimanale, i Vipponi hanno raccontato tutta la magia del Natale, svelando anche alcuni aneddoti molto emozionanti.
Qual è stato il Natale che i protagonisti della settima edizione del Gf Vip ricordano con maggiore affetto? Leggiamo i loro racconti, alcuni molto speciali! Antonino Spinalbese:Antonella Fiordelisi:Il Natale che ricordo con gioia è quello del 2004. Mia sorella era appena nata, c’era ancora mio padre, eravamo la famiglia del Mulino bianco. Ricordo i miei genitori giovani, la nostra casa in campagna, la neve, era tutto perfetto. Mia mamma cucinava gli spaghetti con gli scampi e c’erano dai 6 agli otto chili di dolce (ride, ndr). Avevo 9 anni e decisi di fare il mio primo regalo: comprai per mio padre il disco di Vasco Rossi Buoni o cattivi. Credo sia stato il più bel regalo che gli abbia fatto. Per tutta la serata e per le feste a venire abbiamo ascoltato sempre Vasco e ricordo che papà ci metteva sul divano a cantare come se fossimo ad un concerto.
Daniele Dal Moro:Ho sempre trascorso il Natale con i miei genitori, questo sarà il primo lontano da casa dopo 24 anni. Lo scorso Natale ero in rotta con mia madre ma, grazie al clima della festa, ci siamo riappacificate.
Edoardo Donnamaria:Il mio Natale memorabile è stato nel 2018, in Trentino. Ero con i genitori della mia ex e siamo andati in una baita di montagna. Eravamo una grande tavolata. Poi siamo andati a casa di uno degli invitati, che aveva uno chalet in mezzo alle piste, e abbiamo sciato fino a notte fonda, poi abbiamo dormito lì.
Edoardo Tavassi:Nel mio periodo “nero”, per punizione, sono stato mandato in Repubblica Dominicana presso un amico dei miei genitori. Ero felice e mi sono divertito ma, la sera di Natale, mi sono trovato a cena con 20 sconosciuti a mangiare hamburger e lì ho capito quale fosse la punizione.
George Ciupilan:Ricordo perfettamente il Natale 2008, quando mio nonno pianse e disse: «Secondo me questo è l’ultimo Natale che passo con voi». Aveva ragione, un anno dopo è morto. Vedeva la famiglia riunita ed era felice, ma piangeva perché era l’ultima volta che avrebbe assistito a quella scena. Sono rimasto attaccato a lui tutto il giorno, perché dentro sentivo che aveva ragione.
Giaele De Donà:Il Natale più bello è stato quello che ho trascorso tre anni fa con mia mamma e il suo compagno, che chiamo papà. Ci siamo svegliati, abbiamo aperto i regali, abbiamo raggiunto i suoi parenti e, nel pomeriggio, io, lui e mamma siamo andati al cinema a vedere un cinepanettone.
Luca Onestini:Avevo 9 anni, i miei genitori stavano insieme, mia mamma stava bene e abbiamo organizzato la cena di Natale nella nostra nuova casa. C’erano i cugini, mio fratello era piccolo e, a mezzanotte, mio padre ha fatto arrivare Babbo Natale, che mi ha portato in dono la mia prima bicicletta, tutta rosa.
Micol Incorvaia:Il Natale più bello è quello che vivi da bambino, quando pensi “ho fatto il bravo, arriva Babbo Natale”, e stai sveglio tutta la notte ad aspettarlo. Sono ricordi bellissimi, e soprattutto sono ricordi legati a persone che adesso, purtroppo, non ci sono più. Il pranzo di Natale è sempre stato fatto a casa nostra con la mia nonna, che ha vissuto fino a 100 anni e che sento sempre con me (si commuove, ndr). Cucina mia mamma e una volta, anche se è di Padova, ha provato a fare lo gnocco fritto: ha quasi dato fuoco alla cucina.
Per me ogni Natale è magico e questo sarebbe il primo lontano dalla mia famiglia e so già che piangerò pensando a loro. Trascorriamo sempre il Natale a Pordenone dove è nata mia mamma, ci ritroviamo io, papi, mami, mio fratello e la sua ragazza, a volte anche mia sorella. A mezzanotte della vigilia apriamo i regali e arriviamo fino alle 4 del mattino. Papà porta le bottiglie, compra il pesce, noi lo prendiamo in giro perché non capisce le battute, mamma cucina, zia fa le torte, tutti nella stessa casa. Sembra di vivere una realtà parallela in cui ognuno abbandona i propri problemi.
Nikita Pelizon:
Oriana Marzoli:Avevo 19 anni e mi ero appena trasferita a Milano. Non conoscevo nessuno, mi svegliai e girovagai per la città. Vedevo la gente che faceva il pranzo di Natale mentre io ero sola e cercavo una pizzeria aperta. Trovai la pizza, mi chiusi in casa e andai a dormire. Tre anni dopo ero di nuovo da sola, ma decisi di prenderla in maniera diversa. Uscii proprio per andare in giro a respirare la felicità che provavano gli altri, poi presi il treno e raggiunsi degli amici a Lecco e mi misi a cantare e ballare in piazza per la gioia. Al ritorno non c’erano taxi, aspettai tre ore canticchiando. Spero un giorno di vivere un Natale speciale con la famiglia che avrò formato.
Il Natale più strano è stato quello dell’anno scorso, quando il mio ex fidanzato mi ha chiamato e sono andata da lui. Per me è stato il regalo più grande, sono sempre stata innamorata. A Natale ho ricevuto ogni volta quello che volevo, ero abbastanza viziata. E non resisto a una sorpresa, non ce la faccio, devo vedere subito cosa si nasconde dentro al pacchetto.