‘Grande Fratello 14′: l’opinione di Chia sulla nona puntata

La mia domanda oggi è solo una: ce n'era veramente bisogno?



Che le scene che abbiamo visto ieri all'inizio della nona puntata del Grande Fratello 14 non vengano fatte passare come una sorta di favore nei confronti di Federica Lepanto, per permettere agli altri concorrenti di conoscerla meglio ed avere meno pregiudizi nei suoi confronti, perché a me è sembrata solo una gran carognata, di quelle che mettono i brividi.

Quel confessionale in cui la ragazza raccontava delle violenze subite all'età di 13 anni non era un confessionale normale, l'argomento non era né il gioco né le liti per il budget e nemmeno le fantasiose ipotesi volte alla scoperta del segreto settimanale. Quel confessionale era qualcosa di intimo e doloroso, uno sfogo che la stessa Federica aveva chiesto non venisse mandato in onda (e lo ha ribadito anche ieri sera, poco prima che Alessia Marcuzzi ignorasse la sua richiesta e lo trasmettesse in mondovisione) ma che le sarebbe potuto servire come aiuto psicologico per cercare di superare certi momenti così difficili del suo passato che evidentemente condizionano ancora oggi il suo presente.



Io capisco l'aver marciato per due mesi sul passato sentimentale di Alessandro Calabrese e Lidia Vella pur di creare chiacchiericcio, posso comprendere gli rwm strappalacrime dei parenti dei concorrenti che improvvisamente si ricordano di quanto vogliono loro bene, ma credo ci sia un limite a tutto, e questo limite ieri sera è stato abbondantemente superato in nome dello share. Perché non c'è altra ragione nel decidere di affrontare un tema così delicato che la stessa protagonista non voleva venisse alla luce, se non quella di catturare qualche telespettatore in più.

Ho avuto i brividi nel vedere la reazione di Federica, che dopo quell'agghiacciante clip tremava e nemmeno riusciva a respirare. Ho avuto i brividi nel sentire che la prima cosa che è venuta in mente in quel momento ad Alessandro era giustificare i comportamenti del gruppo anziché tacere e riflettere. E ho avuto i brividi nello scoprire, stamattina, che discorsi ottusi e maschilisti ha sfoderato Rebecca De Pasquale nella notte, della serie 'se una va in giro mezza nuda certe cose se le cerca, e poi bisogna sempre sentire entrambe le campane'. Da un ex sacerdote che ha vissuto in prima persona un percorso difficile che l'ha portato ad essere la donna che è oggi, mi aspetterei una sensibilità e un'umanità di tutt'altra caratura, non di certo questi discorsi da vecchi ignoranti che si alcolizzano al bar del paese.



Tirando le somme, quella di ieri è una puntata di cui avrei decisamente preferito fare a meno. Un esordio tremendo, e una prosecuzione assolutamente inutile. Tra Valentina Bonariva che ha penato tutta la settimana per non far capire ai coinquilini che quel Riccardo approdato in Casa era in realtà il suo fidanzato Luca temendo le ripercussioni della busta nera, salvo poi essere comunque sbattuta fuori dalla nomination, e quel doppio televoto tra i garagisti Luigi Tuccillo e Diego Ianniello utile solo a far spendere i soldi ai loro parenti stretti (quanto vorrei avere il numero totale di voti ricevuti e scoprire se arrivavano almeno alla tripla cifra oppure manco quella...) visto che alla fin fine ci hanno salutati entrambi, per carità. Già mi son stupita che al rientro temporaneo in Casa gli altri non abbiano scambiato Diego (trasparente persino nelle fotine della grafica in sovrimpressione) per uno dei segreti settimanali, tanto la sua presenza aveva lasciato il segno in quest'edizione, figuriamoci.

L'unico a salvarsi là dentro è Simone Nicastri, quello dipinto da tutti come freddo calcolatore ma in realtà l'unico a mostrare umanità, empatia e comprensione non solo nei confronti di Federica, ma anche di fin troppa gente che nemmeno se lo merita. Per i prossimi sette giorni la mia unica speranza è che suo fratello Marco, entrato in Casa come segreto settimanale, gli apra gli occhi su chi lo circonda, a partire da Rebecca. Che il televoto per decretare il primo finalista del Gf14 vada come vada, tanto per me aveva ragione papà: Simone è davvero un supereroe.